Una Cervélo Thorrenziale - Hushovd praticamente sulla TAV
Al quarto giorno finalmente arriva una bella volata al Giro della California. E dopo averla vista possiamo dire che di torrenziale, da quelle parti, non c'è solo la pioggia invernale, ma anche questa nuova Cervélo, che anzi è Thorrenziale (come da titolo) in quanto consacrata a Hushovd: Thor, appunto, dio del tuono visto che siamo in tema di temporali; e Thor capotreno di un convoglio che è una vera e propria TAV: Dominique (Rocking&)Rollin terz'ultimo vagone, e Brett Lancaster penultimo, hanno fatto un lavoro di alta manovalanza, operai specializzati di un ciclismo che ci sta mostrando quest'anno più di un treno dai meccanismi ben oliati.
E a Modesto hanno messo in maniera impeccabile Hushovd davanti al traguardo, praticamente un rigore a porta vuota, e il norvegese poteva esimersi dallo spingere la palla in rete? Tantopiù che se la Cervélo brillava per organizzazione, non altrettanto faceva un altro team parecchio bene attrezzato per le volate: la Columbia deve ancora registrare bene alcuni movimenti, come già si era intuito al Trofeo Calvia, dove Boasson e Sieberg si erano fatti uccellare da Ciolek.
Stavolta è stato un insospettabile, George Hincapie, a macchiarsi di una leggerezza: ai 300 metri il newyorkese ha improvvisamente scartato sulla destra: in quel momento l'ex Postino era a ruota di Hushovd, a sua volta a ruota di Lancaster; e probabilmente era convinto di avere dietro Renshaw e Cavendish (o anche solo quest'ultimo). E invece aveva alle spalle Lucas Haedo (il giovane), che ovviamente - vuoi l'inesperienza, vuoi il trovarsi spiazzato, vuoi il non voler fare il gioco di chi era dietro - si è ben guardato dal chiudere la voragine che in un secondo si è aperta tra sé e Hushovd.
Mentre Hincapie sbatteva la faccia contro il vento, Thor si lanciava non più arrestabile verso la vittoria; e a poco valeva la rimonta di un Freire in stato interessante (nel senso della forma, ma anche della possibilità - anzi la certezza - che il cantabro partorisca bei risultati prossimamente), che non potendo colmare il gap dal norvegese si è comunque accontentato di un secondo posto non disprezzabile. Terzo Renshaw, solo quinto Cavendish, disperso nelle nebbie Boonen, ma la possibilità per i delusi di oggi di rifarsi domani. Certo, ci sarà da lavorare un po' di più rispetto alla tappa odierna (in cui il gruppo ha avuto gioco facile a controllare i quattro uomini in fuga: Mollema, Louder, Bradley White e Vandborg hanno avuto un vantaggio massimo di non più di 4'): se oggi le salite erano poche e nella prima metà della frazione, domani saranno più numerose e anche più vicine al traguardo di Clovis.
Certo non vicine come nelle due tappe iniziali (l'ultima vetta è a 70 km dall'arrivo), ma se non sono prevedibili scossoni in classifica (oggi non ce ne sono stati), più facile è pensare che una fuga possa trovare spazio. O comunque che si debba faticare per tenere cucita la corsa. Ma magari ci saranno anche Leipheimer e soci a dare una mano: hai visto mai che un'imboscata...