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Il pagellone del 2008 - I promossi: su tutti Contador

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Una stagione dominata dalle figure di tre grandi campioni: Contador dominatore di Giro e Vuelta, Cancellara maestoso alla Sanremo e a Pechino, Cavendish splendido protagonista allo sprint. Ma dietro di loro, a partire da Ballan, Sastre e Sánchez, tanti altri atleti si sono meritati un bel voto, vediamo chi sono...

Alberto Contador (Astana) - 9,5
Non sarà la stagione perfetta ma poco ci manca: l'Astana non viene invitata al Tour e lui allora va a vincere Giro e Vuelta diventanto uno dei più giovani ad aver vinto almeno una volta tutti e tre i grandi Giri. Nella corsa rosa chiude senza successi parziali mentre in Spagna si esalta sui monti asturiani e doma l'Angliru e il giorno seguende si ripete a Fuentes de Invierno. A fine stagione le vittorie totali saranno 10 con un unico piccolo neo, il podio olimpico sfuggito per appena 8" nella prova a cronometro, altrimente la stagione sarebbe veramente stata da 10.


Fabian Cancellara (Team CSC) - 9
I primi mesi sono da urlo: in rapida successione vince Eroica, Tirreno e Sanremo con delle grandissime dimostrazioni di forza e lo ritroviamo ancora grande alla Roubaix dove è secondo dietro a Boonen. Nella seconda parte di stagione arrivano due successi al Giro di Svizzera con altrettante azioni negli ultimi km e, dopo un Tour corso in funzione dei compagni, una doppia impresa alle Olimpiadi: nella prova in linea recupera nel finale quasi 25" in un paio di km e fa terzo mentre nella prova a cronometro rifila distacchi pesanti a tutti. Incontenibile.


Alejandro Valverde (Caisse d'Epargne) - 8,5
Quando si vincono 12 corse tra cui Liegi, Delfinato e San Sebastian la stagione non può che essere molto positiva ma nel 2008 di Alejandro Valverde c'è qualche passaggio a vuoto di troppo: nei Grandi Giri non trova ancora una costanza di rendimento e paga pesantemente alcune disattenzioni (vedi la tappa di Suances alla Vuelta) mentre nei grandi appuntamenti internazionali (Olimpiadi e Mondiali) il suo atteggiamento attendista lo blocca nelle retrovie. Al contrario la Liegi e le prime tappe di Tour e Vuelta rappresentano dei veri capolavori, quasi un marchio di fabbrica ormai.


Davide Rebellin (Gerolsteiner) - 7,5
Solo due vittorie nella stagione (Haut Var e Parigi-Nizza) ma una costanza di piazzamenti lungo tutto il 2008 che non ha eguali: 9 secondi posti, 4 terzi e 7 quarti. È nelle classiche che Davide ci regala il meglio di sé: sale sul podio alla Liegi, a San Sebastian e alle Olimpiadi, fa quarto al Mondiale mentre il risultato peggiore è il 6° posto alla Freccia; fosse arrivato un successo di peso il voto sarebbe certamente stato più alto ma a 37 anni questa è una stagione decisamente super. 


Damiano Cunego (Lampre) - 8
Tanto veloce e incisivo nelle corse di un giorno quanto giù di tono e sfortunato nelle corse a tappe. Al terzo successo nel Giro di Lombardia si accostano la vittoria nell'Amstel e gli splendidi podi al Mondiale (secondo) e alla Freccia Vallone (terzo). Nelle corse a tappe invece il bilancio è in rosso e da salvare c'è solo una grande determinazione dimostrata in alcune tappe: quella di St.Etienne al Tour in cui nonostante una terribile caduta ha stretto i denti ed è arrivato al traguardo e quelle della Vuelta in cui è stato sempre pronto a lanciarsi in fughe da lontano per dare segnali al CT Ballerini.


Philippe Gilbert (Française des Jeux) - 7,5
Finalmente dopo tante stagioni di belle promesse, di tanti piazzamenti e anche di tanti attacchi spesso scriteriati, Gilbert riesce a cogliere un successo di prestigio alla Parigi-Tours. Partito fortissimo, a marzo può già vantare quattro successi (tra cui l'Het Volk) e il terzo posto alla Sanremo: da qui pian piano si spegne e le classiche del nord lo vedono tra gli attori non protagonisti. Alla Vuelta ritrova un buon colpo di pedale che gli frutterà, come già detto, il successo sull'Avenue du Grammont a Tours. 


Levi Leipheimer (Astana) - 7
La stagione di Levi Leipheimer vive tra vistosi alti e bassi: parte bene vincendo il Tour of California ma delude in Georgia e al Giro., ma subito dopo la corsa rosa ritroviamo Levi competitivo al Giro del Delfinato (chiuso in terza posizione). Anche la seconda parte del 2008 segue il copione della prima: a Pechino centra il bronzo nella crono e alla Vuelta domina le prove contro il tempo e finisce secondo nella generale con il rammarico di non aver avuto grande libertà in alcune tappe. Dopo questi risultati si presenta da grande favorito ai Mondiali di Varese ma nella cronometro non va oltre un deludente quarto posto.


Kim Kirchen (Team Columbia) - 7
La vittoria nella Freccia Vallone è senz'altro il momento più alto della carriera del 30enne lussemburghese che si è reso protagonista anche al Tour de France vestendo per quattro giorni la maglia gialla e chiudendo settimo nella generale. Dopo il Tour e una buona prima parte di stagione (che vede anche due successi nei Paesi Baschi e uno in Svizzera) non riesce più ad incidere, delude alle Olipiadi e neanche si presenta alle classiche di fine stagione, Mondiale compreso.


Alessandro Ballan (Lampre) - 8,5
Quello scatto ai meno tre nel Mondiale di Varese resterà uno dei gesti tecnici più ragguardevoli dell'anno da poco concluso, nonché ciò che lo consacra a vero Campione del ciclismo contemporaneo, insieme al Fiandre 2007. E, a proposito di Fiandre, al Nord si conferma grande protagonista - 4° al Fiandre e 3° a Roubaix - ma l'altro acuto della stagione è alla Vuelta, dove conquista la tappa di Andorra con un'azione epica, togliendosi lo sfizio di vestire la maglia oro.
 


Carlos Sastre (Team CSC) - 8,5 2008 da favola, quella del brutto anatroccolo regolarista che attacca, infligge due minuti a tutti, resiste a cronometro e diventa uno splendido vincente cigno. Non che fosse un Tour grandi firme, per carità, con un Evans trovatosi imbastito nei panni del favorito. Però Carlos c'era ad Hautacam, ha squillato a Prato Nevoso e ha dimostrato coraggio e forza nella conquista dell'Alpe d'Huez. Tanto basta(va) per fare una stagione memorabile; lo spagnolo ci ha aggiunto un bel podio alla Vuelta e uno splendido lavoro da gregario all'Olimpiade di Sánchez. 


Tom Boonen (Quick Step) - 8
Domina in Qatar e cicca la Milano-Sanremo, conquista la Roubaix correndo da padrone e domando due ossi durissimi come Cancellara e Ballan e poi viene costretto a saltare il Tour per le note vicende. Annata un po' strana, in cui comunque raccoglie una quindicina di successi, incluse due tappe alla Vuelta con cui aveva appuntato la propria candidatura all'iride, risultata poi velleitaria alla prova dei fatti. Stagione decisamente positiva, anche alla luce dell'interruzione forzata in coincidenza del Tour. 


André Greipel (Team Columbia) - 7,5
Apripista a cinque stelle per il fenomeno Cavendish - e quindi partecipe dei successi del britannico - dimostra un'eccellente continuità, togliendosi più di uno sfizio: a fine stagione per il tedescone si contano quattordici allori, tra cui spiccano la generale del Down Under, le tappe a Eneco e Germania e ovviamente la vittoria al Giro, nella volata di Locarno, con il beneplacito del più giovane compagno di sprint. 


Mark Cavendish (Team Columbia) - 9
Ciò che Contador ha rappresentato per i grandi giri, Cavendish lo è stato per le volate. Diciassette successi, dal Belgio al Missouri, passando per Irlanda ed Olanda, ma soprattutto passando per 4 vittorie al Tour e 2 al Giro, corse in cui ha dato una costante esibizione di potenza e soprattutto - lui, ancora estremamente giovane - l'impressione d'essere pressoché imbattibile in un certo tipo di sprint. In più, sempre sorridente e in grado di dar spettacolo: manna dal cielo... 


Daniele Bennati (Liquigas) - 7
Dopo un 2007 in cui s'era dimostrato corridore completo ancor più che velocista, causa acciacchi si trova a saltare Fiandre, Gand e Roubaix ed è un gran peccato. Si riscatta al Giro: vince la maglia ciclamino finale e soprattutto veste i panni di unico attendibile antagonista di Cavendish, battuto 3 a 2 nel confronto diretto relativo alla corsa rosa. Una tappa anche alla Vuelta e il solito Piemonte impreziosiscono una stagione più che positiva, ma rimasta un po' monca. 


Robert Gesink (Rabobank) - 6,5
A tratti dà l'impressione di non conoscere neppure lui i propri limiti, cosa più che giustificabile vista la giovanissima età (compirà 23 anni a maggio). E in effetti non si capisce se abbia la stoffa del vincente ma ancora non l'abbia espressa, o se sia invece destinato a una carriera senza troppi acuti, tanto nelle corse a tappe che in quelle di un giorno. L'impressione è che le doti da scalatore siano importanti, unite a una discreta attitudine a cronometro, ma a conti fatti nel 2008 ha vinto solo a San José, California. Progressi ne ha fatti, lo attendiamo al varco nel 2009. 

Stijn Devolder (Quick Step) - 7,5
Riscatta un 2007 più che opaco vincendo un Fiandre strepitoso, che gli vale da solo il voto alto, in quanto corso con forza, convinzione e coraggio, ricoprendo peraltro perfettamente il ruolo assegnatogli nel team. Non è così presente nel resto della stagione, neppure a cronometro, (d'accordo il campionato belga...) e risultando piuttosto anonimo al Tour de France. Ma considerando che l'anno prima aveva puntato a far classifica alla Vuelta e "steccato" tutta la stagione, non c'è da fare troppo gli schizzinosi... 

Greg Van Avermaet (Silence) - 7
Quella 2008, a soli 23 anni, è stata la stagione della sua consacrazione come uno dei passisti veloci più temibili in gruppo. Già in primavera disputa un ottimo Fiandre (ottavo) ma è con l'autunno alle porte che si supera. Vittoria di tappa alla Vuelta, uccellando i vari Rebellin e Cunego (con la ciliegina della classifica a punti finale) e buon mondiale dove è lestissimo a inseririsi nell'azione buona promossa dagli azzurri (anche se poi gli mancano un po' le gambe nel finale). Sicuramente uomo da tenere d'occhio in futuro, soprattutto per le classiche non durissime.

Joaquín Rodríguez Oliver (Caisse d'Epargne) - 6,5
Ormai facciamo fatica a entrare nell'ottica che oltre ad essere il miglior gregario di Valverde, il "Purito" è anche un ottimo corridore quando corre per sé. Le pendenze estreme - vedi Montelupone, Mortirolo e Angliru - lo esaltano e nelle classiche dure c'è sempre. A Varese è lui a ritrovarsi a dover salvare la baracca spagnola ma deve arrendersi alle furie azzurre, in schiacciante superiorità numerica. Per il 2009 gli chiediamo una vittoria "pesante", sicuramente nelle sue corde.


Roman Kreuziger (Liquigas) - 6,5
Ha solo 22 anni, ma numeri da far paura. L'impresa dell'anno la firma nella cronoscalata al Klausenpass, al Tour de Suisse dove si mette dietro tutti i favoriti e ipoteca la vittoria finale. Si presenta al Tour in sordina, ma cresce col passare dei giorni e chiude a ridosso della top-10 (e della maglia bianca). Unica pecca: evanescente nelle corse in linea, ma probabilmente non è lì che raccoglierà le soddisfazioni più grandi della sua carriera. 


Marzio Bruseghin (Lampre) - 7,5
Gli aggettivi sono finiti per il buon Marzio. Praticamente la sua stagione comincia col Giro dove, alla fine, si metterà dietro parecchi dei favoriti della vigilia, conquistando un'ottima vittoria di tappa nella crono di Urbino. Ma è solo l'inizio. Cunego lo vuole al Tour e Marzio obbedisce: non è quello di maggio ma il suo lavoro lo fa, tanto che Ballerini non può farne a meno per Pechino. In terra cinese gli toccheranno prova in linea e crono. Un atleta normale, a questo punto, segherebbe il telaio della bici e arrivederci al 2009. Ma Marzio no, è a Granada per il via della Vuelta (a Madrid sarà nella top-10) ed è a Varese dove, con le sue "menate" in testa al gruppo, dà il la al festival azzurro. Immenso! 

Samuel Sánchez Gonzalez (Euskaltel) - 7,5
Una medaglia d'oro olimpica vale una carriera intera, figurarsi una stagione. A Pechino è superbo, approfitta come meglio non potrebbe dello stucchevole marcamento Bettini-Valverde e si catapulta nell'Olimpo, dando l'ennesimo dispiacere al malcapitato Rebellin. A volergli proprio fare le pulci, oltre al trionfo a cinque cerchi e al discreto sesto posto al Tour de France, non ci sono altri risultati di rilievo, anche perché corre poco, molto poco. Ma quest'anno ha avuto ragione lui... 


Francesco Ginanni (Diquigiovanni) - 7,5
Ci mette meno di sei mesi per prendere le misure alla categoria. E in agosto si scatena: in trenta giorni GP Carnaghese, Tre Valle Varesine e Giro del Veneto sono nel carniere con tre azioni splendide e, a Varese, Ballerini gli concede l'onore di essere riserva azzurra. Ora gli tocca la parte più difficile, riconfermarsi: se ci riuscirà, a fine 2009 celebreremo la nascita di un nuovo campione. 


Edvald Boasson Hagen (Team Columbia) - 7
Sette vittorie stagionali, per un ventunenne, bastano a giustificare il voto positivo. Ma del norvegese ci ha stupito l'esposività, la capacità di uscire dal gruppo lanciato verso una volata ormai sicura, come solo un cavallo di razza sa fare. Non vogliamo addentrarci in paragoni che possono sembrare immediati - il ragazzo deve ancora meritarseli a suon di risultati - ma ci sicuramente seguiremo con più attenzione la sua sagoma in mezzo al gruppo. 


Andy Schleck (Team CSC) - 6,5
Non tanto per i risultati ottenuti - il migliore è stato un terzo sull'Alpe d'Huez - ma per la classe che ha sfoggiato, sia nelle corse in linea (Liegi e Olimpiade), sia al Tour, dove ha chiuso undicesimo e miglior giovane. A volte sembrava quasi giocasse con gli avversari e le sue progressioni, quasi sempre a vantaggio di un compagno, sono sempre risultate coltellate nelle gambe di chi gli era attorno. Già ci lecchiamo i baffi per il duello con Contador sulle strade di Francia...


Franco Pellizotti (Liquigas) - 7
Incentra tutta la sua stagione sul Giro d'Italia dove, sulla carta, parte alla pari con il giovane Nibali. Ben presto, a suon di prestazioni, fa capire a tutti che sarà lui l'uomo di punta della Liquigas, chiudendo quarto ad un soffio dal podio di Bruseghin e condendo il tutto con quattro giorni in rosa e la prestigiosa tappa di Plan de Corones. Si prepara per i Giochi Olimpici lontano dai riflettori del Tour e a Pechino svolge un ottimo lavoro in appoggio ai capitani. Ora siamo curiosi di capire che ruolo potrà avere sulle strade del Giro 2009 nella Liquigas di Ivan Basso.

a cura di Sebastiano Cipriani
Giuseppe Cristiano
Stefano Rizzato
 

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