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Ciucciatevi il calzino! - AleJet imperioso. Nizza: fuga Roy

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Quando cominciano a risuonare nell'aria le parole Milano e Sanremo i velocisti si trasformano e in un attimo vengono superati tutti i problemi: oggi l'esempio lampante di ciò è stato Alessandro Petacchi che, dopo infortuni, squalifiche e problemi vari, sembra essere ritornato quello di un tempo (sbugiardando tutti quelli che [anche su queste stesse pagine] l'hanno dato per finito troppo presto), il velocista dalla progressione irresistibile per chiunque.
Il corridore della LPR-Farnese Vini aveva già dato buoni segnali nelle prime corse vincendo a Donoratico e in una tappa al Giro di Sardegna anche se mai aveva impressionato più di tanto: successi ottenuti più per la mancanza di avversari che per una netta superiorità. Oggi invece in corsa c'erano tutti i migliori sprinter al mondo e molti di questi la volata non l'hanno neanche vista perché le salite di Ponti di Vara e Bedizzano hanno fatto selezione: AleJet si è difeso alla grande pedalando sempre nelle prime posizioni del gruppo anche quando la pendenza aumentava e Rebellin e Garzelli forzavano il ritmo, dimostrando ancora una volta - non che ce ne fosse bisogno - che alla Classicissima bisognerà fare i conti anche con lui.
In più dobbiamo aggiungere che Alessandro ha al suo fianco una squadra davvero compatta e di grande valore con tutti i compagni (oggi anche Di Luca ha lavorato in salita) pronti a mettersi al suo servizio: grande lavoro durante tutta la tappa con Bernucci che ha perfettamente pilotato Petacchi fino all'ultima curva. Ed è proprio qui che abbiamo rivisto in scena il Petacchi dei tempi d'oro in grado di lanciarsi senza permettere all'avversario di turno, in questo caso Bennati, neanche di uscire dalla sua scia mentre il terzo, il basco Koldo Fernández, era molto più staccato.
Stavolta quindi i velocisti non si sono fatti sorprendere dai fuggitivi e la coppia in avanscoperta formata dal polacco Sapa e Ermanno Capelli non ha avuto molto spazio: bravo il giovane italiano e resistere fino a circa 15 km dall'arrivo quando sulla salita di Bedizzano si sono visti in azione i big con un bel forcing di Rebellin con Garzelli, Scarponi, Caruso e Lövkvist a ruota. Sabato troveranno certamente un terreno più adatto agli attacchi e sicuramente ne vedremo delle belle mentre domani si prospetta un altro arrivo a ranghi più o meno compatti.
I 177 km tra Volterra e Marina di Carrara ci hanno quindi detto che ci sono molti corridori in ottime condizioni ma purtroppo ci hanno lasciato anche brutte notizie soprattutto per quanto riguarda le cadute: prima è toccato a Brajkovic (ritirato con un trauma cranico) mentre sulla salita di Ponti di Vara, nei pressi delle cave di marmo, numerose scivolate causate dalla polvere presente sul manto stradale hanno spezzato il gruppo coinvolgendo Tom Boonen, arrivato staccato e dolorante, e anche Bennati ed il leader El Fares che con un grande sforzo sono riusciti a rientrare. Il passaggio presso le cave, con le sue stradine strette e sporche, si è rivelato forse più pericoloso del previsto e speriamo di rivedere domani al via tutti i coinvolti nelle varie cadute.
In classifica cambia poco con El Fares che mantiene la maglia leader con un margine di 15" su Petacchi e Bennati mentre Duma, secondo ieri, oggi ha perso parecchio terreno. (Sebastiano Cipriani)

Alla Parigi-Nizza invece per gli sprinter non è più aria, visto che dopo la vittoria di Haussler, le altre due occasioni propizie per gli uomini veloci al via (non molti, in verità) sono state appannaggio del vento (a Vichy) e dei fuggitivi (oggi a Vallon-Pont-d'Arc).
E dire che la corsa oggi (a 6 anni esatti dalla scomparsa di Kivilev, ricordato ieri con uno sprint intermedio dedicato al kazako) è sembrata proprio somigliare al nome che le è stato affibiato: la Corsa verso il Sole sta veramente lasciandosi alle spalle la pioggia di Amilly ed il vento delle campagne del nord della Francia, incontrando il sole della regione dell'Ardèche; tutto ciò lascia presagire ad un ottimo meteo per l'arrivo in salita di domani a La Montagne de Lure, 13,8 km al 6,6% che arriveranno alla fine di una tappa abbastanza lunga (182,5 km totali) e parecchio movimentata (ben 5 Gpm prima dell'ascesa finale).
Ma prima di parlare di domani (avremo tempo e modo!), andiamo a vedere cosa è successo oggi: al km 13 è partita la fuga di giornata, composta dal teutonico Tony Martin (all'attacco già ieri) e dalla coppia transalpina Voeckler e Roy. Per qualche chilometro il basco Hernández ha provato a riportarsi sui tre battistrada (per i traguardi Gpm), ma non ce l'ha fatta, così i tanti punti in palio sono andati tutti al tedeschino del Team Columbia, che è riuscito a strappare così la maglia ad Augé e ad una Cofidis che aveva provato a prendersi lo scettro dei monti anche con Dumoulin e Moncoutie.
Il gruppo, complice anche il profilo altimetrico della frazione, ha lasciato parecchio spazio agli attaccanti, tant'è che al km 97 i tre di testa hanno potuto vantare ben 6'40" sul gruppo tirato dalla Quick Step del leader Chavanel, dalla Cervélo di Haussler e dalla Lampre di Lorenzetto. I due team dei protagonisti dell'eventuale sprint finale, però, non hanno potuto fare un inseguimento così coriaceo; aumentando l'andatura, difatti, gli stessi sprinter sarebbero potuti andare in difficoltà, e quindi questo sottile equilibrio ha giocato molto a favore dei battistrada, con Martin (7° al Mondiale a cronometro di Varese) a fare l'andatura sul passo e Voeckler a scandire il ritmo in salita, con Roy sempre un po' in difficoltà sui vari Gpm.
La sensazione che i tre di testa potessero farcela s'è avvertita a 25 km dalla conclusione, col vantaggio a 4'30" e la Cervélo che si è ritirata dalle prime posizioni del gruppo inseguitore: una sorta di lascia passare per il buon esito della fuga, che difatti a 19 km dal traguardo ha mantenuto 4'15" di margine; la nuova tranquillità dei tre di testa s'è trasformata nel giro di pochi chilometri in una cruenta battaglia per il successo di tappa; il primo a rompere gli indugi è stato Voeckler ai meno 19,5 km, proprio mentre nel gruppone avveniva la caduta di Steegmans (che coinvolgerà anche Moinard, Paulinho e Vande Velde, tra gli altri; al traguardo patiranno 5'53" dal gruppo maglia gialla).
Voeckler non è riuscito a fare il vuoto, così a meno 11 km e ai meno 7 km è stato Martin a tentare la sortita in solitario; anche per il tedesco niente da fare. Allora in contropiede è partito deciso Roy, che ha preso subito un buon margine perché nessuno degli altri due voleva favorire l'altro. A 4 km dal traguardo il francesino ha mantenuto 8" su Martin e Voeckler e 2'50" sul gruppo, margine che gli ha permesso di festeggiare - praticamente allo sprint - nonostante il tentativo disperato di recupero di T-blanc Voeckler. Il gruppo ha chiuso a 2'33" regolato da Haussler (Lorenzetto 9° totale).
Jérémy Roy ha conquistato così il suo primo successo da pro'; finora, in 6 anni e qualche mese da corridore della Française des Jeux, si era piazzato al 3° posto di tappa alla Vuelta 2007 (tappa di Torre Pacheco, vinse Klier), mentre nel 2008 fu battuto dal solo Sylvain Chavanel al termine della fuga che consegnò all'attuale leader della Parigi-Nizza la vittoria di tappa in quel di Montluçon al Tour de France.

Gioisce così per la terza volta in tre giorni la Francia, dopo la vittoria di tappa di Chavanel a Vichy, di El Fares a Capannori e di Roy a Vallon-Pont-d'Arc. E se il corridore della Cofidis non dovrebbe aver problemi a tenere la maglia a Santa Croce sull'Arno, per il capitano della Quick Step l'arrivo sulla Montagne de Lure vorrà significare - con tutta probabilità - l'addio al primato, con il giallorosso della Spagna a sostituire il blubiancorosso del tricolore dei cugini sul gradino più alto del podio.

Mario Casaldi

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