The Axelsson Effect - Il Savio's Touch alla Coppi&Bartali
Nel gruppo del ciclismo si aggira un drago. Al di là dell'aspetto pacioso da piemontese di provincia, al di là dello charme che esprime in ogni situazione (prima o poi farà un manuale di galanteria nei confronti dell'altro sesso), al di là di quel baffo che è nel ciclismo da una vita (ed è divenuto via via sempre più brizzolato, e poi canuto), e al di là del fatto che esistono un cantante napoletano e un pittore che si chiamano come lui, è un drago. Il suo nome, l'avrete capito ormai tutti, è Savio. Gianni Savio.
Non sappiamo se beva Vodka-Martini con l'olivetta, ma di sicuro ha dei contatti coi servizi segreti di una serie di nazioni in via di sviluppo (dove è peraltro venerato), che gli segnalano corridori promettenti da prendere in organico. Ma poi ci mette anche del suo quando si tratta di andare a ripescare uomini temporaneamente finiti nel dimenticatoio: e questo primo scorcio di stagione ha evidenziato proprio il Savio's Touch: con gli scarti (non si offenderà nessuno, è proprio questo il dato di fatto) delle altre squadre, il team manager della Serramenti Diquigiovanni ha messo insieme una formazione che sta vincendo in maniera continuativa dappertutto, in ogni luogo in cui va a gareggiare, sia esso in Sudamerica, in Estremo Oriente, o in Europa.
Alla Tirreno-Adriatico il Savio's Touch ci ha regalato un redivivo Illiano vincitore di una tappa, e un ancor più redivivo Axelsson in maglia di leader per tre giorni; alla Sanremo abbiamo visto gli stessi Illiano e Axelsson protagonisti nel finale di gara, così come gli espertissimi Bertolini e Missaglia.
Ed oggi, alla Coppi&Bartali, registriamo finalmente il ritorno al successo di Niklas Axelsson, quasi 35enne svedese che ha vinto un cancro e che da tre stagioni è tornato a pedalare proprio con la squadra di Savio.
La seconda tappa della CoBa presentava un finale niente affatto rilassante: ovvio quindi che, dopo la fuga del mattino (15 uomini, tra cui Danilo Napolitano, Dario Cioni e Dario Cataldo), che non aveva avuto grande spazio, entrassero in gioco gli uomini di classifica. Tantopiù che l'ex leader Chicchi si è staccato sulla rampetta di Monte Carla, ancor prima dei più difficili Monte Casale e Monte Trebbio (e a fine gara ha anche avuto lo spirito di chiedere, all'arrivo, «Ho perso la maglia? Per quanto?»: ride bene lui, che il suo dovere l'ha già fatto vincendo ieri).
Dopo che il Casale ha selezionato il gruppo riducendolo a una cinquantina di unità, ci pensa il Trebbio a fare il resto: è proprio Axelsson a muoversi all'attacco, al primo chilometro di salita. Progressivamente lo svedese perderà brillantezza, venendo raggiunto in cima da un plotoncino formato da Nibali, Garzelli, Sella, Mazzanti, Niemiec, Evans, Giunti, Possoni, Rubiano, Szmyd, Beltrán, Serpa e Lloyd.
Al traguardo mancano quasi 25 km, e in discesa non cambia granché: saranno questi uomini a giocarsi la vittoria di giornata in una volata ristretta. A meno che qualcuno di loro non decida di anticipare le cose: Sella, per esempio, ci pensa pure, a scattare all'ultimo chilometro; ma Axelsson, ancora lui, gli ruba l'idea: Niklas si muove ai 1300 metri, fa una sparata che non tradisce gli sforzi precedenti, e non lo prendono più.
Lo svedese corona così un avvio di stagione fatto di prestazioni rilevanti ma mai baciato dal successo: del resto, come egli stesso ammette, «il fatto di non essere veloce fa sì che - perché io vinca - tutto deve andare in maniera davvero perfetta». Non sono giornate che capitano spesso, ma oggi è successo, e quindi lodi e felicitazioni ad Axelsson (che potrebbe trovare un posto nella squadra che al Giro d'Italia scorterà il leader Simoni).
E lodi e felicitazioni a Garzelli, che evidentemente nella giornata dei quasi-35enni non voleva essere da meno, e col secondo posto conquistato regolando il gruppetto (davanti a Serpa, Evans, Giunti e Nibali), si è preso i 6" di abbuono che lo proiettano in vetta alla classifica, messaggio che ovviamente lo stesso varesino lancia ad Angelo Zomegnan che non ha voluto la sua Acqua&Sapone al Giro; nella generale Nibali segue a 4", così come lo stesso Axelsson, Mazzanti è a 7", la coppia australiana Evans-Lloyd a 13", Sella a 17", l'altro Serramenti, Serpa, a 19".
Tutti distacchi destinati ad essere riconsiderati e riscritti domani, con le salite di Serramazzoni, Sestola, Barigazzo e Gaiato che renderanno la Scandiano-Pavullo nel Frignano una frazione decisiva.
