Un orologio d'argento - Crono alla Armstrong, Cantele 2a
Che in un Campionato del Mondo ci scappi una sorpresa ci può stare. Ci può stare, ma un po' meno, in una crono, in cui grosso modo sai qual è la rosa delle 6-7 favorite che si giocherà una medaglia, gente che a crono è sempre andata forte ed è avvezza a certi piazzamenti in questa specialità. Ma alzi la mano chi si aspettava che fosse la nostra Noemi Cantele a regalarci questa medaglia d'argento, in una specialità che l'ha sì spesso vista bazzicare le top-10, ma mai con la costanza e con la qualità delle sue avversarie che oggi si è messa dietro.
Oggi Noemi ha verosimilmente toccato il punto finora più alto della sua pur nobile carriera, mettendosi al collo una medaglia mondiale proprio nella prova che mai si pensava potesse regalargliela. Nei giorni scorsi, al momento in cui i nomi delle azzurre per la prova contro il tempo sono stati resi noti (oltre a Noemi, ha preso il via Tatiana Guderzo, alla fine discreta 18esima), il c.t. Salvoldi si era affrettato a commentare che la presenza delle due azzurre era da considerare quasi simbolica, per servire da traino alle giovani che stavano muovendo i primi passi nella specialità. Come a dire, porto le migliori stradiste che ho, per evitare la figuraccia dell'anno scorso (entrambe le azzurre oltre il 35° posto) e far vedere che il movimento è per lo meno vivo.
E invece ci ritroviamo una Cantele che fa la gara della vita e coglie il miglior risultato di sempre di un'azzurra nella prova iridata contro il tempo (Alessandra Cappellotto era stata terza a Lugano) e la spedizione azzurra a Mendrisio può già dirsi in attivo, comunque vada a finire la prova in linea.
Ma se la prestazione di Cantele ha catalizzato gran parte della nostra attenzione, non possiamo non tributare i giusti onori alla (stra)vincitrice della prova, quella Kristin Armstrong che, 99 su 100, tra tre giorni sarà al via della sua ultima gara della carriera. Cinquantacinque secondi tra lei e la varesina, una superiorità mai in discussione, sin dal primo intermedio e poi via via ad aumentare fino a sfiorare il minuto sul traguardo, per regalarsi il suo secondo titolo di specialità, non prima di aver messo in carniere anche l'oro olimpico.
Altra mezza sorpresa di giornata è la danese Villumsen, che fino agli ultimi metri ha conteso la piazza d'onore alla sua probabile futura compagna di squadra (voci insistenti danno Noemi al Team Columbia nella prossima stagione) e alla fine deve "accontentarsi" del metallo meno pregiato per soli 3", dopo essere stata vicinissima all'italiana ad ogni rilevamento intermedio.
Rimanendo in casa Columbia, onorevolissima prestazione da parte di Judith Arndt, quarta anche se mai davvero in lotta per una posizione sul podio, ma precedendo favoritissime della vigilia, come l'austriaca Soeder (5a), la campionessa uscente Neben (6a) e la padrona di casa Thürig (9a). Completano la top-10 l'italiana d'adozione Tatiana Antoshina, tesserata Gauss, la sorprendente canadese Whitten, di cui finora conoscevamo solo le discrete doti da inseguitrice su pista, e la prossima cinquantunenne Jeannie Longo, che migliora il 13° posto di Varese.
Dalla quarta alla decima soli 24", cinque in meno di quelli che sarebbero serviti per buttare Noemi già dal podio, l'ennesima prova di una gara fantastica che potrebbe aprire davvero un nuovo capitolo nella carriera della varesina e, perché no?, un nuovo capitolo nella storia della disciplina nel nostro paese.
