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CanaRinaldo, giallo è bello! - Tappa a Feillu, maglia a Nocentini

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Se il ciclismo fosse una guerra per bande con un vessillo nazionale da difendere, oggi saremmo tutti in piedi a festeggiare una giornata speciale: il ritorno in maglia gialla di un corridore italiano, a 9 anni di distanza da Alberto Elli. Rinaldo Nocentini a 31 anni centra, paradossalmente senza vincere, il successo più importante della sua carriera indossando il simbolo del primato nella più importante corsa del mondo.
Ma siccome il ciclismo (e lo sport in generale) è anche altro, non possiamo non dirci delusi dalla prima tappa pirenaica del Tour 2009: una frazione in cui ci aspettavamo di vedere un po' di battaglia sulla salita di Andorra Arcalis, e che invece si è risolta con una fuga da lontano arrivata in porto e un sostanziale no contest tra gli uomini di classifica, con l'appendice di uno scatto di Contador, a soli 3 km dal traguardo, che gli è tuttavia bastato per scavare un minimo di differenza col resto dei contendenti.
La fuga del giorno è partita tra il km 4 (con Riblon, Egoi Martínez e José Ivan Gutiérrez) e il 30 (quando sono rientrati sui primi Kuschynski, Kern, Pineau, Brice Feillu, Fröhlinger e Nocentini), e ha avuto un discreto spazio d'azione, visto che il vantaggio massimo è arrivato a circa 14' dopo una settantina di chilometri.
Il gruppo, sempre controllato da Astana e Saxo Bank (che aveva in maglia gialla Cancellara), ha deciso un po' tardi di fare sul serio, ma nonostante l'aumento del ritmo imposto dai compagni di Contador e Armstrong, a 15 km dalla fine i fuggitivi conservavano ancora 7'40" di margine: troppo perché almeno qualcuno di loro non arrivasse fino in fondo.
Lo scatto giusto l'ha piazzato Brice Feillu, neoprofessionista francese (fratello del Romain che vestì la gialla l'anno scorso) che a 5 km dalla vetta è partito ed è andato dritto al traguardo.
Tra i big solo attendismo e qualche defezione importante, come quella di Cancellara che ai 7 km ha salutato la sua maglia gialla e rinviato i progetti di vincere un Tour. Finché a 3 dall'arrivo, come detto, Contador è scattato in risposta a un precedente tentativo di Evans: lo spagnolo ha fatto il vuoto, ha guadagnato 20" ma poi niente più: un margine che comunque gli permette di scavalcare (di pochissimo, appena 2") il suo ingombrante compagno di squadra Armstrong, che però dalla sua ha messo un rendimento davvero niente male: in confronto col Lance del Giro, che perdeva regolarmente le ruote dei migliori non appena la strada saliva seriamente, questo qui è un altro corridore. Che beneficia indubbiamente del ritmo regolare degli Astana (un ritmo che a Contador sta probabilmente stretto), ma che non ha colpe se nessuno degli avversari pensa di cambiare lo spartito e suonare una musica più dirompente.
L'Astana è la grande vincitrice della tappa di Andorra, visto che ancora una volta ha fatto e disfatto a piacimento, in relazione alla pochezza degli attori che le recitano intorno. Certo, se ci avesse creduto di più, avrebbe probabilmente vinto tappa e maglia con Alberto, ma non bisogna trascurare il fatto che il lavoro di Bruyneel punta a un difficile equilibrio tra l'essere rampante del giovane madrileno, e l'andare coi piedi di piombo del vecchio texano. Il rischio di perdere capra e cavoli c'è sempre, come abbiamo scritto nei giorni scorsi; ma è sempre più lontano, tantopiù che gli avversari (Schleck? Evans? Sastre? Un Menchov molto lontano in classifica? Una Liquigas in cui il bravo Nibali ha tenuto coi migliori fin quasi al traguardo, e ha comunque scavalcato nelle gerarchie di squadra Kreuziger, che invece ha perso un minuto? Tony Martin, che appena adesso si affaccia da possibile protagonista sui grandi scenari del Tour?) non danno l'impressione di avere grosse idee in mente; ma finora i risultati danno ragione alle scelte operate dal team kazako, scelte che vogliono una squadra bicefala e che stasera pongono 4 corridori Astana nei primi 6 posti della classifica.
Le uniche due posizioni a non essere monopolizzate da Contador e soci, sono la quinta (di un Wiggins che continua a migliorare in salita, dopo i progressi già mostrati al Giro) e la prima: per l'appunto, quella che Rinaldo Nocentini ha saputo conquistare resistendo al ritorno dei big e conservando alla fine appena 6" su Contador e 8" su Armstrong. Magari già domani il toscano cederà le insegne del primato, ma non è detto che il nuovo capoclassifica debba per forza saltare per aria in tappe che prevedono, dopo le montagne pirenaiche, ampi tratti adatti al recupero su eventuali attaccanti partiti in salita.
La prima di queste due tappe, domani, sarà Andorra-Saint Girons, 176 km con Port d'Envalira in partenza, Col de Port e Col d'Agnes strada facendo: il problema per chi vorrà attaccare sarà che l'ultima salita svetta a 44 km dall'arrivo. Tantini, ma aspettiamo domenica per vedere il peggio in termini di disegno di un percorso.

Marco Grassi

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