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Sanremo, il sogno fa 99 - Tutto pronto per la Classicissima

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Poco tempo prima dell'anno 1000 si credeva che sarebbe giunta con esso la fine del mondo, con un paragone un po' forzato a poche ore dalla 99ma Milano-Sanremo pensiamo di poter assistere ad una corsa diversa da quella degli ultimi anni, finale compreso. Soprattutto il finale, verrebbe da dire, giacchè la Classicissima sposterà il proprio traguardo da Via Roma, sede d'arrivo dal 1996, al Lungomare Italo Calvino. Verranno così rimossi dall'ampia via centrale della città dei fiori undici anni di braccia alzate e lacrime per cocenti sconfitte, undici anni che hanno visto quasi sempre una volata, sebbene proprio in quel 1996 si dovette assistere all'arrivo solitario di Gabriele Colombo sul nuovo traguardo, dritto come un fuso, posto in Via Roma, a pochi chilometri di distanza dalla cima del Poggio. Troppo pochi per chi attaccava sull'ultima erta prima di Sanremo, troppo facile per le squadre dei velocisti recuperare terreno perduto in salita, con un traguardo così ampio.
Ebbene, quest'anno la musica dovrebbe cambiare, magari non di molto ma certo è che i treni dei velocisti avranno meno agevolazioni nel recuperare i possibili fuggitivi - e ce ne saranno, ne siamo certi - dalla cima del Poggio al traguardo. Il motivo è presto detto: mentre fino a dodici mesi fa dal Poggio si piombava sull'Aurelia, quindi si affrontava il rondò Garibaldi e dopo due ampie curve a novanta gradi ci si dirigeva verso Via Roma, quest'anno ci si porterà verso il mare, più precisamente verso il Lungomare Italo Calvino. Per arrivarvi si affronteranno le due curve rettangole di cui sopra, si percorrerà Via Nino Bixio ed una volta in vista dell'orizzonte ci si troverà dinanzi ad una chicane, un angusto sinistra - destra a novanta gradi. Chi uscirà vivo da questo piccolo toboga, e possibilmente nelle prime pozioni del gruppo, potrà dire di avere intascato la prima grande classica della stagione.
Ma l'arrivo non sarà l'unica novità della Sanremo 2008: già da qualche anno tifosi ed addetti ai lavori, stanchi di arrivi in volata sempre più frequenti (nell'ultimo decennio non c'è stata volata soltanto nel 1999, grazie al colpo di mano di Tchmil nel finale, nel 2003, con l'azione di Bettini, Paolini e Celestino e nel 2006, con lo scatto di Ballan sul Poggio e l'arrivo di Pozzato a precedere di pochi metri il gruppo), spingevano per l'inserimento di qualche salita in più, magari la Pompeiana. Ed invece è bastata una banale (ma nemmeno poi tanto) frana all'altezza di Capo Noli per far chiudere l'Aurelia almeno fino all'estate prossima.
Non si passa dal litorale, bisogna trovare una soluzione alternativa! Gli attaccanti del gruppo non aspettavano altro, ecco allora che la 99ma Milano-Sanremo verrà ricordata per essere stata la prima ad aver inglobato nel proprio percorso la salita delle Mànie. Chissà se sarà anche l'ultima o se questa breve salita rimarrà nel percorso anche negli anni a venire. Si tratta di circa 5 chilometri che alternano tratti indigesti, come l'attacco, a sezioni non troppo severe. La salita, molto conosciuta dagli amatori della zona, verrà attaccata da Noli, una decina di chilometri dopo Savona, e superato lo scollinamento sull'altipiano delle Mànie si scenderà in una vera e propria picchiata verso Finale Ligure, per poi riprendere il regolare percorso sull'Aurelia. Un dentello a 100 chilometri dal traguardo non è in sé una difficoltà insormontabile, non parliamo di un Mortirolo. Eppure...
Eppure la salita dovrà essere affrontata come un muro delle Fiandre, sgomitando per mantenere le posizioni di testa, vista la scarsa larghezza della sede stradale sia nel tratto in salita che in discesa. Da segnalare è l'imbocco, forse un po'troppo ardito, ancora nell'abitato di Noli: dall'ampia Aurelia si passerà ad una stradina larga almeno metà, si attraverseranno le antiche mura di Noli passando per la porta che conduce al castello ursino, citato anche da Dante nel quarto canto del Purgatorio. Qui il gruppo sarà allungatissimo e chi non sarà pronto in queste fasi di gara potrebbe addirittura perdere la Sanremo e passare un'autentica giornata d'inferno. Dopo Le Mànie si affronteranno come di consueto i Capi, la Cipressa ed infine il Poggio di Sanremo, ma tutti i corridori avranno accumulato nelle gambe un po'di fatica in più rispetto alle passate edizioni e potrebbero pagare a caro prezzo lo sforzo, specialmente se consideriamo la distanza dei 300 chilometri (in realtà sono 298, ma cambia ben poco).
Chi voleva una Sanremo un po' più dura ma non mostruosa dovrebbe essere accontentato, ma quali tattiche adotteranno i vari team? Come si comporteranno gli scattisti e cosa faranno sulle ascese brevi ma intense coloro i quali fanno del treno e della velocità il loro cavallo di battaglia?
L'obiettivo dichiarato da buona parte del plotone è anticipare le ruote veloci e prenderne in contropiede l'azione delle squadre. Abbiamo passato l'inverno tra chi, come Philippe Gilbert, sosteneva di "voler far corsa dura fin dal Turchino" e chi, come il campione del mondo Paolo Bettini, vuole "fare casino fin dai Capi". Adesso siamo alla resa dei conti. Certo è che il plotone è diviso in tre parti: i velocisti che vogliono arrivare a tutti i costi allo sprint, quelli che si possono permettere di tenere il passo dei migliori sugli strappetti e chi vorrà far saltare il banco fin dalle prime battute.
La squadra da intrappolare è senza ombra di dubbio la Milram di Petacchi ed il suo treno, cui non si vorrà concedere un metro. E pazienza se l'arrivo è posto nei pressi della vecchia stazione sanremese, il treno della Milram non s'ha da fare. Così molte squadre di velocista dotate sono munite anche di una seconda punta (e talora anche di una terza) in grado di far saltare il banco e possibilmente anticipare la volata. Lampante è l'esempio della Quick Step che, attrezzatissima per portare in volata Tom Boonen, è altresì pronta a colpire in anticipo con Bettini, Visconti e, perché no, un Gert Steegmans in stato di grazia. Mettendo in una fuga uno di questi uomini la Quick Step costringerebbe la Milram in primis a svolgere tutto quanto il lavoro per ricucire sul gruppo. La squadra di Petacchi è costruita per portare lo spezzino alla volata e se si esclude Astarloa, che potrebbe entrare in una fuga, gli altri uomini sono tutti vagoni del treno. Forse sarebbe stato meglio portare qualche giovane in forma, come Peter Velits o Terpstra, da inserire nelle fughe per far lavorare le altre squadre dei velocisti. Se andasse via una fuga e la maggior parte delle squadre vi mettessero dentro almeno un uomo tutto il lavoro toccherebbe alla Milram ed a chi verrebbe tagliato fuori.
Sbaglia, insomma, la Milram a puntare tutto su un solo numero. È vero, la tattica dell'attesa della volata potrebbe essere vincente, ma dando una scorsa alla starting list si potrà appurare che quasi nessuno ha puntato tutto sul proprio velocista. Se la corsa sarà dura, come pare nelle intenzioni, Petacchi non avrà treno che tenga. Ed anche in caso di arrivo a ranghi compatti sarà tutto da vedere come verrà gestito il finale di gara, non più simile agli Champs Elysées com'era Via Roma, ma con quella chicane a 300 metri dall'arrivo che potrebbe rivelarsi decisiva. In quel punto più di un velocista scaltro, ci vengono in mente McEwen o Freire, potrebbe evadere, anche considerando un precedente: l'arrivo di Civitavecchia delle ultime due edizioni della Tirreno-Adriatico. Quel traguardo mostrava le stesse caratteristiche del nuovo finale della Sanremo: chicane ed arrivo in successione. Lo scorso anno il treno della Milram fu anticipato da un'imboscata di McEwen, quest'anno il velocista australiano ci ha riprovato senza ottenere alcun risultato, ma la volata è andata a Freire. Che quest'arrivo sia adatto ad un treno è quindi tutto da vedere.
Se abbiamo detto che ogni squadra porterà almeno un velocista - e sarebbe sciocco il contrario in un arrivo come questo - è vero anche che alcuni team punteranno molto, se non tutto, su uomini che non potranno permettersi di confrontarsi allo sprint con i migliori velocisti sulla piazza. E così ci si aspetta una corsa dura dalla LPR Brakes, con Savoldelli a far da gregario di lusso ad un Di Luca che dovrà correre all'attacco per vincere. Stesso discorso per Liquigas, che avrà in Pozzato l'uomo faro ed in Pellizotti e Quinziato degli ottimi appoggi e Gerolsteiner, che affida la propria sorte quasi unicamente a Davide Rebellin. Queste ed altre squadre in particolare dovranno lavorare fin dalle Mànie per scongiurare un arrivo a ranghi compatti che le vedrebbe sconfitte in partenza. Solo mettendo gli squadroni dei velocisti alla frusta sarà possibile scappare e mantenere il vantaggio, anche solo dal Poggio al traguardo. A questo proposito non bisogna dimenticare che l'ultima Sanremo conclusasi senza volata, quella del 2003 che vide Bettini vincitore, presentava all'altezza di Finale Ligure un tratto autostradale da percorrere in leggera ma costante ascesa. Lì la Quick Step di Bettini fece il ritmo e sfiancò la Domina Vacanze del vincitore uscente Mario Cipollini e le altre squadre dei velocisti; in questo modo la fuga dei tre (Bettini, Celestino, Paolini) andò in porto. Ecco, anche quest'anno si presenta la possibilità di far corsa dura fin da subito, come in quel lontano 22 marzo 2003. Anche la data, curiosamente, è la stessa.
Le Mànie potrebbero essere non decisive ma scremare parte del gruppo, chi resta potrebbe tentare l'effetto sorpresa, considerando anche la vigilia di Pasqua. Dentro all'uovo-Sanremo potremmo così trovare un bell'attacco sull'Aurelia, tra Cipressa e Poggio, come già nel 2005 fece Bettini salvo essere rimontato dalla Fassa Bortolo. L'autore potrebbe essere, per esempio, uno come Cancellara, forma smagliante esibita la settimana scorsa, ottimo passo in pianura e perfetta tenuta sulle salite brevi e di media difficoltà. Per un uomo con le sue caratteristiche non sarebbe malvagia l'idea di anticipare nettamente il gruppo, pena vedersi battuto in partenza in una volata, fosse anche a ranghi ristretti. Chi attaccherà a fondo preferirà forse il falsopiano del Poggio piuttosto che la Cipressa, e le alleanze per questi attacchi si sprecano, specie quest'anno. Da Bettini a Ballan, da Rebellin a Nocentini passando per Pozzato, Di Luca e Gilbert, tutti dichiarano più o meno velatamente di voler attaccare e portare via un gruppetto.
Ma la corsa sarà resa dura? Ciò dipenderà per un buon 50% dai progetti dei Team manager e per l'altra metà dalle condizioni meteo. Se a Pasqua è previsto un tempo da lupi sabato la riviera di ponente dovrebbe essere baciato da un tiepidissimo sole mentre il vento dovrebbe soffiare da Sud Ovest, ossia contrario alla direzione della corsa. In tal caso l'evasione dal gruppo sarebbe resa ancor più difficoltosa, mentre la rincorsa del plotone sarebbe facilitata.
In ultimo, uno sguardo anche a chi, a questa Sanremo, non prenderà parte. Primo fra tutti Mario Cipollini, che fino ad una settimana fa era dato per sicuro invitato insieme alla sua ormai ex squadra, la Rock Racing. Passiamo poi a due atleti che potrebbero essere protagonisti della Sanremo ma che non la corrono per paura di farsi male e compromettere l'intera stagione, ovvero Damiano Cunego e Alejandro Valverde. Per loro ancora un'occasione sprecata. Infine chi le occasioni non se le lascia scappare di mano tanto facilmente, Riccardo Riccò. La caduta alla Tirreno l'ha messo ko, peccato perché sarebbe stato intrigante avere alla 99ma Milano-Sanremo uno che annuncia che attaccherà sul Poggio. E puntualmente attacca. Vorrà dire che per loro, Cipollini escluso, l'occasione per rifarsi sarà alla Classicissima del Centenario.

Francesco Sulas



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