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La Francia trova l'enfant - Sicard domina la prova Under 23

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 Probabilmente un mese di settembre così avrebbe potuto immaginarlo solo nel più ottimistico dei sogni, ma quando si ha il coraggio di agire senza remore, senza farsi troppi problemi ed in uno dei punti divenuti già strategici del circuito di Mendrisio, arrivare sul traguardo a braccia alzate è un premio più che meritato. Romain Sicard riporta la Francia sul tetto del mondo dopo ventidue anni nella categoria Under 23 (ultimo a trionfare prima di quest'oggi era stato Richard Vivien nel 1987) e si concede un'accoppiata extralusso dopo aver conquistato non più tardi di tredici giorni fa un Tour de l'Avenir, suggellato da una fuga matta nella prima frazione e che aveva rischiato clamorosamente di sfumare a causa di un cambio di bicicletta irregolare (di 2'01" sull'americano Van Garderen rimase appena 1"). Chissà se Sicard deve aver avuto il tempo di dare un'occhiata allo sviluppo della gara del mattino, visto che quando l'olandese Kreder ha deciso di allungare nella discesa verso Balerna, alla penultima tornata e con poco più di venti chilometri ancora da percorrere, non ci ha pensato su due volte a seguire l'atleta orange, collaborare di buzzo buono con lui e lasciarlo definitivamente sui pedali sull'ultima ascesa dell'Acqua Fresca, a circa 200 metri dallo scollinamento e con ancora dieci chilometri da percorrere in solitaria, verso la gloria, dando fondo a tutte le proprie energie. Un noto detto recita che "del diman non v'è certezza" e quindi parlare di una nuova e luminosa età dell'oro del ciclismo francese probabilmente è ancora azzardato ma in un 2008 in cui arrivarono in quel di Verbania i titoli europei di Gautier proprio tra gli Under 23 e di Le Bon tra gli Juniores (quest'ultimo poi trionfò anche nel mondiale) ed un 2009 in cui la splendida accoppiata di Sicard si è andata ad affiancare anche alla splendida affermazione di un giovanissimo come Thibault Pinot (classe 1990) in una corsa da duri come Giro della Valle d'Aosta, beh non si può certo negare che il presente sia ben più di una speranza. Per il buon Romain comunque qualche certezza circa il proprio futuro era già venuta alcune settimane prima di entrare idealmente nel paese di Bengodi, se è vero che dalla piccola Continental spagnola Orbea effettuerà il salto in una squadra quale l'Euskaltel-Euskadi che ai passisti scalatori lascia ben volentieri il proscenio.
Parliamo di un atleta già professionista dunque e partiamo proprio da questa constatazione per far notare come questa volta eventuali grida di scandalo suoneranno inevitabilmente inopportune negli ambienti nostrani. Dopo tanti anni difatti anche la nazionale italiana si è decisa a schierare il suo atleta che ha già assaggiato, seppur da pochi mesi, una fetta di professionismo, tra l'altro con ottimi riscontri (vedasi la Coppa Agostoni ad esempio), ma quest'oggi Damiano Caruso, che si è meritato l'approdo alla LPR anche grazie all'ottima prima parte di stagione tra gli Under 23, non ha incontrato una delle sue giornate migliori ed il suo finale di gara, con la top-ten salvata appena, ne è l'emblema che non salva un'Italia che a dodici mesi dall'argento di Simone Ponzi si ritrova nuovamente nella dimensione del fallimento e dove alcune scelte tecniche, come quella di escludere dalla formazione titolare uno Stefano Pirazzi sempre protagonista nelle ultime stagioni, a vantaggio anche di un Diego Ulissi condizionato per tutto l'anno dai problemi fisici (e tornato in forma decente solo nelle ultime settimane) e che quest'oggi, per sua stessa ammissione ai microfoni Rai a fine gara, non aveva una gamba super si sono rivelate inevitabilmente discutibili.
Italia nuovamente tra le sconfitte e questa volta in maniera molto più perentoria, nonostante alcune prove ugualmente molto confortanti (quelle di Pagani e di Ratto) mentre un nuovo podio, seppur d'argento in questo caso, costituisce un nuovo motivo di successo per una Colombia che, scarrozzando alcuni interessanti giovanotti in giro per l'Europa, sotto l'ottima guida di Franco Gini va a prendersi un prezioso secondo posto con Carlos Alberto Betancur dopo l'iride conquistato da Duarte dodici mesi orsono ed il Giro Baby che ha visto trionfare Cayetano Sarmiento nello scorso mese di giugno. Un argento frutto soprattutto di una tattica di corsa spettacolare, con i sudamericani pressoché sempre presenti nei vari tentativi di fuga, per non tradire anche un'indole che li vuole spesso scatenati alla minima variazione di pendenza.
Proprio Sarmiento è stato il protagonista, quasi tra l'incredulità generale, di uno dei primi tentativi di fuga di giornata, quando dopo pochi chilometri si è lanciato in una sortita protrattasi per una decina di chilometri assieme allo statunitense Howes e allo svizzero Fumeaux. Dopo qualche schermaglia è stato l'austriaco Schoffmann a produrre un tentativo d'attacco più convincente nel corso del terzo giro del circuito (circa 38 chilometri percorsi), continuando in una sortita solitaria per una buona trentina di chilometri in cui era riuscito a guadagnare un margine di 2 minuti buoni sul gruppo, prima di vedersi raggiungere da un quartetto di buoni pedalatori che nel frattempo era uscito all'inseguimento. Al km 68 pertanto, quando la quinta tornata era ormai prossima alla conclusione, a Schoffman si sono aggiunti il tedesco Keinath, il colombiano Atapuma, l'australiano Matthews e il canadese Veilleux. Il quintetto è andato avanti di buona lena ancora, cosicchè il vantaggio è salito a 1'15"-1'20" nel corso della settima tornata (-6 giri alla conclusione) ed ha toccato un vantaggio massimo di 2'07" nel corso dell'ottava, con Australia e Colombia tranquillamente in testa al gruppo a controllare. A quel punto, fatta eccezione per qualche tentativo telefonato di allungo di Geniez, Kwiatkowski, Nerz e Vinther, la presenza di corridori quali Keinath (vincitore di una tappa al GP Tell), Matthews (2° al Gran Premio Liberazione in primavera) e di un buon scalatore come Atapuma cominciava a costituire un pericolo ed è stato così che nel corso del nono giro, dopo circa 110 chilometri di gara percorsi, che finalmente alcune maglie azzurre si sono viste in testa al gruppo. L'onere del forcing per ricucire lo svantaggio è toccato ad Angelo Pagani, che con vibranti trenate (con Caruso in seconda ruota) è riuscito a limare lungo l'ascesa dell'Acqua Fresca ben 1 minuto ai fuggitivi, che al precedente passaggio sul traguardo vantavano 1'45" sul plotone. L'ottimo lavoro dell'atleta della Bottoli, secondo al recente Giro della Valle d'Aosta, è poi proseguito anche sull'ascesa di Novazzano, quando il russo Solomennikov è riuscito ad evadere dal gruppo e raggiungere i fuggitivi che nel frattempo vedevano ormai la loro sorte segnata, visti i pochi secondi (appena 7") di vantaggio al nuovo passaggio sul traguardo. E' iniziata così la decima tornata (-4 giri alla conclusione) in cui è stata nuovamente la Colombia, questa volta con Henao, a smuovere la situazione sull'Acqua Fresca, con il talentuoso scalatore, più volte in bella mostra nel corso della stagione, a prendere alcune decine di metri di vantaggio, con il francese Edet e lo sloveno Furdi tra i primi a tentare il ricongiungimento nel gruppo, verificatosi poi allo scollinamento. E' però nel successivo tratto di discesa fino ai piedi del Novazzano che la situazione si fa intrigante: si forma un gruppo di quindici atleti al comando con dentro gente del calibro di Degenkolb, Sicard, Henao, Kennaugh, Nerz, Edet e Kreder tra gli altri ma dove colpisce l'assenza di corridori italiani che in una tale situazione avrebbero sicuramente dovuto essere presenti con almeno un elemento. Sono però ancora i nostri a prendere in mano la situazione con un bravissimo Daniele Ratto che, per nulla emozionato dalla prima esperienza mondiale, si porta in testa e opera un deciso inseguimento, ben coadiuvato da Gianluca Brambilla nei pressi dello scollinamento di Novazzano (44 chilometri all'arrivo). L'andatura di Ratto provoca una certa scrematura in gruppo, con una trentina in testa (con quattro italiani su cinque presenti), che diventano poi 52 corridori al passaggio sulla linea del traguardo. Sul nuovo passaggio su per l'Acqua Fresca è nuovamente lo sloveno Furdi, già in evidenza nella tornata precedente, a portarsi in testa col francese Geniez ed è proprio quest'ultimo ad allungare deciso nella successiva discesa, raggiunto prima dallo stesso Furdi e poi da un attento Gianluca Brambilla, ai quali si aggiunge proprio all'inizio del Novazzano un brillante Leigh Howard, cliente pericolosissimo in caso di arrivo allo sprint. Da dietro il solo Henao con un'altra bella accelerata riesce a rientrare mentre il gruppo non reagisce, nonostante nazioni come Olanda, Germania e Gran Bretagna siano rimaste escluse dal tentativo, tanto che ad un certo punto è il belga Baugnies a cercare concretamente l'inseguimento, rimanendo però soltanto a bagnomaria tra le due "fazioni".
Allo scollinamento (-30 al traguardo) il quintetto viaggiava con 22" su Baugnies e 37" sul plotone nel quale la Russia di Silin, anch'essa sopresa dall'azione, ha iniziato le operazioni di ricompattamento. Il tentativo, che al passaggio aveva raggiunto i 40", è però pian piano scemato verso l'Acqua Fresca nonostante la buona volontà di Howard (che però in salita è stato tra i primi a cedere) e così il lavoro dell'Olanda prima e l'azione di Silin poi hanno rimescolato nuovamente le carte. Si era intanto entrati nella penultima tornata e la presenza di Damiano Caruso nelle posizioni buone del gruppo allo scollinamento dell'Acqua Fresca (con Ratto leggermente defilato dopo il gran lavoro e Ulissi definitivamente out) faceva presagire un qualcosa di buono per i chilometri seguenti ma l'impulso dato dall'Olanda in salita è stato concretizzato da Kreder che, a poco più di 20 chilometri dall'arrivo, si è gettato all'attacco in discesa. In questa fase il solo Sicard è stato lesto a seguire l'atleta della Rabobank Continental, trovando subito un buon accordo. Dietro deciso rallentamento del plotone con il solo Edet a cercare l'inseguimento per provare così a dar man forte al connazionale ma che invece si è trovato inutilmente a bagnomaria. Il duo di testa intanto ha raggiunto i 43" sul gruppo sul Novazzano con Edet raggiunto dallo scatto di Silin (ancora lui) mentre da dietro prima Caruso e poi soprattutto Kennaugh hanno tentato la progressione utile a ridurre lo svantaggio. Se allo scollinamento il vantaggio su gruppo sfilacciato era di una ventina di secondi, al suono della campana Sicard e Kreder sono transitati con 29" su un primo gruppetto inseguitore e con circa 35" sul resto del gruppo guidato ancora da un infaticabile Ratto che, nel frattempo, si era riportato in testa. Dietro sono rimasti in 9 (con Kennaugh, Silin, Vichot, Caruso, Silin, Kump, Brandle, Sarmiento e Betancur) ad inseguire prima dell'ultimo approccio all'Acqua Fresca, che si è rivelato fatale per il pur generoso Kreder: a circa 200 metri dallo scollinamento in fatti (-10 all'arrivo) Sicard ha infatti piazzato un allungo deciso che ha lasciato sui pedali l'olandese ed ha così iniziato la sortita solitaria. Il vantaggio di 15" in vetta su Kreder e di 42" sul gruppo (con Kennaugh in leggera difficoltà a circa 50") si è però dilatato tra discesa e Novazzano, approfittando del poco accordo in seno al gruppo, a 40" sull'olandese e 1'42" sul plotone, ponendo di fatto quasi la parola fine alla contesa. Sull'ultima asperità di giornata è stato Silin a trovare ancora una volta le energie per partire, seguito prima da Sarmiento e poi con più convinzione dall'altro colombiano Betancur, la cui verve non è stata comunque inutile. Sicard ha difatti accusato un po' la fatica ed il vantaggio allo scollinamento (2900 metri all'arrivo) si è ridotto a 33" sulla coppia inseguitrice mentre da dietro è ripartito di forza Kennaugh (transitato a 55") con gli altri a poco più di un minuto e Damiano Caruso, ormai a corto di energie, costretto ad alzare definitivamente bandiera bianca. Nessuno più a quel punto poteva mettere in pericolo il successo di Sicard, che è potuto così giungere solo a braccia alzate sul traguardo e dar sfogo alla propria esultanza, mentre a 27" Betancur è andato a precedere il russo Silin (comunque sempre presente negli appuntamenti che contano), partito lungo nello sprint per l'argento. A 49" Kennaugh ha conquistato la quarta piazza con un allungo nel rettilineo finale mentre a 54" Baugnies ha preceduto per la quinta piazza Kump (ottima prova dello sloveno su un circuito poco adatto alle ruote veloci), il kazako Nepomnyachshiy (che ha tentato l'allungo negli ultimi chilometri) e il colombiano Sarmiento. Caruso, ormai esausto, si è piazzato decimo a 1'33", anticipando di poche decine di metri Geniez e la volata del gruppo (con Stetina, Edet, Nerz e Gastauer) regolata da Castroviejo. In questo gruppetto ha concluso la sua fatica anche un generoso Gianluca Brambilla (37esimo) mentre Daniele Ratto (promosso a pieni voti) ha terminato 39esimo a 5'21". Non hanno invece concluso Pagani (prova la sua resa positiva dal gran lavoro effettuato) e Ulissi (insufficiente il suo mondiale). Tra le grandi deluse del giorno la Germania (piazzamento marginale per Nerz), gli Stati Uniti (Stetina e Van Garderen mai nel vivo della gara) e la Danimarca (mondiale da dimenticare per Guldhammer).
In conclusione solo 72 al traguardo su 166 al via per una prova che si è mostrata senza dubbio selettiva e che i professionisti, sottoposti ad uno sforzo ancora maggiore nella prova regina di domani, dovranno senza dubbio tenere a mente, soprattutto per quel che concerne i punti strategici in cui cercare la stoccata vincente.

Vivian Ghianni



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