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Sánchez e Valverde superlativi - Brava Italia, delusione BelgiOlanda

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Samuel Sánchez - 10
Dopo le tre tappe e il 3° posto della scorsa Vuelta, questa è la corsa che lo consacra campione. È un corridore spettacolare, generoso, attaccante come pochi, scaltro e capace. Sfortunato e un po' imbrigliato negli ultimi due Mondiali, oggi non ha sprecato l'occasione della vita.

Rebellin - 9,5
2° posto olimpico nel giorno del 37esimo compleanno. In gara pensavamo avesse battezzato il giovane Schleck come il più forte in salita, invece post-gara dice che aveva visto che anche l'asturiano Samuel aveva una bella gamba. Allora forse la scelta di seguire ogni scatto del lussemburghese non è stata azzeccatissima. C'è da dire anche che era il solo italiano nel gruppetto finale e l'inferiorità numerica gli ha tolto anche un po' di lucidità. Immenso lo stesso.

Cancellara - 9
Non fosse stato all'insù, l'arrivo, avrebbe vinto per distacco. Recupera da solo 30" negli ultimi 2 km ai 5 corridori che lo precedevano sino a quel punto. Un bronzo che vale tantissimo. La crono di mercoledì si correrà per le piazze d'onore.

Andy Schleck - 8
Il corridore più divertende dell'Olimpiade. Sull'ultima salita dà due stoccate che fanno male a tantissimi, seguite da altrettante progressioni che lasciano dell'acido lattico nei muscoli di tantissimi avversari. Dà tutto nel tentativo a 3 perché vuole la medaglia e in volata è fermo. Per il riconoscimento sfuggito (sebbene meritato), bussi alla porta di Cancellara.

Kolobnev - 6,5
La Russia lavora tanto, con Vladi Efimkin, perché rimane fuori dalla fuga di metà corsa. Anche Menchov dà una bella mano ad Alexandr, convocato in extremis dopo il podio di San Sebastián. Dopo il podio mondiale, gli sfugge di un soffio il podio olimpico (e migliora il 10° di 4 anni fa), anche per via di una volata impostata in maniera troppo brutta per essere vera. Ma la grande fatica gioca brutti scherzi.

Rogers - 6,5
Si rivede ad alti livelli dopo molto (troppo) tempo. Ora gli serve continuità.

Pfannberger - 6,5
Ci prova tutto solo ad una trentina di km dal traguardo, ma a quel punto Italia e Spagna non possono proprio lasciarlo fare.

Evans - 6
Un paio di tentativi, timidi come sempre, che danno comunque il là allo scatto buono di Andy Schleck, in cui entra - seppur in un secondo momento - il compagno Rogers. Non brilla quasi mai, ma c'è sempre.

CSC-Saxo Bank - 7
Ma come? L'Olimpiade non si corre per Nazioni? Sì, certo. Ma piazzare 3 propri uomini nei primi 5 (preferite 4 su 12? O ancora 6 su 25?) dimostra che si ha una corazzata tra le mani.

Valverde - 7,5
La tattica di oggi l'ha studiata da Boonen, abile come pochi a fungere da specchio per le allodole. Certo, avrebbe sicuramente preferito vincere per conto proprio l'Olimpiade, ma se ci si può giocare un Samuel Sánchez in volata contro Rebellin e Kolobnev perché rischiare di mischiare le carte per avere la stessa sfida, ma contro Bettini e parecchi altri corridori? Fa credere a Bettini che è lui che sta marcando il murciano, ed invece fa esattamente l'opposto. Certo, avesse perso Samuel Sánchez questo sarebbe stato il commento pubblicato sotto il voto a Bettini.

Bettini - 5,5
Aldilà delle considerazioni finali del campione olimpico uscente (e del bi-campione del mondo in carica), la gamba non sembrava quella dei giorni migliori. Con Pfannberger ancora in fuga, ci prova al momento del suono della campanella sotto il traguardo, ma non va lontano. Anche a costo di portarsi dietro il mondo, doveva piazzarsi alla ruota di Cancellara quando quello è partito. Certo, avesse vinto Rebellin questo sarebbe stato il commento pubblicato sotto il voto a Valverde.

I 27 coraggiosi - 7,5
Li citiamo tutti, i corridori che hanno provato a far saltare il banco addirittura in pianura, prima del circuito conclusivo: Voigt, Grabsch, Sastre, Kirchen, Kreuziger, Bruseghin, Clement, Van den Broeck, Gerrans, Hesjedal, Bellis, Belohvosciks (ritirato durante la fuga), Pauriol, Valach, Miholjevic, Fischer, Kvasina, Rogina, Bozic, Smukulis, Bencik, Grivko, Valjavec, Kairelis, Mizourov, Kuschynski e Pidgornyy (con questi ultimi due ad arrendersi per ultimi, dopo un tentativo in tandem).

Almonacid, Gallardo - 6
Voto di stima per i primi due attaccanti dell'Olimpiade. Un cileno (con cognome da farmaco; ha la nostra solidarietà in un momento così) e un boliviano. Bravi e pittoreschi.

Gesink - 6
La squadra olandese (4, dov'è finita la grande Olanda?) lo lascia maledettamente solo e lui fa quel che può.

Botero - 6,5
Nel momento in cui si fa sempre più pressante la richiesta di radiazione dei dopati, ci fa piacere vedere Botero in prima linea. Ed aggiungiamo la domanda: e se poi quella colpevolezza è un errore di chi giudica?

Schumacher - 3
Era accreditato come l'outsider (ma mica tanto) più accreditato per mettere la sua ruota nel mezzo di quelle di Valverde e Bettini. E se il murciano e il livornese se le son dati di tattica, il tedesco s'è estinto quasi subito, praticamente nel momento in cui la corsa s'è fatta seria. Lo rivedremo a crono, ma i presupposti non sono buoni.

Kroon - 4
Per chi è abituato ad andare forte sulle Ardenne questa era una vetrina importante. Avrà sofferto il caldo, o la mancata partecipazione al Tour. Però è andato piano.

Freire - 5
Antequera avrà pensato: "Lo porto, così se vanno tutti piano per il troppo caldo, questo li frega tutti". Ma Freire oggi è stato anche male. Va da sé che poi Antequera è bravo comunque ed ha vinto lo stesso.

Frank Schleck - 5
Ha saltato San Sebastián non per pretattica, visto oggi. Mai protagonista, in quanto ha talento il fratellino gli dà cinque o sei biciclette.

USA - 4
Fuori dalla fuga corposa di metà gara, lavorano per ricucire insieme alla Russia, e poi l'unica cosa che propongono sono due apparizioni (brevi e inconcludenti) di Leipheimer e Vandevelde. Fuori dalla top ten, Olimpiade da dimenticare. La crono per invertire la china.

Belgio - 5
A parte un generoso e sempreverde Aerts (a cui va un 6,5 pieno), una delle Nazioni più forti del Mondo si vede troppo poco. Van den Broeck entra nella fugona, ma Monfort e Van Summeren non sono due capitani da Olimpiade. Un Gilbert, tanto per dire, sarebbe stato più che utile. Per non parlare di un Devolder.

Italia - 9,5
Chissà come avrà vissuto Ballerini quando si è accorto che era Rebellin il più in forma e non Bettini, lui che è sempre stato (il 90% delle volte a ragione) Bettini-centrico. Dopo le defezioni di Riccò e Cunego, spende bene Nibali e Bruseghin (un bel 7 ad entrambi), mentre Pellizotti (6) salta nel momento in cui doveva restare con Rebellin nella fuga del gruppetto finale.

Spagna - 10
Dopo il Giro (Contador) e il Tour (Sastre), ed altre corsette tipo la Gand-Wevelgem (Freire) e la Liegi-Bastogne-Liegi (Valverde), oggi il cartellino lo timbra Samuel Sánchez, che dei 5 di Pechino (dobbiamo mica ripetere chi erano gli altri 4?) era l'unico che era restato - finora - a bocca asciutta.

Il percorso - 9
Paesaggisticamente è stato uno dei più bei percorsi tra Mondiali e Olimpiadi. Anche le scenografie, tra pagode e Grande Muraglia, non erano affatto male. Però, come spesso accade quando ci sono salite lunghe, è stato un percorso sopravvalutato dai vari CT (e non è una pecca del percorso, ma ovviamente dei CT). Non che la salita cinese fosse le Torricelle, ma non era neanche uno spauracchio insormontabile; e la discesa era troppo larga (un'autostrada, in pratica, con tanto di casello a fondovalle). E forse quindi qualche (mancata) convocazione delle varie nazionali è stata un po' errata. Certo, poi lo spettacolo è venuto fuori lo stesso per via dei campioni al via (a proposito, bravi tutti, visto che alla partenza c'erano 32°C con un'umidità del 90%), ma l'assenza di un Ballan e di un Gilbert s'è forse avvertita.

Mario Casaldi

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