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La sola Ronde che amiamo - Ballan ko, la speranza è Pozzato

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Potrebbe vincerlo chiunque, questo 93esimo Giro delle Fiandre, ma quasi sicuramente non sarà così. Non si arriva prima degli altri sul traguardo di Meerbeke senza aver combinato qualcosa nel ciclismo, giacché il Fiandre ne è l'Università; è il Mondiale dei fiamminghi, una delle più spettacolari Grandi Classiche che si corrano. Non per nulla dà l'avvio a quella che i fiamminghi chiamano "Settimana Santa" (composta da Fiandre, Gand-Wevelgem e Roubaix), una settimana dalle intense emozioni.
Le Fiandre sono una delle tre regioni del Belgio e nella storia furono un territorio conteso tra Francia ed Inghilterra per via della posizione strategica ricoperta e per la fiorente attività tessile fiamminga. Ambita da molti ma - badate bene! - adatta non a tutti, è anche la corsa che si disputa in questa regione, sulla distanza di 260 km, con 16 muri da superare e 26 tratti in pavè (alcuni dei quali da percorrere in pianura, altri in forte pendenza).
Si partirà da Bruges per arrivare a Ninove, direzione Meerbeke, alla porte di Bruxelles. Dopo 130 km relativamente tranquilli, nei quali presumibilmente andrà via una fuga senza troppa rilevanza, si affronterà il primo "muro", il Molenberg. Niente di particolare rispetto a quello che viene, solo 300 metri ricoperti da un infido strato di pavé. Di ben altro spessore ed importanza sarà il Koppenberg, il più duro dei muri affrontati, dove spesso fior di campioni sono stati costretti a mettere il piede a terra. Lì il gruppo di coloro che contano subirà una prima, superficiale scrematura. Scrematura che sarà definitiva dopo il Kapelmuur (o Muro di Grammont), detto semplicemente Muur, che ad una ventina di km dal traguardo, e con il solo e semplice Bosberg in mezzo, costringerà i pretendenti alla vittoria a scoprire le proprie carte.
Il livello dei partecipanti non è certo dei più elevati e l'ultima Sanremo dal lato decisamente poco spettacolare ne è la prova. C'è però chi non può sottrarsi ai riflettori e dichiara di essere pronto a vincere questo Giro delle Fiandre, perché lo vuole, lo vuole da morire. Costui risponde al nome di Tom Boonen. Il belga ha fallito l'ennesima Sanremo e vuole rifarsi nella sua terra d'origine. Lo desidera non solo perché se vincesse domenica eguaglierebbe le vittorie al Fiandre di Buysse, Magni, Leman e Museeuw (tutti hanno vinto la Ronde per 3 volte); vuole vincere non tanto perché l'anno scorso si dovette arrendere alla tattica di squadra che premiò Devolder, amico e fedele gregario del bel Tom, che scappò verso una vittoria per lui storica sull'Eikenmolen; vuole vincere perché lo vuole e basta!
I più ingenui potrebbero dire che non può non vincere quest'anno, Boonen, con Ballan fuori uso e Cancellara in forma precaria (o almeno così si dice, ma non si sa mai...). I bookmakers, inoltre, danno per vincente l'erculeo velocista della Quick Step. Però... c'è almeno un però, uno di quei "però" che condiscono le nostre esistenze.
Però c'è un Pozzato che, pur con una squadra forse non all'altezza (nella Katusha il solo Steegmans avrebbe potuto aiutare al meglio il vicentino, ma la sua presenza è tuttora un'incognita), ha trovato una gamba che gira a meraviglia e, dopo le vittorie ad Harelbeke, dove ha vinto il confronto diretto con Boonen, ed alla prima tappa di La Panne, vorrebbe dire la sua – finalmente! - in un Giro delle Fiandre. Le speranze italiane, una volta fuori dai giochi Ballan, risiedono in Pippo ed in Bennati, con il velocista della Liquigas che è parso un po' più in ombra di altri e che magari potrebbe lasciare campo libero al gregario Franzoi, crossista con il vizio del pavé.
Le altre squadre si dovranno organizzare principalmente contro Pozzato e soprattutto Boonen, come già s'è detto. La guerra sarà tra le due squadre belghe, Silence-Lotto e Quick Step, che non dovranno farsi imbrigliare dall'olandese Rabobank. Gli orange potrebbero tentare di portare a termine una di quelle fughe di squadra, quasi fosse una cronosquadre, già collaudata con esito (scarso, soprattutto per il profitto finale) nella terza tappa della Parigi-Nizza e soprattutto ad Harelbeke. Mandare in fuga un uomo pericoloso come Langeveld, accompagnato da Nuyens, Flecha e magari il brillante cronoman Posthuma potrebbe rivelarsi mossa azzeccata, se uno di loro riuscisse ad arrivare da solo al traguardo. Un'azione alla Devolder, insomma, in chiave olandese.
Devolder che sarà così controllato dalle altre squadre, a differenza del 2008, da non poter nemmeno respirare; ma potrà mettersi al servizio di Boonen, che potrà avvalersi di uomini in formissima come Van Impe e soprattutto Sylvain Chavanel per controllare la corsa ed agire poi in prima persona.
Discorso diverso per la Silence-Lotto, che si presenterà al via con Philippe Gilbert come punta, ma vista la scarsa condizione del belga, potrebbe ripiegare sull'ottimo Van Avermaet o sull'eterno piazzato Leif Hoste. Ci si aspetta molto dal "quasi vincitore" della Sanremo, Haussler: l'anno scorso pagò 17 minuti al traguardo, quest'anno è di tutt'altra pasta e, se la forma lo sosterrà, potrà dire la sua insieme al compagno di team Hushovd.
Altri che potranno far bene sono Terpstra, Maaskant, che è nato per questo tipo di corse, Ciolek, ed i Columbia Burghardt ed Hincapie.
Inevitabilmente ci sarà qualche sorpresa, ma fino ad un certo punto. I muri delle Fiandre, infatti, non ammettono grandi exploit, visto che una corsa di tal genere non si inventa dall'oggi al domani. Ecco perché un campione del calibro di Cancellara, se realmente fosse in condizioni non ottimali, non vincerebbe mai il Fiandre, per quanta classe egli abbia. Ed ecco perché campioni come Boonen e Pozzato, che hanno una voglia di rivalsa pazzesca (il primo vuol ripetersi, il secondo confermarsi atleta di razza) ed una forma smagliante, potranno solo far bene su questi muri di ciottoli, di pavé, su queste mulattiere brevi come un respiro, che non danno respiro, che guardano sempre all'insù. Per questo tutti correranno contro di loro, con un po' di timore e con quella voglia di farsi notare che porta alla luce ed alla consacrazione fior fiori di campioni. Per questo, quella corsa meravigliosa chiamata Giro delle Fiandre – Ronde, per "gli amici" e per i fiamminghi - non la vincerà uno "qualunque", almeno non quest'anno.


Francesco Sulas

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