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Kirchen Urbi et Vallorbe - Valjavec resta leader nel dì di Kim

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A vederla così la prima cosa che verrebbe spontanea fare è un sincero applauso a Roman Kreuziger.
Non solo per l'attacco portato dal vincitore uscente della corsa elvetica negli ultimi tre chilometri di gara, quanto piuttosto per aver cercato di dimostrarci che questo Tour de Suisse edizione 2009 non è un affare privato tra Team Columbia e Saxo Bank. Per un po' ci stavamo credendo, specie quando il giovane ceco è riuscito a levare di ruota Albasini, che prontamente gli si era accodato appena l'aveva visto alzarsi sui pedali. La speranza che la voglia di vittoria dei Columbia si fosse saziata è stata però improvvisamente spazzata via negli ultimi cinquecento metri: scatto deciso di Kirchen, che in poche pedalate si riporta su Kreuziger ai 200 metri dal traguardo, per poi saltarlo di netto, senza neppure voltarsi ai 150 metri in quello che si è rivelato un arrivo senza storia.
Cambiano gli attori protagonisti, con la gloria che abbraccia anche Kim Kirchen, il vincitore della Freccia Vallone 2008 che fin qui aveva vissuto un'annata pressoché da dimenticare, anche a causa di una caduta al Giro della California che tra le altre cose gli aveva messo fuori uso una clavicola, ma le maglie biancogialle del Team Columbia si divertono a fare la voce grossa, salendo ora anche un paio di scalini al giorno (anche oggi Greipel vittorioso in Olanda) verso la montagna delle vittorie, che tocca ora quota quarantadue. L'affare-Svizzera, come detto precedentemente, continua a riguardare molto da vicino anche la Saxo Bank di un Fabian Cancellara, che esce senza dubbio rinfrancato dall'arrivo odierno e a cui ora basterà difendersi nella maniera migliore possibile domani a Crans-Montana per poi cercare di menar fendenti a destra e a manca nella crono conclusiva della sua Berna. In fin dei conti era anche prevedibile che quest'oggi la parola "scossone" sarebbe stata pressoché abolita, visto che quella che avrebbe dovuto essere una parvenza di salita, che giungeva ai 1030 metri di Juraparc, poco sopra Vallorbe, si è rivelata tale solo negli ultimi tre dei 204 chilometri della frazione più lunga di questa edizione. Prima se non è stata pianura poco ci è mancato, con qualche breve tratto in discesa, tanto che era possibile distinguere in mezzo al gruppo fino ai -5 circa dal traguardo, tra gli altri, la maglia di campione belga di Jurgen Roelandts ed un Daniele Bennati molto più pimpante ed in crescendo di condizione, che si è generosamente speso per la causa di Zaugg e Kreuziger dando qualche bella trenata in testa.
Fin lì la corsa era vissuta sulla fuga di giornata di ottimi passisti veloci come Ciolek, Burghardt (altro Columbia), Rojas e Gaudin, scattati attorno al trentesimo chilometro (in precedenza ci avevano provato prima Van Avermaet e Oroz, poi Demaret e Brutt ma senza successo) e ripresi dopo circa 140 km di avanscoperta ai meno 14 dal traguardo, dopo aver toccato un vantaggio massimo di 6'12". Nel gruppo, tirato da Rabobank e Silence-Lotto, le acque si sono mantenute calme ed un paio di brividi li ha vissuti proprio il Team Columbia, allorquando Tony Martin, il meglio piazzato in classifica generale e leader dei GPM, si è reso protagonista di due scivolate ai -36 e ai -32 dal traguardo (quest'ultima coinvolgendo un Caisse d'Epargne) sull'asfalto reso viscido dalla pioggia che in quel momento cadeva sulla gara e che rendeva, come spesso accade, simili a saponette strisce pedonali o di delimitazione presenti sull'asfalto. Nessuno problema però per il giovane tedesco, aiutato a rientrare dopo qualche chilometro da Cavendish (ammirevole lo spirito di squadra del britannico) ed Eisel. Dopo un tentativo di Dietziker durato un paio di chilometri e operato nel momento in cui la fuga dei quattro di testa si esauriva, erano la Katusha (per Karpets) e l'Astana (per Klöden) ad imporre un'andatura sostenuta al gruppo, che iniziava leggermente a frazionarsi nelle posizioni di coda, mentre la Saxo con Arvesen a dar trenate e Cancellara tranquillo a ruota dei fratelli Schleck cercava di controllare al meglio della situazione. Tutti a quel punto si sarebbero aspettati una nuova volata del bernese al traguardo volante posto a Vallorbe al km 198 di gara, ma a prendere i secondi d'abbuono era proprio Tony Martin, perfettamente ripresosi, che andava a precedere Gasparotto. A quel punto era nuovamente l'Astana a produrre un'andatura sostenuta con le ultime trenate di Rast quando al traguardo mancavano ormai quattro chilometri ed il tratto più impegnativo della salita era ormai prossimo. Difatti di lì a poco la corsa si sarebbe finalmente accesa, dopo chilometri e chilometri in cui l'unica cosa che contava era limitarsi a stare a ruota. Superato il cartello dei meno tre al traguardo come detto era Kreuziger ad uscire dal gruppo, con Albasini immediatamente a ruota a cercare di resistere. Il vincitore di Serfaus però teneva il passo per poco più di mezzo chilometro, prima che Kreuziger operasse un nuovo forcing utile a restare solo in testa e guadagnare circa 17" sul gruppo.
In testa al plotone Cancellara intanto dava l'impressione di correre da padrone, controllando i diretti avversari ed operando accelerate che trovavano pronti a seguirlo sia Klöden che Valjavec. Proprio lo sloveno delegava Gadret in testa al gruppo per ricucire il gap su Kreuziger, con Cancellara subito pronto in seconda ruota e, proprio quando ai 2 chilometri dal traguardo l'azione di Albasini si esauriva, nuova stilettata Columbia operata da Monfort. Kreuziger proseguiva con una decina di secondi, seguito da Monfort mentre un nuovo deciso allungo di Cancellara era prontamente rintuzzato dal gruppo, in cui nelle posizioni di testa si faceva vedere anche Karpets. Una volta ripreso Monfort era Kirchen ad affondare il colpo andando a conquistare il successo nella maniera già descritta. Kreuziger 2° a 2" si consolava conquistando l'abbuono che lo porta ora a 31" da Valjavec, ancora leader della generale mentre il terzo posto di giornata era conquistato da un ottimo Peter Velits, che a 7" regolava Zaugg, un brillante Eros Capecchi, Cancellara, il giovane portoghese Rui Costa, Karpets, Martin e Sörensen. Appena fuori dai dieci Cunego, che però entra in top-ten (a 1'02"), approfittando del leggero distacco accusato dall'estone Taaramae (19° a 13"). Tutto pressoché immutato quindi e domani sull'ultimo arrivo in salita a Crans-Montana chi vorrà conquistare il successo finale dovrà cercare di guadagnare il più possibile su Cancellara. Impresa che, osservando la condizione del campione olimpico a cronometro, appare sicuramente ardua.

Vivian Ghianni

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