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Il bottino di Rabottini - Tra gli Under vince un figlio d'arte | Cicloweb

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Il bottino di Rabottini - Tra gli Under vince un figlio d'arte

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Matteo Rabottini ha vinto in solitaria, con uno scatto sulla salita dell'ultimo giro, il Campionato Italiano U23 sotto un nubifragio che i 151 partenti della prova in linea non si sarebbero mai aspettati (e non l'avrebbero mai nemmeno sperato), che ha reso la corsa ancora più dura e selettiva. La prova si è disputata sulla distanza di 166,8 km, la prima parte in linea e poi il circuito dei "Tre Monti" da ripetere 7 volte.
Il via è stato dato alle 11 del mattino e dopo 12 km ci sono già stati i primi scatti anche con uomini importanti per la vittoria finale come Stefano Pirazzi (Palazzago) e Andrea Palini (Gavardo), ma una delle caratteristiche di questa prova tricolore consisterà nel fatto che nessuno dei vari attacchi di giornata acquisirà un vantaggio superiore al minuto.
Durante la prima parte in linea della corsa si forma davanti un gruppetto formato da 15 atleti: Franzini (Cremonese), Delle Stelle (Bottoli), Di Corrado (Bergamasca), Palini (Gavardo), S.Pirazzi (Palazzago), Mantovani (Trevigiani), Trentin ( Moro), Battaglin, Brambilla (Zalf Desiree), Tincani (Bottoli), Melandri (Sergio Dal Fiume), Dodi (Podenzano), Barabesi (Hopplà), Lasca (Bedogni), Satini (Scap) i quali raggiungono però solamente un vantaggio massimo di 25" tanto che all'inizio del primo giro nel circuito dei "Tre Monti" il gruppo si ricompatta.
Il primo attaccante del circuito è Gozzi della Virtus Villa che riesce (unico in tutta la gara) a raggiungere un vantaggio massimo sul gruppo di 1'08", dietro di lui una serie di inseguitori molto scremati durante l'ascesa dei Tre Monti: Benedetti (Bergamasca), Tedesco (Frw), Doneddu (Palazzago), Battaglini (Neri). La lunga discesa che dalla salita porta al traguardo favorisce il rientro del gruppo e all'interno dell'autodromo c'è il ricongiungimento.
Il protagonista del secondo giro è, senza dubbio, il temporale che si abbatte su tutto il percorso e che impedisce qualsiasi tentativo di attacco, anche se la pioggia però non sembra influire molto sulla media della corsa che dopo due ore è di 43 km/h.
All'inizio del terzo giro è di nuovo Stefano Pirazzi (Palazzago) a mettere la testa fuori dal gruppo ma il suo vantaggio raggiunge un massimo di 32", durante la discesa viene raggiunto da Di Corrado (Bergamasca) e Zardini (Mantovani) e a 3 km dal passaggio sull'arrivo il gruppo si ricompatta nuovamente.
Quando mancano quattro giri al termine si verifica una caduta di gruppo con circa 20 corridori coinvolti, causata dall'asfalto reso viscido dalla pioggia che costringe molti al ritiro: la pioggia renderà molto dura questa prova e arriveranno al traguardo solo 33 corridori.
Durante il quarto giro si compone una fuga molto interessante con parecchi atleti: Salvetti (Brunero), Felline (Begamasca), Franzini (Cremonese), Tronchin (Feralpi), Ceola (Fausto Coppi Gazzera), Bertazzo (Bottoli), Giannetti (Futura Team), Battaglini (Neri), Orto (Petroli Firenze), Lasca (Bedogni), Leveghi (Sud Tirol), Calzoni (Boltiere), Palini (Gavardo), Puccioni (Mastromarco), Mammini (Hopplà). Da questa fuga sono rimaste fuori alcune squadre molto importanti come Zalf, Marchiol e Palazzago costrette così a tirare il gruppo per riprendere gli attaccanti.
Il terzo giro fa selezione sulla fuga e in cima alla salita rimangono solo in 8, mentre dal gruppo allungano Stefano Locatelli (Bergamasca), Sacha Modolo (Zalf) e Angelo Pagani (Bottoli) che si riportano sulla testa della corsa dando un vantaggio numerico alla Bergamasca che si ritrova con due atleti, Felline e S.Locatelli. A loro si aggiungerà anche Matteo Rabottini (figlio di quel Luciano Rabottini professionista per 10 stagioni e vincitore della Tirreno-Adriatico del 1986), portacolori della Aran Cucine Bls e vincitore proprio ad Imola della quarta tappa del Giro delle Pesche Nettarine su un percorso molto simile a quello del campionato italiano.
A due giri dal termine il gruppo è nuovamente compatto, ma ai piedi della salita c'è l'attacco di Gianluca Brambilla (Zalf) al quale si aggiungono rapidamente Paolo Locatelli (Bergamasca), Alfredo Balloni (Neri) e ancora Matteo Rabottini (Aran).
All'inizio dell'ultimo giro i 4 battistrada sono ancora davanti, ma a 14 km dall'arrivo termina l'accordo e il gruppo composto solamente di 33 atleti si ricongiunge. A 12 km dal termine ricominciano gli attacchi con P.Locatelli (Bergamasca) e Miletta (Firenze Petroli) cosicché si può affermare con certezza che l'UC Bergamasca è stata la squadra più attiva durante tutto il campionato nazionale.
Sull'ultima salita i due battistrada vengono raggiunti da Matteo Rabottini (Aran) e dopo pochi metri Rabottini si trova già davanti da solo. Dietro provano a organizzare l'inseguimento P.Locatelli (Bergamasca), Brambilla (Zalf), Moser (Lucchini), Zanco (Trevigiani) e Balloni (Neri).
Finita la salita Paolo Locatelli perde le ruote dei 4 inseguitori e la Bergamasca, squadra così attiva, perde la possibilità di vestire la maglia tricolore.
Nonostante siano in 4 gli inseguitori, Rabottini continua ad aumentare il suo vantaggio ed entra nell'autodromo da solo esultando sotto una pioggia battente. Al secondo posto si piazza Alfredo Balloni, già tricolore nella prova a cronometro, terzo posto per Gianluca Brambilla che con il suo attacco al penultimo giro aveva creato la scrematura del gruppo che poi ha segnato il finale di corsa.
Questa la dichiarazione di Rabottini al termine della gara: «Sapevo di stare bene e così sono andato all'attacco nelle fasi decisive. Qui ho vinto un mese fa e così mi ricordavo bene le caratteristiche del circuito dei "Tre Monti"».
Gianluca Brambilla ha invece dichiarato: «Ho provato a stare nella sua scia, ma non c'è stato niente da fare; anche con Balloni abbiamo tentato di ricucire lo strappo ma ormai era troppo tardi».
Domani gran finale per la Settimana Tricolore con la prova riservata ai professionisti sulla distanza di 260 km.

Laura Grazioli

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