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Farrargosto, volata torrida - In Portogallo festa Ribeiro-Guerra

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Non dev'essere facile la vita quando ti rendi conto di essere uno sprinter orientativamente in grado di vincere una vagonata di corse in stagione, e però in quel mentre ti è sbucato davanti un vero fenomeno della specialità, che ovviamente si prende successi e titoli. Tu, sempre piazzato.
E allora bisogna essere più realisti del re e mettersi in testa che è necessario capitalizzare il più possibile quando l'altro non è in gara. Questo, a quanto pare, ha capito Tyler Farrar (perché è di lui che parliamo, e l'altro è ovviamente Mark Cavendish); e ad Amburgo non si è fatto certo pregare per mettere la sua ruota davanti a tutti in questa Cyclassics che cambia nome (da un par d'anni si chiama Vattenfall) e perde appeal all'unisono. Intendiamoci: non è mai stata un Fiandre, la classica di Amburgo; ma quando il percorso era più lungo ci si divertiva certamente di più, visto che gli attaccanti potevano avere più facilmente buon gioco. Invece allo stato dei fatti, anche quattro passaggi sul Waseberg non lasciano troppe tracce, visto che poi arriva al traguardo un gruppo forte di 61 unità.
Se la Vattenfall è quindi ormai una corsa per velocisti (l'anno scorso s'impose McEwen, nel 2006 era toccato a Freire), e le formazioni dei più forti sprinter presenti impostano le cose in modo da presentarsi puntuali all'appuntamento con la volata, c'è pur sempre chi non la pensa così e prova a rimescolare le carte. De Lis e Krivtsov, tanto per cominciare, i due fuggitivi della prima ora; e poi soprattutto Philippe Gilbert, protagonista di svariati tentativi negli ultimi 35 km.
Dopo un breve attacco di Offredo (e uno più consistente di Breschel) a cavallo del secondo dei quattro passaggi sul Waseberg (ai 40 km), il vallone si è mosso con Nuyens, riuscendo a mettere da parte anche 25" (il vantaggio toccato ai 30 km dal traguardo). Ma il gruppo non aveva che da riorganizzarsi dopo ogni transito sul classico muro della corsa amburghese, per poi riprendere a tirare in maniera convinta. E anche se il Team Columbia (impegnato per favorire Greipel) non riusciva a impostare un'andatura che venisse rispettata da tutti, il succedersi di scatti e controscatti non sfrangiava più di tanto il plotone.
Su Gilbert e Nuyens si son portati ai 25 km (dopo il terzo Waseberg) Cancellara con Bandiera, Roche, Bennati e Reda, e poco dopo sono rientrati sui battistrada altri 20 uomini (tra cui Francesco Gavazzi); ma malgrado i tentativi - di Chavanel prima e Turgot poi - di emergere da questo nutrito drappello, il gruppo ha frustrato ancora una volta ogni velleità di chi attaccava.
L'ultimo assalto, sul quarto Waseberg, l'ha dato di nuovo Gilbert, scattato da solo e poi in azione con O'Grady, Manuele Mori e Roche. Inutile dire che la manciata di secondi guadagnata non è bastata per far baldoria, sicché il gruppo si è ricompattato e tutti i protagonisti interessati allo sprint si sono fatti avanti. Anche con troppa foga, nel caso di Napolitano, Langeveld e Maaskant, caduti in curva a poco meno di 2 km dal traguardo.
La volata, impostata malissimo dai Liquigas (ognun per sé e nessun per tutti), ha visto Ciolek crederci molto, sul lato sinistro della strada; ma in mezzo è sbucato fortissimo Farrar, partito ai 200 metri ed esultante pochi secondi dopo per il suo successo fin qui più pesante (quest'anno aveva lasciato tra l'altro un segno alla Tirreno). (Marco Grassi    
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Il Giro del Portogallo va a concludersi con una crono intorno a Viseu, quasi 31 km privi di difficoltà altimetriche ma abbastanza tecnici, che comunque strizzano l'occhio agli specialisti delle prove contro il tempo. La camisola amarela è sulle spalle di Nuno Ribeiro, che si è dimostrato il migliore scalatore della corsa (sua anche la maglia verde dei GPM, mentre quella bianca della classifica a punti finisce per l'ennesima volta nel palmares del vecchio finisseur Candido Barbosa), ma soffre decisamente le sfide con le lancette. E così parte con qualche timore, pur se il suo vantaggio su ottimi cronoman come David Blanco (quarto alla partenza a 2'17") e Rubén Plaza (quinto a 2'35") sembra essere rassicurante. Ribeiro infatti ha dimostrato in passato di sapersi difendere in crono importanti per la generale, e proprio nel 2003 si trovò in una situazione analoga, riuscendo a vincere la sua prima Volta resistendo al ritorno - sempre nell'ultima frazione - del forte passista danese Klaus Moller. Praticamente nulle invece le speranze del secondo in classifica, David Bernabeu (a 1'55"), che pur andando bene contro il tempo deve piuttosto cercare di conservare il podio dall'attacco di Blanco e Plaza. Fuori dai giochi invece João Cabreira (terzo a 2'09"), che è scalatore e ieri appariva pure in crisi.
Blanco parte molto forte, anche per mettere pressione psicologica sul leader. Dopo 10 km di corsa lo spagnolo guadagna infatti 36" a Ribeiro, che comunque conserva ancora un ampio margine e, soprattutto, i nervi saldi. La lotta per la vittoria è in ogni caso ormai ristretta a questi due corridori.
Dopo 15 km il distacco resta però pressoché immutato, e al successivo intermedio del ventesimo chilometro la camisola amarela cede solo una manciata di secondi in più. Per Ribeiro la seconda Volta della carriera sembra ormai a un passo. E' allora Blanco a pagare qualcosa, con la stanchezza di undici dure giornate di corsa che si fa inevitabilmente sentire. La pedalata diventa più pesante e pure la lucidità ne risente, così lo spagnolo prende male un paio di curve e lascia qualche altro secondo sulla strada.
Sul traguardo intanto Héctor Guerra ha da un po' il miglior tempo (38'52"). Lo spagnolo della Liberty, grande favorito della vigilia per il successo nella generale, ha pagato nei giorni scorsi una forma arrivata probabilmente troppo presto, che gli ha permesso di essere sugli scudi a luglio (con le vittorie nel Trofeo Agostinho e nella Vuelta a Madrid), ma lo ha mandato in crisi in questa Volta che era il suo obiettivo stagionale, dopo essere salito sul podio nelle ultime tre edizioni. La frazione odierna gli regala comunque la soddisfazione del successo parziale, a completare il trionfo della Liberty. Blanco infatti giunge in calando, soltanto secondo (dopo essere passato in testa a tutti i rilevamenti intermedi), a 9". Plaza è terzo a 35", mentre un ottimo Bernabeu (sesto di tappa) chiude a 43" riuscendo così a conservare il gradino più basso del podio.
Per Nuno Ribeiro, che sul traguardo cede appena 53" a Blanco, c'è l'enorme soddisfazione di una vittoria che sfuggiva ai portoghesi proprio dalla sua precedente del 2003, e che negli ultimi quattordici anni solo in un'altra occasione ha visto il trionfo di un corridore di casa (Victor Gamito nel 2000). David Blanco (a 1'24" nella generale) paga invece l'azzardata condotta tattica della Palmeiras Resort nella tappa della Senhora da Graça, dove a un'azione da lontano (con dentro Ribeiro) è stato permesso di guadagnare quei due minuti che si sono rivelati decisivi alla fine della Volta.

Gianluca Colloca

 

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