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Caccia grossa per Hunter - Robert precede Garzelli e Di Luca

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Voltare pagina, dalla Turchia al Trentino, passando per l'Austria: alla Barloworld serviva una vittoria, soprattutto allo sprint, per togliersi di dosso quel terrore vissuto ad Alanya, negli ultimi chilometri del pur vittorioso Giro di Turchia. Quel volo spaventoso di Impey, trascinato per la spalla dallo sprinter olandese Theo Bos, che ha lasciato al sudafricano due vertebre fratturate e tanta, tantissima paura (e rabbia), grazie alla vittoria di Hunter ad Innervillgraten, sconfinamento austriaco del Giro del Trentino, assume sempre di più i connotati del ricordo, seppur doloroso e da approfondire (per effettive testimonianze ed eventuali sanzioni), ma comunque un ricordo a cui - magari - dedicare un successo di tappa dopo aver sprintato al termine di una salita di 10 km, seppure con una lieve pendenza media del 3%, e vinto davanti a due corridori come Stefano Garzelli e Danilo Di Luca, ambedue in cerca del riscatto dopo il mezzo passaggio a vuoto sull'Alpe di Pampeago.
Non che serva una tappa del Giro del Trentino per delineare le qualità di un già vincitore di tappa al Tour de France, per carità, ma anche in vista dell'imminente Giro d'Italia, per cui la squadra di Claudio Corti ha strappato (al pari della Fuji-Servetto) un invito in extremis o quasi, è un'iniezione di fiducia mica da ridere, anche considerando che due velocisti del rango di Hushovd e Bennati hanno alzato (o - come il toscano - sono in procinto di farlo) bandiera bianca per via di infortuni più o meno gravi e che quindi il sudafricano potrebbe ritrovarsi a lottare spesso coi vari Petacchi, Cavendish, McEwen, Napolitano e compagnia sprintante.
Le altre note liete arrivano - come detto - da Garzelli e, soprattutto, da Di Luca; anzi, da tutta la LPR Brakes-Farnese Vini, visto che l'attacco dell'abruzzese (al km 74) altro non era che un contrattacco - seppur di assoluto valore, lungo il Passo Gardena - per riportarsi su un gruppo di ben venti unità, che al km 22 si era portato al comando, con la LPR già ben coperta da Bosisio e Chiarini, e le altre squadre rappresentate da Visconti, Noè, Caruso (con Sestili), Anzà (con Kiserlovski ed Infantino), Baliani (con Bisolti), Giunti (con Carvajal), Pardilla (con Terrenzio), Jackson Rodríguez, Bellotti, Vrecer e Fernández.
Sul Passo Sella è Caruso - 3° ieri e contrariato per via del mancato invito per la sua Ceramica Flaminia dal prossimo Giro - ad accelerare, con Vrecer e Bosisio che cercano di resistere, ma è proprio il siciliano a passare in vetta sui due Gpm di giornata per poi venire ripreso al km 100 da un gruppetto di 18 corridori.
Al km 110 - proprio da questo gruppetto, nel frattempo ridottosi ad 11 unità - parte Bosisio; Terrenzio non riesce a chiudere, e così il lecchese viaggia per circa 35 km da solo, con un vantaggio che tocca i 2'22" (a 47,5 km dall'arrivo) e che poi viene annullato dal gruppo, che nel frattempo aveva riassorbito i primi inseguitori, condotto da CarmioOro (per Colli), Diquigiovanni (per Rodríguez) e ISD (per Visconti).
Nel finale ci provano in tanti: Tamayo, De Bonis, Sestili, ancora il laziale De Bonis, infine Kvasina; ai meno 5 la situazione si stabilizza. Diquigiovanni e ISD conducono il gruppo, per poi essere rilevati all'ultimo chilometro dalla LPR. La volata è lanciata, ma gli uomini di Bordonali non riescono ad arginare Hunter, che vince nettamente, mentre Di Luca poi perderà al fotofinish la seconda piazza in favore di Garzelli, col sempre più bravo Jackson Rodríguez in quarta posizione.
La maglia resta a Brajkovic, nonostante Caruso (9° a 1'32" al mattino) abbia fatto sudare più di qualche camicia al giovane passista sloveno dell'Astana, che domani dovrà sudarne altre lungo l'arrivo che porterà a Pejo Fonti, ultima tappa di questo Giro del Trentino: gli ultimi 11,5 km finali non sono impossibili (pendenza media del 4%), ma arriveranno dopo il Passo della Mendola, Gpm posto al km 150,1 che potrebbe sgranare di molto il gruppo.
Poi - prima del 9 maggio a Venezia e dopo le giuste celebrazioni per i vincitori, e le ovvie "critiche" per i vinti - qualcuno lo rivedremo in Romandia, qualcun altro tra Larciano e Toscana, mentre altri prenderanno già sabato pomeriggio il primo aereo che li catapulterà in quel di Liegi, da cui il giorno successivo prenderà il via una "corsetta" che si svolge su una dozzina di côte valloni.


Mario Casaldi

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