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Gioia Samai, brinda LeTua - Sprint a sorpresa dell'indonesiano

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S'interrompe la scorpacciata di Mattia Gavazzi al Tour de Langkawi che, per una volta, sorride ad un atleta asiatico, nello specifico il ventottenne indonesiano Samai.
Lo sprinter del team LeTua Cycling, il principale in Malesia, è stato bravo ad approfittare di una volata piuttosto confusa, che ha visto Gavazzi rimanere un po' chiuso e quindi fare un po' a sportellate con Sutton e Hoffman. Samai, ottimamente posizionato alla ruota del sudafricano, ha in verità avuto un eccellente spunto e quindi la sua vittoria è più che meritata. Dal canto loro Sutton e Hoffman non sono apparsi particolarmente contenti, per usare un eufemismo: l'australiano della Garmin è anche caduto, ai 50 metri dall'arrivo, dopo essersi agganciato con la propria bici alla parte posteriore di quella di Viganò, rimasto invece incredibilmente in piedi. Hoffman, anch'egli nella convinzione di essere stato ostacolato da Gavazzi, ha avuto proprio sulla linea un gesto di stizza contro il bresciano della Diquigiovanni.
C'è da dire che la linea della volata di Gavazzi ha in effetti un cambio di direzione negli ultimi 100-150 metri ma, nel complesso, lo sprint dell'italiano non pare realmente scorretto, come del resto conferma il fatto che i giudici hanno deciso di non comminare alcuna sanzione.
Ma torniamo al buon Samai, che sul podio ha sfoggiato un sorriso abbagliante, che molto dice di quanto a lungo ricorderà questo giorno. Per il ciclismo indonesiano, che ha in Tonton Susanto il maggior esponente, sicuramente un risultato di grande rilievo, così come è importante notare che si tratta del primo sprint di gruppo vinto da un ciclista asiatico al Tour de Langkawi, dal momento che gli altri successi incassati dagli atleti di questo continente erano venuti in seguito ad una fuga.
A proposito di fuga, l'epilogo della frazione di oggi (221 km da Melaka a Bandar Baru Bangi) si immaginava ben diverso, in quanto il percorso sembrava favorire i tentativi da lontano. Ci hanno effettivamente provato in otto (Arashiro, Matveyev, Weissinger, Fukushima, Kim, Yates, Rusli, Van Heerden), strada facendo diventati nove, con il francese Loubet in grado di agganciare la vetta della corsa grazie ad un inseguimento solitario. Ma proprio il giorno in cui maggiormente ci si attendeva una fuga fortunata, visto soprattutto l'annunciato disimpegno della Diquigiovanni dai doveri di inseguimento, è stato quello in cui meno spazio è stato dato ai coraggiosi di giornata, il cui vantaggio massimo è stato di poco più di 6'.
Chiaramente influente la non perfetta collaborazione nel gruppo di testa, dal quale hanno tentato di andarsene dapprima Yates e Van Heerden, quindi il giapponese Arashiro, infine di nuovo Yates (che ha conquistato la maglia a pois) e Weissinger. Il ricongiungimento è arrivato quindi inesorabile e puntuale ai 3 km dall'arrivo, dopo che un allungo di Susanto e Jackson Rodriguez, abile ad accodarsi all'indonesiano, era stato anch'esso frustrato dal plotone.
Gavazzi, che ha rafforzato la sua leadership grazie agli abbuoni, sarà senz'altro costretto a cederla domani, quando i corridori affronteranno la frazione regina: 102 km con partenza da Petaling Jaya e arrivo in cima alla tradizionale quanto difficile salita di Genting Highlands. Da tenere d'occhio il colombiano Serpa, che - come s'è più volte detto - a Genting è di casa, insieme agli spagnoli Cobo e Gómez Marchante e al già citato Susanto; tra gli italiani, Pozzovivo appare l'unico in grado di far saltare il banco, ma la sua condizione è tutta da verificare, mentre Nardello e Baliani potrebbero provarci da lontano.


Stefano Rizzato

 

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