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Gesink re del Ventoux - Tappa ad Evans. Tirreno: Illiano!

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Il Monte Ventoso ha emesso la sua sentenza. E’ Robert Gesink, olandese, 22 anni ancora da compiere, l’uomo da battere in questa bellissima Parigi-Nizza. E i suoi sfidanti diretti sono i nostri Rebellin e Nocentini, molto competitivi in questo inizio stagione e, conoscendoli, c’è da scommettere che gli daranno filo da torcere fino all’ultima salitella alle porte di Nizza. Cadel Evans, dal canto suo, che stamattina accusava un forte ritardo in classifica generale, si è invece portato a casa la tappa regina della corsa, resistendo – unico a riuscirci - alle sfuriate dell’olandesino e battendolo facilmente nella volata a due. Oggi le difficoltà della tappa erano praticamente tutte concentrate nei 15 chilometri finali, quelli che collegano Malaucène alla stazione del Mont Serein, anticamera dei paesaggi lunari che caratterizzano gli ultimi tornanti del “gigante della Provenza”, oggi affrontato dall’insolito versante Nord. Cercano la gloria da lontano quattro atleti, ma, scorrendo i loro nomi, si capisce subito che solo uno potrà cercare il colpo grosso, Voigt (CSC), mentre per gli altri, Terpstra (Milram), Eisel (High Road), Kuschynski (Liquigas), pur buoni atleti, saranno inevitabilmente respinti dalle pendenze del Ventoux. Il vantaggio dei quattro raggiunge i 7’, ma la Cofidis del leader Chavanel fa buona guardia portandosi ai piedi della salita a meno di 4’. Sulle prime rampe, non durissime, Voigt cambia passo e lascia la compagnia, presto riassorbita dal gruppo in rimonta, ora guidato dalla Rabobank.
La maglia gialla fa capire che oggi non è giornata e si sfila dalle prime posizioni, pur rimanendo attaccato con i denti alla coda del gruppo, scortato dai compagni Moncoutié e Monfort. Dopo un paio di belle accelerazioni di Garate e del sempre più sorprendente Lhotellerie, ai meno 5 Gesink prende decisamente in mano la situazione e, inizialmente, con lui rimangono solamente in tre: Schleck con il duo della Silence-Lotto Popovich ed Evans. Cunego, sin lì pimpante, cede e, con lui, cedono Garate, Moreau, Rebellin e Nocentini. Raggiunto Voigt che ormai procede a spallate, una trenata di Evans fa staccare Schleck, ma la successiva di Gesink, manda fuori giri Popovich. L’olandese è scatenato ma le pendenze, che si fanno più clementi negli ultimi 1500 metri, graziano l’australiano che, come logica vuole, si incolla alla ruota del corridore della Rabobank e lo supera in vista del traguardo con la classica spartizione (se voluta o meno dovremmo chiederlo a Gesink) “tappa a me, maglia a te”. Segue a una trentina di secondi il terzetto Rebellin, Nocentini, Schleck che, dosando ottimamente le energie, hanno ripreso e staccato di qualche secondo uno stremato Popovich. Sesto Garate che precede l’ottimo Spilak (Lampre), coetaneo di Gesink, a poco più di un minuto dai primi. A 1’45’’ arrivano Cunego, Lhotellerie e Voigt. La maglia gialla Chavanel giunge sul traguardo staccata di 3’42’’.
Maglia gialla, come già detto, che finisce nelle mani di Gesink con Rebellin e Nocentini a poco più di mezzo minuto, Popovich a 42’’, Garate a 1’06’’. Tutti gli altri, oltre i 2’, ci sembrano, tranne improbabili sconvolgimenti, tagliati fuori per la vittoria finale. Domani la corsa prevede una tappa senza grosse difficoltà in cui il gruppo, Hushovd e Steegmans permettendo, potrebbe lasciare andar via una fuga di comprimari, mentre sabato e domenica ne vedremo delle belle lungo le tante salite e salitelle che i corridori affronteranno prima degli arrivi in Costa Azzurra di Cannes e Nizza.


L’altra corsa in programma, la Tirreno-Adriatico, presentava una tappa (la Civitavecchia- Gubbio, km 203) sulla carta non insidiosissima, con un’unica salita (6 km con pendenze medie del 6% circa) che terminava a 18 km dal traguardo. Ma, come si suol dire, la corsa la fanno i corridori. Ed ecco che, messa in cantiere la lunga fuga di giornata di Contrini (Tinkoff) e Baliani (Csf Group) – quest’ultimo correva sulle strade di casa – ai piedi della salita, la corsa scoppia. Dapprima la Liquigas di Pozzato scandisce un ritmo indiavolato in testa al gruppo (con l’ottimo Agnoli a dettare i tempi), successivamente prende l’iniziativa in maniera decisa Axelsson (Serramenti PVC Diquigiovanni), portando via un sestetto con il suo compagno Illiano, il duo Saunier Duval Capecchi - Riccò (quanto ci piace questo ragazzo che in salita proprio non sa star fermo), Gasparotto (Barloword) e Gerdemann (High Road), gli ultimi due già protagonisti in questo inizio di stagione. I velocisti faticano parecchio e non fanno eccezione Freire, Boonen e Petacchi. Il gruppo si fraziona in più tronconi e ciò, insieme alla buona collaborazione che c’è davanti e alla strada che non prevede mai un metro di pianura, fa sì che gli attaccanti, guidati da un Axelsson superlativo, abbiano sempre un buon margine di sicurezza. Da dietro, Mazzanti, Sella e Pietropolli provano a riagganciarli, ma non riescono nell’impresa e così i sei possono giocarsi la corsa con relativa tranquillità. Ai 700 metri ci prova lo svedese cercando di sorprendere i più veloci Riccò e Gasparotto ma viene rintuzzato da Gerdemann. Ai 200 metri scatta deciso dalla terza posizione Illiano con l’ex campione italiano a ruota, mentre Riccò, in un primo momento sorpreso, cerca la rimonta partendo dalla terza posizione, infilandosi in uno spiraglio tra la ruota posteriore del friulano e quella anteriore del tedesco che sopraggiungeva anche lui da dietro. Era partito forte Riccardo e dava l’impressione di poter vincere agevolmente dopo le prime due-tre pedalate. Ma, vuoi la poca lucidità dopo 200 chilometri di corsa, vuoi Gerdemann che si è un po’ piantato, i due si sono toccati con la ruota posteriore dell’italiano che è andata fuori asse impedendo la normale scorrevolezza. Illiano ha così ringraziato e contenendo il ritorno di Gasparotto, ha vinto abbastanza agevolmente. Terzo e quarto Axelsson (che completa la festa per il team di Savio) e Gerdemann. Riccò, appiedato dal contatto di qualche istante prima, arriva al traguardo correndo e, evidentemente innervosito dall’occasione persa, scaraventa la bici per terra, lanciando improperi (poi ritrattati pochi istanti dopo) verso il corridore High Road. Pozzato regola il primo gruppetto degli inseguitori a 32’’, precedendo Ballan e Sella.
Il napoletano Raffaele Illiano, una vita da gregario, che oggi a Gubbio coglie la vittoria di gran lunga più importante della sua vita, dopo l’arrivo, è il ritratto della felicità. Davanti ai microfoni dei giornalisti presenti, non riesce a trattenere le lacrime e, con una voce rotta dai singhiozzi, ci riempie il cuore, dedicando la vittoria a Gianni Savio che quest’anno lo ha rilanciato e al suo bimbo nato da poco. Gasparotto, si consola indossando la maglia di leader che sfila ad un Freire oggi un po’ sottotono.
Il borsino della giornata vede salire nettamente le quotazioni di Pozzato, sempre brillante lungo la salita di giornata, e del duo Di Luca-Savoldelli (il primo ha cercato e ottenuto un paio di secondi di abbuono lungo i traguardi volanti di giornata). Bene anche Cancellara e Ballan, ma questa non è una novità.
Come detto, i velocisti hanno patito molto oggi e, con loro, il campione del mondo Bettini che non è parso quello dei giorni migliori. In chiave classifica generale, si possono dire fuori dai giochi Hoste, Nuyens e Kirchen, giunti a più di 8’.
Domani è prevista la tappa forse più dura della corsa: nel finale bisognerà ripetere per due volte lo strappo di Montelupone che presenta pendenze fino al 20%. Siamo certi che ciò stuzzicherà la fantasia di parecchi big, non ultimo Riccò, che, smaltita la rabbia, ci ha promesso battaglia. E sappiamo quanto sia di parola il ragazzo…

Giuseppe Cristiano



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