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Puntualità Svizzera - Kreuziger favorito e vincente

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Roman Kreuziger deve avere un legame particolare con la Svizzera visto che a parte una tappa alla Settimana Lombarda tutti i suoi successi da professionista sono arrivati proprio in terra elvetica: il giovane talento della Liquigas l'anno scorso s'impose in una tappa e nella classifica finale del Giro di Svizzera (e chiuse al secondo posto proprio il Tour de Romandie) mentre oggi è andato a prendersi di forza la quarta tappe del Giro di Romandia, ipotecando di fatto anche la classifica generale a un giorno dalla conclusione.
Tra l'altro non si può certo che dire che in questa corsa Roman si sia nascosto o abbia giocato al risparmio: già nella prima sul breve ma durissimo strappo di La Lorette si era tolto tutti di ruota e anche il giorno successivo era partito all'attacco apena aveva trovato una salita impegnativa. In entrambi i casi era poi stato ripreso ma aveva comunque dato segno di una condizione perfetta attirando su di se tutti i pronostici e le attenzioni.
La tappa di oggi era l'unica che poteva fare veramente selezione e Kreuziger si presentava con 15" da recuperare su Valverde, primo dei big dopo la cronosquadre: il ceco ha lasciato da parte tutte le pressioni e il tanto annunciato attacco è andato in scena sull'ultima salita di giornata verso Mauborget quando mancavano all'arrivo circa 15 km, 4 di salita e i restanti di falsopiano. Solo Karpets e il sorprendente Taaramae hanno provato a seguire il ritmo di Kreuziger ma dopo essersi portarti su Kessiakoff, ultimo superstite delle tante fughe odierne (fughe che hanno visto come protagonisti anche Anton, Coppel, Ten Dam, Kern e Casar), sono stati costretti ad alzare bandiera bianca: al Gpm il vantaggio di Kreuziger era di circa 13" su Karpets, Taaramae e Kessiakoff mentre a 27" inseguivano Valverde, Uran, Evans, Menchov, Di Gregorio, Astarloza, Cataldo e Frank. Le trenate di Karpets e Taaramae portavano gli inseguitori a pochi secondi mentre dietro il ritmo del solo Uran non era sufficiente per guadagnare terremo: a 5 km dall'arrivo il distacco tra Kreuziger e i tre inseguitori era di soli 5".
Un duello molto appassionante se si considera che tra il ceco della Liquigas e il russo della Katusha il distacco in classifica era di appena 5" a favore del primo e che, con gli abbuoni al traguardo, Karpets sarebbe potuto anche balzare al comando: Vladimir però a 4 km dall'arrivo decide di provare a scrollarsi di dosso i due compagni d'avventura per riportarsi da solo su Kreuziger e per giocarsi tappa e corsa nell'uno contro uno non pensando forse che Kessiakoff e Taaramae avrebbero potuto togliere secondi preziosi di abbuono a leader virtuale Kreuziger.
Dopo qualche centinaio di metri, con un grosso sforzo, rientra sulla coppia di testa anche Taaramae ma all'ultimo km, sfruttando un tratto in leggera salita, Kreuziger è partito dalla testa del gruppetto ed è andato a prendersi la tappa davanti a Taaramae, in rimonta negli ultimi metro, e Karpets che, stremato, ha chiuso a 7" mentre il gruppo di Evans e Valverde ha accusato un distacco di 51". La classifica generale quindi vede Roman Kreuziger in giallo con 18" su Karpets, 25" su Taaramae e 46" su Valverde mentre il primo italiano è Dario Cataldo, ottimo settimo oggi al traguardo, in 22a posizione a 1'45": domani l'ultima tappa presenta il Col du Marchairuz di prima categoria a metà percorso ma gli ultimi 80 km di discesa e pianura favoriranno un ricongiungimento generale e una volata di gruppo. (Sebastiano Cipriani)

Al GP Industria & Artigianato di Larciano, tutto si decide sull'ultimo passaggio dal San Baronto, salita divenuta negli anni simbolo della corsa pistoiese. Ai piedi della salita viene ripresa la fuga del mattino in cui faceva specie la presenza di un Paolini volitivo ma evidentemente a corto di condizione. Gli ultimi a tenere botta sono Augustyn, Miholjevic, Ochoa e Chiarini che vengono ripresi proprio in prossimità dell'ultimo passaggio dall'abitato di Larciano.
Ad accendere la miccia in salita ci pensa Rubiano Chavez, ultimamente spesso in evidenza nelle corse italiane più dure, e lo seguono Bertagnolli, Caruso, Pozzovivo e, in un secondo momento, Froome. Il britannico e il messicano cedono qualche metro nella parte finale dell'ascesa e vengono riassorbiti dal gruppetto dei migliori, mentre i tre italiani continuano dritto e scollinano con un margine discreto che supera i venti secondi. Ma la discesa seguita da un lungo falsopiano all'ingiù è fatale ai tre perché dietro Barloword e Diquigiovanni sono in forze e hanno lo spazio sufficiente per riportarsi sotto.
Il ricongiungimento avviene all'ultimo chilometro e chi si attendeva un duello Pietropolli-Garzelli è deluso perché è Daniele Callegarin a prendere la ruota dell'atleta LPR e a resistere alla rimonta di Bosisio. Visconti, come spesso gli capita ultimamente, è presente ma non reattivo su un traguardo che avrebbe potuto certamente vederlo tra i protagonisti, mentre in ottica Giro - assenti i vari Di Luca, Basso, Cunego e Simoni - registrariamo le discrete prestazioni da Pellizotti e Soler, certamente due che potranno dire la loro nella corsa che prenderà il via esattamente tra una settimana.


Giuseppe Cristiano
(con la collaborazione di Fabio Botrini)



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