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Home, Suisse home - Cancellara, il dominatore di casa

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Doveva essere il giorno dell'apoteosi a Berna. Troppi fattori si sovrapponevano tra loro affinché la cronometro conclusiva di questo Tour de Suisse 2009, a cominciare dal pubblico, che da ben sette anni attendeva il successo di un corridore di casa nella breve corsa a tappe (l'ultimo a riuscirci era stato appunto Alex Zülle nel 2002). Quel pubblico splendidamente assiepato a bordo strada e soprattutto nel tratto in salita precedente l'arrivo che era tutto lì per lui: Fabian Cancellara, il Rapido di Berna a cui si presentava l'occasione di cogliere una delle più belle vittorie della propria carriera proprio sulle strade di casa.
Sono bastate già le prime pedalate per capire, per osservare il ragazzone del Team Saxo Bank mordere l'asfalto, aggredire le curve e superare in scioltezza e senza alcun timore spartitraffico e rondò, per capire che, dopo il capolavoro dello scorso anno, quando pure si impose a Berna nella tappa conclusiva in linea con una micidiale stoccata delle sue, oggi avrebbe spaccato lancette e mondo al tempo stesso. Il primo intermedio parla già da sé: tempo di 11'54", una media prossima ai 53 orari ed un vantaggio di 27" nei confronti di Tony Martin, anch'egli a tutta a caccia del podio, che poco prima aveva fatto segnare il miglior rilevamento. Una gestione perfetta dello sforzo, con una pedalata agile e sciolta anche nel tratto in salita, a cui si è per primo inchinato lo slovacco Peter Velits che, già transitato sul traguardo, si apprestava a concludere la sua fatica. Il crescendo è inevitabile e non è difficile immaginare che al secondo rilevamento, posto poco prima del trentesimo chilometro, il vantaggio abbia già superato il minuto, con 1'13" di vantaggio su Martin e 1'35" su Kreuziger. Già... Roman Kreuziger, il vincitore uscente della gara che forse in cuor suo sperava di non essere raggiunto dallo scatenato Fabian ma che invece si è trovato a subire il più brutale dei passaggi di consegne quando, a circa quattro chilometri dalla conclusione, una freccia rossocrociata (come è noto Cancellara veste, in attesa di eventuale riconferma a breve, la maglia di campione nazionale a cronometro) gli assestava una sverniciata di quelle che fanno assai male. A questo punto appare d'obbligo una piccola parentesi sul ceco della Liquigas, che con i suoi scatti nelle ultime giornate ha tentato disperatamente di far saltare il banco e tentare il bis, ma non è riuscito a fare la differenza, penalizzato anche dal percorso scelto in questa edizione. La botta del sopraggiungimento e del superamento operato da Cancellara come dicevamo erano di quelle che potevano far male ma bisogna dare grande merito al tenace Roman, che nell'ultimo tratto in salita si è riportato sul bernese, scortandolo di fatto fino al traguardo (7° a 2', terzo sul podio a 2'24"); qui si torna inevitabilmente a puntare i riflettori su Cancellara, assolutamente irraggiungibile, tanto da concedersi un arrivo che, volendo fare un parallelo, può ricordare quello di Usain Bolt alle ultime Olimpiadi nella gara dei cento metri: Fabian smette praticamente di pedalare negli ultimi cinquanta metri dando libero sfogo a tutta la propria gioia, tanto che il 45'59" su cui ferma i cronometri ad una media superiore ai 50 chilometri orari diventa un mero dettaglio.
È il momento del trionfo e quanto sembrano lontani quest'oggi i giorni immediatamente successivi al prologo vittorioso del Tour of California, quando per il possente Fabian iniziava l'incubo di una stagione che cominciava male e sembrava quasi decisa a continuare peggio, tra la forzata rinuncia alla Milano-Sanremo, l'intera settimana santa del Nord ed infine un Giro del Centenario assolutamente incolore e conclusosi ad Arenzano, proprio alla vigilia della cronometro delle Cinque Terre. Sicuramente ora la stagione del Rapido di Berna subisce una decisa impennata verso l'alto, con la cronometro inaugurale di Montecarlo al Tour che potrebbe regalargli nuovamente la prima maglia gialla ma molta curiosità susciteranno gli scenari che questa vittoria finale apre. Obiettivamente appare ancora molto azzardato pensare ad un Cancellara competitivo in una grande corsa a tappe, nonostante gli evidenti miglioramenti in salita, mostrati già nello scorso Tour de France in cui fu prezioso gregario per Sastre e i fratelli Schleck, mentre può prendere decisamente più quota l'ipotesi di vederlo come uno degli avversari più insidiosi nel prossimo mondiale elvetico di Mendrisio, alla luce anche del bronzo olimpico in linea ottenuto a Pechino.
Per il resto la cronometro odierna registra la piazza d'onore di Tony Martin a 1'27", che gli regala anche quella nella generale finale a 2'02", degno coronamento per una Columbia (da segnalare anche il quarto posto di Burghardt all'arrivo a 1'43") protagonista come non mai con i suoi sei successi in nove giorni e capace di piazzare altri quattro uomini nelle prime quindici posizioni (Kirchen, Monfort, Albasini e Hincapie rispettivamente 9°, 10°, 11° e 14° con distacchi superiori ai 4 minuti); un finalmente tangibile segno di presenza di un Thomas Dekker in continuo bisogno di ritrovar sé stesso, che quest'oggi completa il podio di gara con la terza piazza a 1'42"; un Klöden un po' meno appariscente delle attese (9° a 2'09"), che chiude ai piedi del podio con la quarta piazza a 2'50"; un Cunego discreto, che ha concluso la sua prova in 14esima posizione a 2'33" ma che, pur venendo scavalcato da Karpets (5° nella generale a 3'18"), è riuscito a mantenere la sesta posizione della vigilia con un distacco finale di 3'23", anche se come osservato nella giornata di ieri più del piazzamento nella generale sarebbe probabilmente servita a Damiano una vittoria di tappa. Per la Lampre una spedizione comunque positiva, con un Ballan che ha chiuso in crescendo (oggi 12esimo a 2'24") ed un Gasparotto che ha fatto sua la classifica finale degli sprint intermedi.
Ultima annotazione per Tadej Valjavec, chiamato ad un'impresa impossibile e che contro gli specialisti del cronometro vedeva minacciato anche un posto sul podio: per lo sloveno, già in ritardo di 59" al primo intertempo dopo 10 chilometri, la cronometro è stata da dimenticare ed il distacco di 3'49" accusato da Cancellara alla fine della prova l'ha visto precipitare fino alla settima posizione finale (3'45" il distacco nella generale), davanti all'estone Taaramae che con l'ottavo posto finale (a 4'04") ha confermato il suo feeling con le strade elvetiche (3° al Romandia ad inizio maggio).
Va così in archivio un'edizione che non ha sicuramente fatto mancare spunti di discussione, a cominciare dal percorso, in cui sono forse colpevolmente mancate per lo spettacolo alcune delle salite storiche mentre altre (il Lucomagno nella terza frazione ed il San Gottardo) erano poste a distanza siderale dal traguardo per poter essere in grado di operare una degna selezione. Ma un'edizione che mai come altre volte ha visto tante squadre rincasare con un magro bottino, visto che le sole Team Columbia e Saxo Bank si sono spartite i successi di tappa. Ma su un percorso disegnato per favorire soprattutto i grandi passisti francamente c'era anche da aspettarselo.

Vivian Ghianni

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