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Hondo esultò, Finike perse - Vince Finetto, Impey nuovo leader

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Il livello tecnico non sarà particolarmente elevato ma questo Presidential Cycling Tour of Turkey si rivela ogni giorno di più una corsa divertente e per nulla scontata come questa sesta tappa, la più lunga di questa edizione con i suoi 194 km. Sul traguardo di Finike s'impone Mauro Finetto, che già aveva vinto la prima tappa ad Istanbul: per il veneto arriva così il terzo successo in meno di due settimane ed un pronto riscatto dopo la defaillance nella quarta tappa che gli è costata la possibilità di lottare per la classifica generale.
Il portacolori della CSF Group-Navigare si conferma come uno dei più promettenti giovani italiani con tutte le caratteristiche ideali per primeggiare nelle classiche: un'ottima tenuta in salita abbinata a quello spunto veloce che oggi gli ha permesso di compiere una straordinaria rimonta negli ultimi 100 metri e di andare a battere un velocista puro del calibro di Danilo Hondo. Una rimonta talmente devastante che ai 25 metri il tedesco non si era reso conto del sopraggiungere di questo "missile" verde e aveva iniziato al alzare le braccia in segno di vittoria. La Turchia continua ad essere terra di conquista per la squadra diretta dalla famiglia Reverberi visto che oltre al doppio successo di tappa oggi si sono visti protagonisti con molti attacchi anche Frapporti, adesso secondo nella classifica gpm, Savini e Marangoni.
Sulla salita più dura di giornata la Xacobeo-Galicia ha provato a far saltare il banco mandando all'avanscoperta Cesar Veloso, uno dei due spagnoli in classifica, prontamente seguito da Savini: i due si riportano su Frapporti e lo staccano ma in discesa la Lampre tira a tutta per annullare il tentativo e a 29 km dal traguardo il gruppo, ridotto ad una trentina di unità, torna sotto.
A circa 25 km dal traguardo, poco dopo un attacco di Ricci Bitti e Beuchat, una caduta coinvolge sei o sette corridori tra cui la maglia gialla David Loosli: lo svizzero dalla Lampre riparte subito ma proprio da questo episodio inizia una lunga serie di sfortune ed errori. Dopo poche centinaia di metri di inseguimento è costretto nuovamente a fermarsi per cambiare la ruota anteriore e, poche pedalate dopo, si blocca nuovamente per cambiare nuovamente la stessa ruota che viene scaraventata violentemente a terra: la rabbia di Loosli è anche comprensibile visto che sta vedendo svanire il treno per una delle vittorie più importanti della sua carriera ma un pizzico di lucidità da parte sua ma soprattutto da parte della squadra, che lo ha praticamente lasciato da solo ad inseguire, avrebbe reso l'esito molto diverso. Dopo un altro cambio di bici Loosli si ritrova ad inseguire a più di 2' mentre l'unico compagno, Zagorodny, lo affiancherà solo dopo 5 km quando ormai la testa è completamente saltata e gli uomini di testa irraggiungibili: alla fine il ritardo sul traguardo sarà di 3'36" e addio sogni di gloria.
Nel frattempo, a 4 km dall'arrivo, Ricci Bitti e Beuchat vengono ripresi e nel finale ci prova Marangoni a meno di 2 km dal traguardo: Barloworld e Quick Step chiudono il buco ma non riescono a portare il loro leader, Impey e Malacarne ai quali un abbuono verrebbe molto comodo in ottica classifica generale, in posizione ideale e così parte Hondo ai 200 finale e proprio quanto sembra portecela fare sbuca Finetto, abile ad infilarsi in uno spazio stretto tra il tedesco e Jacobs, che a sua volta verrà poi passato da Milan per il terzo posto. Visto che nessuno di coloro che sono nelle posizioni buone della classifica riesce a prendere abbuoni la maglia di leader va sulle spalle di Impey con appena 1" su Malacarne, 2" su Jacobs, 3" su García Dapena, 5" su Donati e 10" su Cesar Veloso: con una classifica così corta saranno decisivi gli abbuoni nelle ultime due tappe ed è assolutamente impossibile fare previsioni.


Sebastiano Cipriani

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