Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Nessun Golia contro David - Dietro a Moncoutié succede poco | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Nessun Golia contro David - Dietro a Moncoutié succede poco

Versione stampabile

Guardiamola dalla prospettiva di Cadel Evans. Quante volte in carriera sarà tornato in albergo con le ossa rotte e la pesante palma dello sconfitto di giornata? Oggi era uno di quei giorni, in cui l'australiano era destinato a buscarle sonoramente. Non che avesse la gamba dei giorni migliori. Ma caspita, quel ritmo lì l'avrebbe tenuto senza problemi. Forse non avrebbe attaccato, ma quando mai può dire di aver attaccato? Evans, uno dei prìncipi del ciclismo dell'attendismo, uno di quelli che lo incarnano al meglio, e purtroppo per lui uno di quelli che ne guadagnano di meno, se è vero che si fatica a notare nel suo palmarès vittorie importanti.
Ma nonostante gli astri gli pedalassero contro, palesandosi con una noia meccanica allo scollinamento dell'Alto de Monachil (a 18 km dal traguardo), Evans la spugna non l'ha gettata. Ha perduto un maledetto minuto e un quarto ad attendere un'ammiraglia che non arrivava, bloccata dal direttore di corsa (ci sarebbe stato lo stesso atteggiamento con Valverde nei guai?), e ad assistere a un'operazione a cuore aperto della sua bici da parte dei meccanici del cambio ruote. E poi riparti, coi colleghi dell'altissima classifica che se ne sono andati ringraziando il cielo per tale grazia ricevuta, riparti e trova le energie soprattutto mentali per non mandare tutto in mona(chil). Cadel ha resistito, ha recuperato 15" subito, si è accodato a Tiralongo e a Samuel Sánchez - staccatisi dai primi per limiti propri e non del mezzo - ha resistito quando si è accorto che il campione olimpico ne aveva di più (e infatti da un certo momento in poi SSG è andato via da solo), non è andato alla deriva. Quando davanti traccheggiavano, recuperava anche quei 5"; poi li riperdeva, anche perché Tiralongo non collaborava (solo un po' alla fine). Ma alla fine l'ordine d'arrivo recita "Evans ottavo, a 1'08" da Valverde terzo", e la classifica dice che l'australiano (che non ha ricevuto nemmeno la cortesia che il compagno De Greef, che gli era rimasto davanti, si fermasse ad aiutarlo) è quarto a 1'23" dal murciano in oro. Ovvero, in teoria la Vuelta Cadel potrebbe ancora vincerla; o provare a farlo. In definitiva, si conclude che Evans oggi è tra i vincitori della tappa, altro che sconfitto.

Guardiamola dalla prospettiva di Damiano Cunego. Aver entusiasmato i suoi tifosi e anche un po' dei suoi detrattori sull'Alto de Aitana, domenica scorsa, essersi proiettato nella top ten di un grande giro, con buone speranze di continuare a far bene (visto quanto mostrato nel giorno del successo, ma anche l'indomani, a Xorret de Catí), aver esibito una gamba eccellente: troppa roba. C'era urgente bisogno di una doccia fredda per far ritornare sulla terra tutti quelli che si aspettavano una conferma dal veronese.
Fuori causa a poco più di 22 km dalla fine, ma un momento, 28'14" dal vincitore di giornata non saranno un po' troppi? Infatti. C'è di nuovo che non sapremo mai realmente quanto Cunego ne avesse per stare coi migliori, fino a quando avrebbe potuto resistere, che tipo di corsa avrebbe potuto fare se l'avesse fatta a tutta. Semplicemente perché era annunciato dalla vigilia che Damiano a un certo punto avrebbe mollato, avrebbe salvato la gamba, si sarebbe gentilmente fatto da parte e tanti cari saluti al settimo posto in classifica e a tutte le speranze di tanti appassionati.
Gettare la spugna quando non sarebbe strettamente necessario. Sì, certo, salva la gamba oggi e poi ci riprova domani, per un altro successo di tappa, ma una tappa in fondo l'ha già vinta, e in maniera splendida, la possibilità di bissare valeva veramente la pena di questa resa non richiesta? La realtà è che quando corri con l'obiettivo di ritirarti prima o poi, e i fatti che ti vedono brillante protagonista non bastano a tenerti avvinto al romanzo che tu stesso stai contribuendo a scrivere, c'è poco da recriminare. Così è stato deciso. Stop. Basta. Non si discute. Anzi sì: si può discutere almeno per due righi su quanto faccia schifo questo modo di interpretare il ciclismo? Di quanto sia disgustosa questa calcolatrice installata come un chip nel cervello dei corridori (oggi a Cunego, ieri a un altro, domani a un altro ancora: non è in discussione il corridore, ma l'atteggiamento)?

Ad ogni buon conto, c'è qualcuno a cui la gita fuori classifica di Damiano non sarà dispiaciuta per niente. Forse parliamo di David Moncoutié, che era rimasto col dente avvelenato per quella bella fuga sfumata domenica scorsa proprio sotto i colpi di Cunego, e che oggi - dopo aver continuato a razziare in questi giorni punti per la classifica Gpm - ha riprovato l'azione a lunga gittata. Rein Taaramäe e Koos Moerenhout l'hanno accompagnato nel suo viaggio, che poi negli ultimi 25 km di giornata si è trasformato in un monologo, visto che il francese ha preso il largo tutto solo con l'obiettivo di difendere 9' di margine sul gruppo dei migliori che proprio allora, sull'Alto de Monachil, stava venendo messo alle corde dal ritmo infernale impostato dagli uomini Liquigas: evidentemente Basso voleva disarcionare qualcuno di quelli che lo precedevano nella generale, e in effetti il forcing dei verdi suoi compagni ha fatto male a diversi personaggi: di Samuel Sánchez abbiamo accennato sopra. Ma Tom Danielson non lo vogliamo citare? Letteralmente precipitato dal quarto al nono posto nella graduatoria.
In quel momento la tappa prometteva qualsiasi scenario, di sicuro stava venendo fuori la giornata più spettacolare di questa Vuelta. E già, perché non abbiamo ancora detto che tra Moncoutié e il gruppo maglia oro c'erano 22 contrattaccanti che nel corso della giornata erano arrivati ad avere anche 8' su Valverde e soci: e stiamo parlando di gente che si chiama Joaquím Rodríguez (a 4'01" dall'Embatido nella generale), Daniel Navarro (a 3'53"), Johnny Hoogerland (a 6'39"), per restare ai più vicini e significativi; ma c'erano anche Kreuziger, Ballan, Marzano, Carrara, García Dapeña, Cancellara, Gárate, López García (altro Caisse d'Epargne a completare - con JRO - una tattica perfetta da parte della squadra di Valverde). Chi tira dietro per ricucire? La Euskaltel, ma magari gli arancioni del País Vasco si sarebbero risparmiati un po' di fatica, se avessero saputo che Sánchez González non era nel giorno di massimo splendore della sua carriera.
Ma in ogni caso, a 20 km dalla fine avevamo ancora una situazione tattica intrigantissima, col gruppo dei 22 che ovviamente aveva perso pezzi su pezzi sul Monachil, e si apprestava a farsi risucchiare lungo l'ascesa a Sierra Nevada. Ma che aiuto avrebbero dato ai rispettivi capitani i gregari/luogotenenti mandati in avanscoperta? Chi si sarebbe mosso tra gli uomini di classifica? Quanto avrebbe incassato Evans dopo il guaio meccanico? Quanto avrebbe perso Samuel? Quanto Danielson?

Poi, sul più bello, ecco che le polveri di colpo si sono bagnate. JRO, che avava provato ad allungare sui compagni di fuga, si è fermato ed ha aspettato Valverde. Idem López García. Idem Kreuziger. Idem Gárate. Nel tourbillon di gregari messi davanti a tirare un gruppetto dei migliori formato solo da 4 uomini (Valverde, Basso, Gesink, Mosquera), non arrivava mai il turno della sgasata di uno dei capitani. Valverde? Manco a pensarci, per lui vige la regola dell'abbuono senso di ogni movimento, quindi perché non aspettare la volata?
Gesink? Ci aveva provato in un paio di tappe precedenti, ma stavolta evidentemente aveva le polveri bagnate. Basso? Un paio di tentativi di forcing li ha fatti, Ivan, ma non ha fatto male a nessuno dei diretti contendenti (certo, ha fatto staccare Rodríguez, ma questo era l'obiettivo?), e se n'è tornato presto buono a ruota.
Non rimaneva che Mosquera, che in effetti la sua parte l'ha onestamente fatta: uno scatto a 7 km dalla vetta, a vuoto; un altro ai 2 km, e stavolta qualcosa s'è mosso: Valverde ha fatto cenno di andare col compatriota, ma poi si è fermato lasciando che fosse Ezequiel ad andare a giovarsi del secondo posto di giornata. Al murciano bastava la volatina per l'abbuono del terzo posto (missione compiuta).
Intanto che costoro cincischiavano, Moncoutié manteneva un margine adeguato a consegnargli il successo di tappa (che si aggiunge alla blindatura, effettuata oggi, della maglia di leader del Gpm); e Samuel Sánchez recuperava, portando a soli 20" un gap dai migliori che era stato anche ben oltre il minuto; e ancora, Evans limitava i danni, quando un'altro atteggiamento di chi lo precedeva l'avrebbe sbattuto per direttissima fuori dai giochi per l'alta classifica.
Ma così vanno le cose, in questa Vuelta: l'importante è farsi meno male possibile, poi penseremo a tutto il resto. Valverde resta primo con 27" sul bravo Gesink, con 1'02" su Ivan, con 1'23" su Evans e 1'32" da SSG. Mosquera, l'unico guastatore di professione, è a 1'46", poi l'abisso, il settimo è Rodríguez a 5'02", poi c'è un ottimo Tiralongo che a 5'33" e con quasi 5' di vantaggio sull'undicesimo, intravede la possibilità di centrare una top-ten forse insperata alla vigilia. E domani l'ultimo arrivo in salita forse ci dirà, a Sierra de la Pandera, se la terza settimana di questa Vuelta sarà valevole di essere seguita con l'interesse che merita un grande (non solo di nome, ma anche di fatto) giro.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano