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L'Olimpiade in gonnella - Cantele: «Temo Germania e Usa»

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Noemi Cantele, alla sua seconda esperienza olimpica, ci aiuta a conoscere i segreti della gara, primo grande obiettivo di questo suo 2008, in attesa del Campionato Mondiale che si correrà a Varese, sulle sue strade.
Domanda secca: fossi stata in Salvoldi, avresti portato Fabiana Luperini a Pechino?
«Sinceramente non mi sono proprio posta il problema. Io sono un'atleta e ho pensato a prepararmi per il meglio per questo importante appuntamento. Per le selezioni ci pensano i tecnici. Comunque la scelta in ogni caso sarebbe stata difficile perchè il ct si è trovato a dover scegliere tre atlete tra quattro di altissimo livello, prima che scoppiasse il caso Bastianelli ovviamente».
Il percorso particolare con i primi due terzi di gara molto facili e poi due giri del circuito, abbastanza impegnativo... Immagini un possibile svolgimento tattico anche alla luce del fatto che correrete solo in tre per squadra?
«Visto che correrà Vera Carrara al posto di Marta Bastianelli, potremmo lanciare lei in qualche fuga nel primo tratto e magari io e Tatiana Guderzo correremmo più coperte. Con Marta in corsa, invece, tutte avremmo dovuto tenere gli occhi aperti per non lasciar andare nessuna azione importante. Indubbiamente dover correre in tre renderà la corsa di difficile lettura. L'obiettivo comune lungo la salita, sarà di fare quanta più selezione possibile e far fuori le atlete più veloci».
Alcune tra le atlete di spicco si sono un po' nascoste negli ultimi mesi: parliamo di Cooke, Armstrong, Ljungskog e la stessa Vos. Ci si può preparare bene anche lontano dalle corse? Te le aspetti molto competitive?
«Ogni atleta ha un proprio modo di prepararsi agli appuntamenti importanti. Ad esempio io se avessi staccato dopo il Giro non sarei riuscita ad arrivare in condizione a Pechino. Loro, sicuramente, si preparano diversamente e in corsa sono sicura che saranno molto forti».
Chi temi di più tra le tue avversarie?
«Innanzitutto le tedesche Worrack e Arndt e le americane Armstrong e Neben. Poi la Ljungskog, che sarà appoggiata da una Johansson in ottima condizione, e la Vos che dovremo assolutamente cercare di staccare prima dello strappetto finale che sembra disegnato apposta per lei. C'è un po' di curiosità attorno al duo britannico Cooke-Pooley che io non affronto in corsa da maggio. Per Nicole sono sicura che andrà molto forte, mentre di Emma so che soffre un po' il clima caldo...»
Una curiosità: risponderesti in prima persona ad un allungo nelle fasi finali di Nicole Brändli? In altre parole, potrebbero esserci le cosiddette alleanze trasversali in corsa?
«Andare a riprendere Nicole lanciata verso il successo olimpico, non credo che lo farei (ride). Da tanto tempo corriamo insieme, siamo amiche, non vorrei essere proprio io ad inseguirla. Ad ogni modo, se nel finale io e Nicole dovessimo trovarci senza compagne di squadra sull'ultima salita, sicuramente ci parleremmo per organizzare un attacco combinato e provare noi due a giocarci le medaglie».
Altra curiosità: perché te, che non hai mai particolarmente curato la disciplina, e non Tatiana Guderzo (campionessa italiana di specialità) per la prova a crono?
«È stata una cosa che abbiamo deciso con i tecnici già da qualche mese, una sorta di prova dettata anche dalla particolarità del percorso, sicuramente non per specialiste. Poi, correndosi dopo la prova in linea, non avrò pressioni particolari e non mi dispiace nemmeno il fatto di poter rimanere in clima olimpico per qualche giono in più (ride)».
Hai corso già un'Olimpiade e diversi Campionati del Mondo: a livello emozionale, quale senti più importante?
«Senza dubbio l'Olimpiade. C'è un ambiente molto particolare e la consapevolezza che non si può fallire, perchè la prossima sarà tra quattro anni».
Vuoi mandare un messaggio a Marta Bastianelli attraverso le nostre pagine?
«Quello che le è successo ci ha colti tutti di sorpresa. Avevamo seguito un percorso parallelo per prepararci per il meglio a questo appuntamento e non averla con noi a Pechino è stato un brutto colpo. Le voglio dire solo che deve reagire, non abbattersi in questo momento difficile e ritornare più forte di prima».

Giuseppe Cristiano

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