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Tu vuo' fa' l'americano - Il focus su Nord e Centro America | Cicloweb

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Tu vuo' fa' l'americano - Il focus su Nord e Centro America

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È probabilmente il miglior mercato attuale del ciclismo, o comunque quello verso il quale i maggiori sponsor tecnici guardano con maggiore interesse. E non potrebbe essere altrimenti, visto che l'ultimo decennio targato Lance Armstrong ha "donato" agli Stati Uniti d'America grande floridità (ci perdonerete l'osceno gioco di parole) dal punto di vista non solo economico, ma anche tecnico-organizzativo. Nel 2009, ad esempio, negli USA ci sono state ben 16 squadre professionistiche (il Belgio, per dirne uno, s'è fermato a 14). È anche vero che, tra queste, una dozzina sono delle Continental che difficilmente escono dai (larghi) confini nazionali (dando comunque ai loro atleti - spesso giovani, tipo il Guy East della Trek-Livestrong, classe '87 - di gareggiare anche su pista), ma d'altro canto nel 2010 tornerà - dopo un anno di "esilio" in Kazakistan - re Lance con il suo Team RadioShack, portando dunque a quota 3 - con Garmin e Team Columbia - le formazioni Pro Tour affiliate negli Stati Uniti, con i team di Bruyneel e Vaughters che sembrano strizzare più di un occhiolino verso le nuove generazioni americane. Sembra difatti sia nata anche una querelle sulla Trek-Livestrong, team Continental che ha ovvi legami con Armstrong ma che dal 2010 dovrebbe essere proprio il team satellite della Garmin. Al tutto va aggiunta anche la BMC Racing Team, sebbene per metà svizzera, nella quale militerà il promettente neopro' classe '88 Chris Barton e che è pronta a primeggiare con le Professional più forti. La Federazione statunitense, comunque, si è dimostrata in grado di seguire un progetto giovanile coinvolgendo i team professionistici più forti, visto che proprio quest'anno la Highroad Sports e la Slipstream Sports sono stati partner del progetto di istituire una base di allenamento europea in Belgio, ad Izegem, dove i ragazzi sono diretti dall'ex pro' belga Noel Dejonckheere.
In Messico, fallito il progetto Chivas, è rimasto un solo team ed un movimento che si appoggia molto - come quasi tutto il Centro America - al calendario ed ai maggiori corridori sudamericani. Spostandoci proprio in Centro America, si può dire che in Costa Rica un buon lavoro lo stia portando avanti da molte stagioni la BCR-Pizza Hut, team élite di Albin Brenes, nonostante quest'anno ci sia stato un piccolo terremoto nelle presenze, negli equilibri e nei rapporti di forza storici tra le squadre locali. Un paese, il Costa Rica, dove la Mountain Bike è per certi versi religione e tanti atleti saltano da un tipo di bicicletta all'altra senza particolari patemi nel corso della stagione. Ne è un esempio enorme il "leggendario" Federico "Lico" Ramírez, grande dominatore sulle ruote grasse della Ruta de los Conquistadores (va per la sesta edizione), ma per diverso tempo vincente stradista e capitano della squadra "pizzèra". Ogni dicembre, comunque, il buon "Lico" continua a farsi trovare pronto e competitivo alla Vuelta nazionale come luogotenente dei più giovani compagni. Per il futuro si fa già il nome del promettente - classe '90 - Fabricio Quirós. Decisamente meno interessante, seppur presente, la situazione negli altri Stati: a Cuba c'è il classe '87 Raul Granjel, discreto scalatore che di solito si mette in luce tra Cuba, Chiapas e Costa Rica; a El Salvador c'è Mario Contreras ('87 pure lui), in fuga all'Olimpiade di Pechino e recentemente in Europa per essere seguito dall'UCI nel Centro del Ciclismo Mondiale istituito ad Aigle per aiutare i corridori dei Paesi con poche infrastrutture; ed anche la Repubblica Dominicana può vantare il suo '87 di valore: Rafael Germán, passista veloce con buone attitudini alle cronometro non troppo lunghe.


Under 23 e professionisti in team "minori"

Tejay Van Garderen (Rabobank Continental – 12/8/1988)
Le sue caratteristiche ne fanno un corridore da seguire con interesse in prospettiva grandi corse a tappe. Forte sia in salita che a cronometro, tra i vari titoli nazionali conquistati a livello giovanile si segnala anche quello di campione statunitense di ciclocross nella categoria "Debuttanti". Già da juniores si era fatto notare nelle gare a tappe giungendo 2° nel Tour du Pays de Vaud ma sono state le ultime 2 stagioni, disputate nelle file della Rabobank Continental (team che, come si è visto, è tra i più floridi in materia di giovani talenti), a rivelarlo al pubblico: una vittoria di tappa alla Fleche du Sud (conclusa al 2° posto), il podio al Circuito Montañes (anche qui 2°), una vittoria al GP Tell ed una al Tour de l'Avenir (concluso all'8° posto) nel 2008; il Tour du Haut Anjou, la classifica finale del Circuito Montanes, una tappa dell'Olympia's Tour (concluso al 3° posto) e le piazze d'onore al Tour du Pays de Savoie ma soprattutto al Tour de l'Avenir, dove la penalità inflitta a Sicard l'ha fatto andare vicinissimo al colpo grosso. Da non disprezzare neppure il 7° posto ad Harelbeke mentre sicuramente ci si sarebbe aspettati qualcosa di più da lui a Mendrisio. Tempo al tempo comunque e se il Team Columbia ha deciso di metterlo sotto contratto per il 2010 avrà sicuramente avuto i suoi buoni motivi.

Taylor Phinney (Trek-Livestrong - 27/6/1990)
Se non si perderà per strada appare destinato ad una carriera da vero e proprio fuoriclasse, soprattutto in una specialità come l'inseguimento individuale su pista, in cui è stato già autore di riscontri straordinari. Si perché al di là dell'essere un doppio figlio d'arte (il padre Davis ex professionista vincitore di tappe al Tour, la madre Connie Carpenter campionessa olimpica a Los Angeles) fin dalle categorie giovanili le sue eccelse doti di passista sono venute prepotentemente alla ribalta, fruttandogli prima il titolo mondiale juniores a cronometro nel 2007 e poi quello nell'inseguimento individuale l'anno successivo, specialità in cui sempre nella medesima categoria è stato anche primatista del mondo. L'inizio di 2009 però è stato per lui straordinario: a Pruszkow è divenuto, a neppure 19 anni, il più giovane iridato di sempre nell'inseguimento individuale, facendo segnare quello che, attualmente, è il quarto riscontro cronometrico di sempre ed ha inoltre conquistato anche l'argento nel chilometro da fermo. In più si è aggiudicato su strada anche la Parigi-Roubaix Espoirs (sfruttando nel finale anche la sua esperienza sui velodromi), il che ne fa uno corridore molto adatto anche alle classiche del Nord. Una brutta caduta rimediata in estate alla Cascade Classic poteva avere conseguenze molto serie per lui e addirittura metterne in pericolo la carriera ma fortunatamente pare essersi ripreso già bene. Il carisma non gli manca e ciò potrebbe fare di lui anche un personaggio ricercato a livello mediatico. Nel 2010 sarà ancora nella Trek-Livestrong, ma molte altre formazioni (specie il Team RadioShack) lo attendono al varco per il definitivo salto di qualità.

Peter Stetina (8/8/1987)
Assieme a Van Garderen è l'altra speranza americana per le gare a tappe. Si difende molto bene in salita ed anche a cronometro sa dire la sua (in questo 2009 ha conquistato il titolo statunitense di specialità). Porta in dote due top-ten al Tour de l'Avenir (10° nel 2008, 7° nel 2009), una alla Fleche du Sud (6° lo scorso anno) ed una alla Ronde de l'Isard (6° in questa stagione con un successo di tappa), ma si è ben comportato anche alla Vuelta Mexico, gara rivelatasi abbastanza impegnativa e conclusa nelle prime 15 posizioni. Anche nelle gare di un giorno è riuscito a ben figurare, terminando in nona posizione la Liegi Espoirs nelle ultime due stagioni e classificandosi 6° al mondiale di Varese (mentre anche lui, al pari di Van Garderen, a Mendrisio è un po' mancato). Il passaggio alla Garmin per la stagione 2010 è importante ai fini di ulteriori valutazioni nei suoi confronti.

Bjorn Selander (Trek-Livestrong – 28/1/1988)
Buon crossista nelle categorie giovanili, in cui ha conquistato vari titoli nazionali, su strada ha fatto vedere discrete doti da passista che gli hanno permesso di farsi vedere con qualche dignitoso piazzamento anche in Europa. Per lo più però si è trovato a gareggiare in gare sparse un po' in tutto il Nord America e pertanto le occasioni per giudicarlo non sono state poi molte. Se la cava discretamente a cronometro, e infatti dal 2010 correrà con il Team RadioShack. Della stessa annata di nascita è anche Cole House, passista riuscito a mettersi in evidenza sul pavé belga (7° al Fiandre Espoirs nel 2008 e vincitore del GP Waregem per Under 23 in questa stagione).

Nathan Brown (7/7/1991)
Tra i più giovani atleti che stanno venendo fuori dal movimento americano lui sembra essere colui che suscita maggior interesse, in virtù di una buona propensione alle gare contro il tempo e ad una discreta tenuta in salita, grazie alle quali è stato già più volte protagonista in alcune tra le gare a tappe europee più importanti del panorama giovanile. Su tutte spiccano la vittoria al Tour du Pays de Vaud in questa stagione (dove ha vinto anche il prologo) ed il successo nella prova canadese della Coppa delle Nazioni nella scorsa annata, oltre a vari buoni piazzamenti. Il 2010 sarà la sua prima stagione da Under 23. Occhio di riguardo anche per Gregory Lawson Craddock, classe 1992, vicecampione del mondo a cronometro tra gli juniores (battuto per appena 2" dall'australiano Durbridge) ed in buona evidenza sia su pista che in brevi gare a tappe.

David Veilleux (Kelly Benefit Strategies – 26/11/1987)
Per un ragazzino del Québec sarebbe sicuramente più facile decidere di giocare a hockey su ghiaccio piuttosto che cimentarsi con la bicicletta ma, evidentemente, a David Veilleux piacciono le sfide e ben presto si è fatto notare nel paese come ciclista "all-rounder", uno che si difende su tutti i terreni anche se con uno spiccato talento per le prove contro il tempo. Negli ultimi quattro anni ha sempre vinto il titolo nazionale a cronometro per la categoria Under 23: queste vittorie gli hanno dato la possibilità di partecipare ai Campionati del Mondo, in cui ha ottenuto un netto miglioramento di anno in anno passando dal 50° posto del 2006 al 10° di quest'anno ad una quarantina di secondi dal podio. La vittoria nel Tour of Pennsylvania 2008 ci ha mostrato anche un discreto spunto veloce ed un buon recupero tappa dopo tappa. Per rimanere in Canada segnaliamo anche il giovanissimo Guillaume Boivin (classe 1990), vincitore del titolo nazionale élite.

César Vaquera (22/4/1989)
Un nome interessante da seguire c'è anche in Messico e si tratta del giovane César Vaquera che corre per la Overn Cycling Team, team élite. Il suo punto di forza è la volata e nello scorso ottobre, alla Vuelta a Chihuahua, è riuscito a vincere la quinta tappa lasciandosi alle spalle anche il ben più esperto spagnolo Javier Benítez Pomares. Difficilmente lo vedremo lottare spalla a spalla con Cavendish, ma se sarà costante nei suoi progressi potrebbe veramente farsi un nome come cacciatore di tappe in queste impegnative e seguitissime corse centro-americane: chissà però che non decida di fare il grande salto venedo a testarsi in Europa...

Grégory Brenes (Continental Team Differdange – 21/4/1988)
Vincere a soli 20 anni una corsa a tappe lunga (ben 14 frazioni) e sicuramente non facile come la Vuelta a Costa Rica non è da tutti specie se l'anno prima si è già saliti sul podio. Dopo aver iniziato con la MTB, Grégory ha vinto entrambi i titoli nazionali juniores su strada nel 2006, mentre nel 2008, assieme alla vittoria nella corsa a tappe più prestigiosa del Paese, sono arrivate anche le prime attenzioni dall'Europa. L'adattamento allo stile di vita ed al ciclismo europeo però non è stato dei migliori, così l'esperienza nel team continental lussemburghese Differdange è terminata in fretta. La caratteristiche principali di Brenes sono quelle di un passista scalatore: forte in salita, sa disputare anche ottime cronometro (secondo ai Giochi Panamericani) e possiede una buona abilità di recupero che lo rende molto competitivo nelle corse a tappe.


Professionisti di prima fascia

Thomas Peterson (Garmin-Slipstream – 24/12/1986)
Alla Garmin già da due stagioni, ha raccolto il maggior risultato vincendo una tappa al Tour of California in un arrivo a due con Levi Leipheimer (che quel giorno conquistò la maglia di leader). Per lui discrete doti da scalatore, mostrate anche nelle annate precedenti (12esimo al Giro della Valle d'Aosta, 10° alla Vuelta a Lleida e alla Ronde de l'Isard nel 2006, 15esimo all'Avenir nel 2008), ma finora, oltre alla sopracitata vittoria, è arrivato qualche sporadico piazzamento (8° al Bayern Rundfahrt e 10° al Giro dell'Austria nell'ultima stagione), ma saranno le prossime annate a dirci se può aspirare a qualcosa di più importante oppure se sarà destinato a restare un onesto comprimario e nulla più. È stato alla Slipstream nel 2007 e ci è tornato da agosto 2009 come stagista anche Alex Howes, classe '88 che però ci pare ancora troppo acerbo ed immaturo per il Pro Tour.

Andrey Amador Bikkazakova (Caisse d'Epargne – 9/8/1986)
Non è facile per un ciclista del Costa Rica riuscire ad emergere a livello internazionale ma il grande talento e una forte determinazione hanno permesso ad Andrey Amador di emergere nel suo intento. Di madre russa e padre costaricense, Andrey ha ottenuto ottimi risultati soprattutto nel 2008 quando vinse la prima tappa del Tour de l'Avenir (una cronometro di 7,5 km) giungendo poi quinto nella classifica finale: i buoni risultati ottenuti nel calendario spagnolo durante il resto della stagione gli hanno dato la possibilità di passare professionista con la Caisse d'Epargne di Eusebio Unzue. Nel suo primo anno nella massima categoria è riuscito a piazzarsi nei primi 10 in un paio di cronometro ed al Tour of Benelux è stato 13esimo nella classifica finale. Ma Amador non è un cronoman puro visto che comunque si difende abbastanza bene sulle salite brevi o non troppo impegnative: il secondo anno alla Caisse d'Epargne ci potrà dire sicuramente di più sulle prospettive di questo ragazzo.

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