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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Massimiliano Maisto | Cicloweb

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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Massimiliano Maisto

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Massimiliano Maisto compirà 28 anni in agosto. È passato professionista nel 2006 quando già era un élite, ma, considerato il suo palmares nella categoria dilettanti (vittorie e tantissimi piazzamenti nelle gare più importanti del calendario, soprattutto quelle con tanta salita), avrebbe potuto meritatamente passare anche qualche anno prima. Sin dall'esordio tra i pro' con la maglia dell'Universal Caffè-C.B. Immobiliare è riuscito a mettersi in mostra, guadagnando un secondo posto nella quarta tappa della Vuelta Ciclista a Navarra, un sesto al Trofeo Melinda e un ottavo alla Coppa Agostoni. Ora è lo scalatore di punta della Ngc Medical-Otc Industria Porte, squadra che possiede una wild card per il Giro d'Italia, ovvero la corsa dei sogni di Massimiliano Maisto. Conosciamo meglio questo atleta di Nova Milanese.
Quando e perché hai iniziato ad andare in bici?
«Quando avevo 14 anni i miei migliori amici mi hanno coinvolto nella pratica di questo sport. Anno dopo anno in me la passione per il ciclismo è cresciuta, finché mi sono ritrovato professionista, mentre loro hanno lasciato presto perdere questa attività».
La tua famiglia ti ha sempre sostenuto nella tua carriera ciclistica? In che modo?
«Sì, sempre. Nelle categorie giovanili portandomi a tutte le corse, anche se la domenica mattina c'era da alzarsi presto. Oggi facendomi trovare un pasto caldo anche se torno alle 16 da un allenamento».
Quali sono le squadre in cui hai militato prima di passare pro'?
«La Polisportiva Nova Milanese da esordiente e allievo, da juniores la Canturino, poi da under 23 la Resine Ragnoli, la Viris e ancora la Resine Ragnoli. Da élite, fino al passaggio al professionismo, ho corso nell'Italfine».
Qual è la vittoria più prestigiosa che hai ottenuto tra i dilettanti?
«Sicuramente la Bassano-Monte Grappa nel 2003, con la maglia dell'Italfine».
È vero che nel 2003 saresti dovuto passare professionista con la Fassa Bortolo? Perché l'accordo è saltato?
«C'era stato un interessamento da parte di un direttore sportivo della Fassa Bortolo, ma poi non ho saputo più niente».
Molti appassionati ricorderanno sicuramente la mancata vittoria al campionato italiano élite del 2003, quando il tuo compagno di squadra D'Aniello ti superò nel finale strappandoti la maglia tricolore. Per te fu una delusione tremenda. A distanza di anni come vivi questo fatto?
«Penso che con quella maglia sarei potuto passare professionista un anno prima e mi avrebbe dato tanta visibilità. È una sensazione che avrei voluto provare».
Questo però è un episodio che è rimasto impresso nella mente degli appassionati più della vittoria, e in un certo senso ti ha reso famoso...
«All'inizio sicuramente: ricevevo e-mail e telefonate da gente che da quel giorno si definiva "mia tifosa"».
Sei uno scalatore, ma è vero che sei anche un valido passista?
«Quando sono in forma vado bene anche in pianura, mentre quando non lo sono mi riesco a difendere solo in salita».
Sei passato professionista nella Universal: come ti sei trovato in questa formazione continental?
«Diciamo che con i compagni alla Universal è stato un anno fra i più belli, e poi c'era Lanzoni che è tuttora mio diesse alla Ngc Medical-Otc Industria Porte, e con lui mi sono sempre trovato benissimo: è una persona alla mano che sa motivare i suoi corridori senza "stressarli" troppo».
Con chi hai legato di più fra i tuoi compagni di squadra?
«Con Simone Bruson alla Universal avevo legato tanto, ma vado d'accordo con tutti quanti».
Qual è la corsa professionistica che hai disputato che ricordi con più piacere?
«La Coppa Agostoni. Oltre ad essere la più vicina a casa mia, è una gara in cui mi sono piazzato ottavo due anni fa e settimo l'anno scorso. In entrambi i casi ho corso sempre in fuga, davanti al mio pubblico».
Come ti trovi nella Ngc Medical-Otc Industria Porte, in cui militi per il secondo anno consecutivo?
«In squadra mi trovo bene, noto miglioramenti, e vedo con piacere che stiamo ricevendo inviti anche a corse importanti».
La corsa dei tuoi sogni?
«Il Giro d'Italia».
Rcs ha invitato la tua squadra proprio al Giro: che aspettative hai?
«Sono fiducioso, penso che faremo qualcosa di buono, anche se sarà dura».
Come te la cavi nelle corse a tappe?
«Vado abbastanza bene. L'anno scorso mi sono classificato nono, a pochi secondi dal leader, nella corsa a tappe tedesca International Rheinland-Pfalz Rundfahrt e settimo al Giro di Slovenia. Sono uno che tiene duro e che non ha paura di attaccare».
Come giudichi il tuo inizio di stagione?
«Un po' al di sotto delle mie aspettative. Mi sono ammalato in Malesia e, tranne il nono posto al Giro del Mendrisiotto, non ho ottenuto risultati».
Nella tua squadra sei uno degli atleti con maggiore esperienza. Hai avuto modo di osservare i tuoi compagni più giovani?
«Sì, quasi tutti. Gli svizzeri sono molto giovani e interessanti, secondo me promettenti».
Nelle ultime stagioni ci sono tanti corridori che non trovano più squadra tra i professionisti pur essendo talentuosi. Chi secondo te meriterebbe un rinnovo del contratto?
«Al momento mi vengono in mente Luca Solari, Davide Bragazzi e Maurizio Bellin, ma anche Raivis Belohvosciks che, nonostante il suo valore, ha avuto grande difficoltà a trovare una squadra importante. Il caso di Belohvosciks dimostra che, oltre al problema della disoccupazione, c'è molta disparità nel trovare contratti».
Che importanza dai alla corretta alimentazione nella tua vita da atleta?
«Non sono mai stato fissato, ma quest'anno, grazie anche ad Andrea Peschi, l'ho curata particolarmente e mi vedo più magro e mi sento più leggero anche in salita».
Quanto pesi adesso? E la tua altezza?
«Peso 60 kg per 1,71 cm di altezza».
Ti alleni con altri corridori? Quali sono i tuoi percorsi d'allenamento preferiti?
«Mi alleno con Francesco Tizza (mio compagno di squadra), Maurizio Biondo, Emanuele Bindi e Davide Viganò. In Brianza (dove mi alleno) per fortuna non mancano belle salite e stupendi paesaggi».
Fino a che età hai proseguito gli studi (e che tipo di studi)?
«Mi sono diplomato dopo i cinque anni dell'Ipsia di Cusano Milanino».
Hai passioni, hobby extra ciclistici?
«Il ciclismo è un impegno che occupa le mie intere giornate. Terminato l'allenamento ho soltanto voglia di riposare e dopo cena di vedere la mia fidanzata Valentina».
Chi è il tuo campione delle due ruote di riferimento?
«Marco Pantani. Dopo il suo calo ero diventato un suo tifoso accanito, volevo a tutti i costi che tornasse un vincente».

Enula Bassanelli

 

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