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Quick legs for Quick Step - La giornata di grazia di Chavanel | Cicloweb

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Quick legs for Quick Step - La giornata di grazia di Chavanel

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Già il tempo lasciava presagire che non sarebbe stata una tappa semplice, nonostante l'altimetria; e se il meteo non fosse bastato, l'andamento della tappa di ieri poteva essere più che un suggerimento in tal senso. In pratica non abbiamo assistito a due tappe in linea di una breve corsa a tappe come la Parigi-Nizza, ma a due classiche del Nord.
Ieri la Rabobank aveva acceso la miccia a 48 km dall'arrivo, dopo la caduta che ha mandato a casa Rémi Pauriol e - nel dopo tappa - corridori come Posthuma, Dan Martin e Gómez Marchante; oggi il copione s'è riproposto con lo stesso canovaccio, per fortuna però senza alcuna caduta precedente. A 45 km dal traguardo di Vichy la Rabobank s'è messa in testa al gruppo con tutti e sette (vi abbiamo già detto che Posthuma non è partito stamattina) i propri effettivi e, sfruttando sempre il vento laterale delle campagne francesi, ha da subito spezzato il gruppo in tantissimi tronconi, applicando alla perfezione geometrie e sincronie del ventaglio, tattica che - quando attuata alla perfezione, come oggi - può far più male delle cronometro e delle salite. E non solo ieri la Rabobank aveva dimostrato di saper attaccare in massa, visto che all'Het Nieuwsblad (l'ex Het Volk) un attacco di Flecha, Langeveld, Nuyens e Posthuma a 54 km dal traguardo aveva impressionato non solo gli addetti ai lavori, ma anche il gruppo; poi quell'azione durò una decina di km, Langeveld andò via da solo con Haussler ed ancora Flecha, sempre al limite tra il troppo generoso ed il tatticamente scriteriato, e poi le scie delle moto concessero al gruppo la volata per la vittoria di Hushovd.
Davanti c'erano sempre i cinque fuggitivi di giornata: un gruppetto di bei pedalatori ben assortito, coi veloci Roelandts e Veelers e i passisti Bodnar (vicino in classifica), Augé e Le Mevel. Fuga partita al km 16 e che ha toccato i 7'00" di vantaggio massimo al km 78, permettendo al francese Augé di soffiare la maglia a pois al basco Hernández. Che l'Astana non volesse attuare la stessa tattica sorniona di ieri s'era capito subito, visto che poco prima dell'attacco orchestrato dal team olandese il vantaggio dei cinque di testa veleggiava su 3'00" scarsi, anche grazie all'aiuto della Columbia (per lo sprint di Renshaw) e della Cervélo (per la maglia verde Haussler).
Voeckler, Moncoutie e Vogondy, tra i "big", sono stati i primi a pagare il forcing dei vari Tankink, Hayman, Tjallingii e Nuyens, ma in pochi chilometri (7,5 per l'esattezza) gran parte del gruppo ha pagato dazio alla perfetta coreografia dei blu-bianco-arancio: Evans - come ieri - è andato subito in difficoltà, mentre Contador ha tenuto un po' di più, ma neanche tanto, dato che già nella prima scrematura di venti corridori il madrileno non s'è più visto, al contrario di Colom, Steegmans ed Haussler.
Lo stesso leader della classifica generale ha provato un sussulto qualche chilometro più in là, uscendo dapprima tutto solo, poi con Moreau, dal gruppetto inseguitore per tentare di riacciuffare i venti di testa, che nel giro di altri 7,5 km (si era ai meno 30 km dall'arrivo) si sono assottigliati prima ad una dozzina, poi ad addirittura sei unità, con la Rabobank scatenata a scavare quanto più solco possibile tra sé e i propri contendenti.
Una mano al team olandese è arrivata dalla Quick Step, abile e lesta ad intuire il pericolo con due dei suoi uomini, il co-capitano Sylvain Chavanel (fino ad oggi divideva i gradi con Barredo) ed il belga Seeldrayers, due potenziali uomini da classifica che si son dati - eccome! - da fare per aiutare il terzetto composto da Gárate, Flecha e Langeveld, al quale ha resistito anche Burghardt. Tempo 3 km e i sei sono andati a riprendere Roelandts, Augé e Le Mevel, mentre Veelers e Bodnar non hanno saputo tenere il passo dei più forti (a 13 km dall'arrivo si staccherà anche il portacolori della Française des Jeux).
Chavanel e Gárate (9° e 6° lo scorso anno) si sono garantiti anche i 3 e 2 secondi di abbuono del secondo sprint intermedio (non si sa mai), mentre gli inseguitori, seppur forti di una trentina di unità, non sono riusciti ad organizzarsi decentemente per limitare i danni: solo la Katusha (con Steegmans e Karpets) e poi la Saxo Bank (con Voigt), intervallate per qualche cambio dall'Euskaltel (di certo non la squadra più indicata su certe strade e con un certo meteo), hanno dato vigore al tentativo di ricongiungimento, con un gap che è salito dai 40" registrati a 22 km dall'arrivo fino a 1'20", vertice massimo toccato a 3 km dal traguardo, momento nel quale la maglia gialla ha deciso in prima persona di dare il buon esempio, riuscendo a riportare il gap a 1'09" sotto lo striscione d'arrivo.
Nel frattempo davanti ci si giocava la tappa, e se Roelandts e Burghardt sembravano i più veloci, la Rabobank e la Quick Step potevano contare sulla superiorità numerica: una foratura a 5 km da Vichy ha tolto dai giochi il tedescone della Columbia, mentre il tentativo al chilometro e mezzo di Langeveld ha costretto Seeldrayers a spendersi per ricucire. Sotto lo striscione dell'ultimo chilometro è partito Chavanel, seguito come un'ombra da Flecha, ma la stanchezza s'è fatta sentire e i due non sono riusciti a fare la differenza. Flecha, smanioso di vincere (e sempre un passo di troppo verso il tatticamente scriteriato, piuttosto che verso il troppo generoso), non s'è fidato troppo della ruota di Langeveld ed è partito lungo a 250 metri dal traguardo, così Chavanel ha trovato le ultime energie per sopravanzarlo negli ultimi 50 metri e festeggiare così la vittoria di tappa ed il nuovo primato in classifica generale (nonché - forse - una nuova dimensione internazionale; lo scopriremo nei prossimi giorni e mesi), con 33" su Gárate e 1'03" su Contador. Alla Rabobank, dopo l'Het Nieuwsblad e dopo ieri, l'ennesimo pugno di mosche in mano, ma il podio virtuale dello spagnolo (ex Quick Step, tra l'altro) è una dote da non sottovalutare.
Gli altri? Si sono difesi bene LL Sánchez, Colom, Karpets, Monfort, Barredo, Samuel Sánchez, Nocentini, Schleck e Knees, arrivati con Contador e tutti nelle prime 20 posizioni di classifica con meno di due minuti di ritardo. È invece andata peggio ai vari Popovych, Kreuziger, Zubeldia, Casar, Moreau, Spilak, M. Fothen, Van den Broeck, Rolland, Vladi Efimkin e Vandevelde, tutti con più di tre minuti da recuperare al francese ex Cofidis. Molto, ma molto peggio è andata a Cadel Evans (ora 94esimo a 10'33"), così come a Larsson, Roche, Chris Sörensen, David López, Calzati e Botcharov, tutti dietro all'australiano e dunque di gran lunga fuori dai giochi per la vittoria finale.
Domani il gruppo affronterà i 173,5 km da Vichy a Saint-Étienne, una tappa non mostruosa ma che presenta comunque 5 Gpm di terza categoria, con l'ultimo scollinamento (sulla Côte de Rochetaillée, 5,2 km al 4,3%) posto a 6,5 km dal traguardo, che il gruppo si troverà davanti praticamente a fondo discesa. Scopriremo subito se qualcuno già medita una vendetta contro la Rabobank e la Quick Step, oppure attenderanno tutti le prossime (tante) montagne.

Mario Casaldi

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