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Luis, León dei Pirenei - Altra fuga, vittoria a Sánchez Gil

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Quando ti alzi al mattino e guardi il profilo altimetrico di una tappa che ti deprime, non ti resta che una cosa da fare: sperare che almeno qualche bel personaggio venga fuori a fare il diavolo a quattro e a conquistarsi onori e prime pagine. Oggi ci è andata bene, visto che Luis León Sánchez Gil ha fatto proprio quello che abbiamo appena detto: in fuga per 80 km, lo spagnolo ha poi vinto la tappa ed è pienamente rientrato in classifica, in una posizione (l'undicesima) da cui spera di poter lanciare altri assalti nei prossimi giorni.
LLSG, diventato ormai una sigla importante nel ciclismo, è un po' l'alter ego di Contador: di un anno più giovane (è del 1983), ha fatto un tratto di percorso con Alberto alla Liberty Seguros, da giovane era accreditato di un talento simile a quello del madrileno, ma finora non ha raccolto che briciole in confronto al palmarès messo insieme dal collega.
Eppure Contador lo teme, e quest'anno ne ha subìto una memorabile batosta alla Parigi-Nizza, corsa da Sánchez in maniera scoppiettante e remunerativa. Per cui, tra i tanti problemi (che poi in realtà sono un problema unico: Armstrong) che Alberto si trova a fronteggiare in questo Tour, non gli mancava che vedersi ripiombare Luis a 2'10" di distanza nella generale.
Profilo altimetrico deprimente, dicevamo: come definire altrimenti una tappa che vede tre salite pirenaiche da affrontare in serie, ma con ben 40 km dall'ultimo picco al traguardo? Un percorso-purga, visto che che spinge i corridori a digerire e poi dimenticare i propositi di attacco, visto l'ampio spazio che c'è per quelli all'inseguimento per recuperare. E quello di oggi non è niente in confronto a quello di domani, che vedrà i miti Aspin e Tourmalet a metà tracciato, con 70 km di discesa e pianura dopo l'ultima vetta. Ci si chiede come mai gli organizzatori del Tour insistano a proporre simili tappe. La risposta è semplice: sono scemi.
Nonostante tutto, in avvio uomini come Evans (il più convinto), Schleck, Martin e Wiggins hanno provato ad attaccare, sul Port d'Envalira. Ma la Astana ha controllato tutti, e sconsigliato lo stesso Evans (l'ultimo a cedere alla pressione del team kazako) dal proseguire il suo sforzo. Magari i rivali di Contador (e Armstrong) avrebbero potuto provare a sganciare dapprima le seconde linee, ma dopo la tristezza della non-tappa di ieri non ci sentiamo di gettar loro addosso la croce nel giorno in cui hanno dimostrato la volontà di far qualcosa.
Solo quando i più vicini e pericolosi avversari degli Astana hanno desistito, è potuta partire veramente la fuga, animata da Efimkin (ottima giocata dell'AG2R di Nocentini per evitare di dover lavorare tutto il giorno all'inseguimento), Cancellara, Flecha, Hincapie, Hushovd (uscito a cercar punti per la maglia verde sui traguardi volanti, e riuscito nell'impresa, visto che ha sfilato a Cavendish il simbolo del primato nella relativa classifica), e poi, negli ultimi 100 km, anche da LLSG, Ignatiev e poi Astarloza e Rosseler (gli ultimi ad agganciare gli attaccanti, prima del Col de Port).
Il Port e l'Agnes hanno scremato il drappello di fuggitivi, respingendo i meno avvezzi di loro alla salita, tanto che dopo l'ultima scalata erano rimasti davanti in quattro (Astarloza, Casar, Efimkin e Sánchez) bravi a guadagnare fino a 2'30" e a tenere a distanza il gruppo dei migliori.
Il finale è stato appassionante, con Efimkin che, dopo non aver praticamente collaborato mai alla fuga (con la scusa di avere Nocentini in maglia gialla), ha provato l'allungo ai 3 km, restando sempre alla vista degli altri tre, ma resistendo con un risicato vantaggio fino ai 350 metri. Il russo è stato ripreso sul rettilineo finale, dove Sánchez ha chiuso il buco e Casar ha sprintato pensando di poter chiudere la partita a suo favore. Ma il francese non ha fatto i conti col prepotente ritorno di LLSG, che l'ha passato a meno di 100 metri dallo striscione e ha così bissato il successo al Tour di un anno fa (esattamente l'11 luglio come allora).
Nocentini, staccato sul Col d'Agnes sotto i colpi inferti al gruppo da Andy Schleck (non rassegnato a non tentare ancora di mettere in difficoltà gli Astana, ma frustrato nel suo attacco, che pure aveva ridotto il plotoncino dei migliori a meno di 20 unità - tra di loro un bravo Nibali), è poi riuscito a recuperare in discesa e ha salvato la maglia gialla, che conserva con 6" su Contador e 8" su Armstrong, mentre fa specie il quarto d'ora beccato da Pellizotti: ma 9 su 10 Franco si è rilassato in vista di una probabile fuga domani.

Marco Grassi

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