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Solita farsa, poi Hushovd - A segno anche Petacchi e Ginanni | Cicloweb

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Solita farsa, poi Hushovd - A segno anche Petacchi e Ginanni

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Perché dovremmo sprecare tempo per parlare di una corsa abbastanza fasulla come la Het Nieuwsblad di oggi? Quella che fino all'anno scorso si chiamava Het Volk, la gara che apre il calendario belga e offre subito un ricco antipasto di muri e pavè, è stata oggi una corsa fasulla.
I motivi sono i soliti, quando si corre a queste latitudini: i motociclisti delle corse fiamminghe hanno una passione sfrenata per gli idoli di casa, li amano così tanto da volergli correre quanto più vicino possibile, anzi, proprio davanti, a tagliare l'aria e offrire un quantomai gradito servizio di scia gratuita. Il problema è che - non trattandosi di una corsetta di paese - è grave che tutto risulti così falsato. E allora perde senso descrivere la fuga di De Vocht, Zen, Boucher, Duclos-Lassalle, Blot (giunta fino a oltre 7' di vantaggio), o l'inseguimento di Tjallingii, Kuschynski, Thurau e Caethoven (infrantosi su una squalifica per scavalcamento di un passaggio a livello chiuso).
Perde senso parlare della grande azione a 4 dei Rabobank (Flecha-Langeveld-Nuyens-Posthuma, scattati in cronosquadre su un tratto in pavè subito dopo il Taaienberg, a 54 km dalla fine), così come perde senso descrivere il forcing di Roger Hammond e Boonen sull'Eikenberg (meno 50), col gruppo selezionato. E ancora, perde senso dire della buona vena di Boonen su ogni tratto in pavè, e ricordare l'ottima voglia di Haussler, che dopo tanta vivacità (e dopo che i quattro Rabo sono stati ripresi a meno 46) ha trovato l'azione buona insieme allo scatenato Langeveld.
Un'azione distesasi dai meno 40 fino a 300 metri dall'arrivo, avviata benissimo e con un margine che, a 24 km dalla conclusione, aveva superato il minuto sul gruppo dei più forti (comprendente 18 uomini tra cui Boonen, Pozzato, Hoste, Gilbert, Chavanel, Burghardt e Hushovd); e che è stata messa in discussione dapprima dalla scriteriatezza della Rabobank, che con Langeveld in fuga si rende conto a un certo punto che il suo alfiere è veloce la metà del suo compagno d'attacco, e quindi inizia a sganciare da dietro le altre punte, da Flecha a Nuyens, che fino a quel punto avevano ben rotto i cambi.
E poi - sdegno e cupezza! - la solita farsa belga: perché se davanti ci sono un olandese e un tedesco, ma dietro si forma un trio (ai 23 km) con Nuyens, Gilbert e Amorison, può capitare che le moto di cui sopra ci mettano enormemente del loro, tanto che come per incanto in un chilometro gli inseguitori rosicchiano (no: rubano!) 20" ai due battistrada. Nel giro di 5 km il gap crolla a 11" (Boonen e gli altri sono a circa 25"), uno scandalo formato famigghia.
Ecco, allora: che senso ha descrivere una cosa del genere? Uno e uno solo, forse (che poi è il motivo per cui stiamo dedicando tante righe all'Het Nieuwsblad): visto che siamo all'alba della stagione del pavè e dei muri, e visto che manca più di un mese al Giro delle Fiandre, la richiesta è che qualcuno prenda provvedimenti. Una semiclassica come quella di oggi possiamo anche sopravvivere, a vederla deturpata in questo modo. La Ronde proprio no; ma neanche la Gand (viziata pesantemente nell'anno in cui vinse Mattan). L'UCI non ha niente da eccepire? Le associazioni dei corridori?
Per fortuna il disegno ladresco resta incompiuto perché qualcosa succede: o che dalla regia qualcuno si renda conto di quanto la si stia facendo sporca e ordini di piantarla; o che Amorison, Nuyens e Gilbert finiscano la benzina e si arrendano quando sono a un passo dal ricongiungimento; insomma, qualcosa succede, e l'azione a due riprende quota e torna a sfiorare il mezzo minuto di vantaggio ai 10 km.
A 5 km il margine è ancora di 20", ma ci pensa Flecha a completare la geniale tattica Rabobank, con uno scatto secco che rosicchia 5" al suo compagno di squadra e riporta sotto le tante ruote veloci presenti nel gruppetto dei migliori. Perché poi la Rabo non è che abbia Freire in campo, ha tutti corridori che sarebbero comunque battuti da Boonen o Hushovd... mentre Langeveld magari poteva starsene un po' passivo (se da dietro i suoi amici non avessero tirato) per tentare la stoccata da finisseur.
Le secche trenate di Velits, Gilbert e poi ancora dell'inqualificabile Flecha annullano praticamente le distanze, sicché sulla piccola erta finale di Gand si consuma il ricongiungimento, a meno di 300 metri dall'arrivo. E c'è ancora spazio per il thrilling, perché mentre Hushovd si lancia per risultare imprendibile, Pozzato poco dietro si impiccia con Langeveld e Velits e finisce per terra, completando col ruzzolone questo febbraio veramente negativo (quante vittorie sfumate per Filippo?); e con la caduta, il veneto ostruisce anche il passaggio a Boonen, che gli era alle spalle e che di fatto non può fare lo sprint (ma difficilmente avrebbe superato Thor, questa è l'impressione).
Hushovd vince davanti al promettente Ista e a Flecha, ma senza quelle moto le cose sarebbero andate molto diversamente.

Per fortuna altrove troviamo motivo di sorrisi, visto che Alessandro Petacchi e Francesco Ginanni hanno centrato oggi la seconda vittoria stagionale: lo spezzino ha domato a Cagliari un Bennati un po' appagato dal successo di ieri e dalla certezza di aver vinto la classifica generale del Giro di Sardegna. Comunque per AleJet un successo che significa morale e la certezza di poter ancora battere l'aretino. Certo, come lui stesso ha confessato, l'anno di inattività pesa sulle gambe e sul ritmo, ma la voglia di continuare a lasciare segni importanti c'è.
Alle spalle di Petacchi, partito in testa ai 150 metri e non più raggiunto, come detto Bennati e poi Manuel Belletti, sempre più efficace in questi arrivi. Se non con Belletti, la Serramenti Diquigiovanni trova comunque modo di festeggiare il dodicesimo successo stagionale in Svizzera, al neonato Gran Premio Insubria: è Ginanni, come accennato sopra, a imporsi anticipando allo sprint Enrico Rossi (già terzo al Laigueglia vinto dallo stesso Ginanni) e Samuel Dumoulin. Domani saranno GP di Lugano e Kuurne-Bruxelles-Kuurne a completare questa prima fase di gare della stagione.

Marco Grassi    

 

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