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Treno Voigt, crono e corsa - Bravo Bertagnolli, Cunego affonda

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In fondo è andata come ci si aspettava che andasse, come era naturale che andasse: Voigt, Bodrogi e Leipheimer a giocarsi la tappa e López García, Gesink e Leipheimer a giocarsi il podio, perché Jens era troppo lontano per tutti.
Per tutti no, in effetti, visto che lo spagnolo era a 33" dal capitano in Germania della Csc, ma era impensabile immaginare un López in grado di impensierire Voigt a cronometro, e difatti lo scenario testé espresso è rimasto nell'immaginario più fantascientifico della tappa di oggi.
Per lunghi tratti è proprio l'ungherese Laszlo Bodrogi a tenere le redini della corsa, visto che è il più cronoman tra coloro che partono nelle prime fasi della cronometro. Il suo tempo è buono, soprattutto perché in crescendo, offrendo l'interpretazione di una cronometro dove bisogna saper gestire le energie nei primi 18 km di gara, perché altrimenti i successivi 15,1 km possono rappresentare un calvario, sia per chi va piano (ovviamente), sia per chi va forte, perché magari l'illusione del gran tempo al primo rilevamento cronometrico può andare a cozzare contro il ridimensionamento al secondo intertempo (km 26,6), agendo così in maniera negativa sugli ultimi 6,5 km fino all'arrivo.
Difatti sia McCartney sia Gerdemann migliorano, anche piuttosto nettamente, il miglior tempo al primo rilevamento cronometrico, ma poi l'americano si deve arrendere alla potenza dell'ungherese sin dal secondo intermedio, mentre il giovanotto tedesco, assolutamente anonimo sinora, anche se la squadra gli aveva dato carta bianca per la classifica generale, addirittura assicurandogli un gregario hors catégorie come Beppe Guerini, anche a 6,5 km dall'arrivo riesce a mantenere 30 centesimi di secondo di vantaggio su Bodrogi, ma comunque in netta perdita. E difatti, all'arrivo, anche Linus pagherà dazio (25") al cronoman della Crédit Agricole.
Con Lang lontanissimo (il tedesco è un buono specialista, ma cade nella prima parte e conclude 92esimo a 3'56" da Voigt), i fari son tutti puntati su Leipheimer e Voigt, divisi da 1'31" in classifica generale (non un'eternità, dunque), sopratutto in chiave successo di tappa, anche perché - mano mano che gli atleti giungono all'arrivo - ci si accorge che non è assolutamente facile scalzare l'ex Mapei dalla prima posizione. E dunque serve l'artiglieria pesante.
Detto, fatto. Leipheimer passa al primo intertempo e migliora di 4" il tempo di Gerdemann, mentre partono anche Sørensen, Gesink e López, tutti in lotta con lo statunitense per i due gradini restanti del podio della classifica generale.
Ma nessuno dei tre ragazzi sembra in palla, oggi, e se Sørensen, nonostante l'attitudine congenita degli uomini Csc al tic-tac, e Gesink annaspano già dall'inizio, López sembra in grado di potersi gestire con un po' più di parsimonia delle energie. Si attende il passaggio di Voigt che, prima (semi)sorpresa, è dietro a Leipheimer di 1", praticamente un battito di ciglia.
Perfetto, dunque: abbiamo la totale certezza che Voigt vincerà il Giro di Germania per il secondo anno consecutivo, ma la lotta per il podio si fa assolutamente intessante, se è vero che anche uno strepitoso Leonardo Bertagnolli ha fatto segnare, al km 18, un tempo assolutamente meritorio, ben meglio di Gesink e Sørensen. Anche la lotta per la tappa pare chiusa a tre nomi, i tre nomi che già abbiamo scritto e che non ripetiamo, e si ipotizza una lotta sul filo dei secondi.
Al km 26,6 Leipheimer migliora il tempo di Gerdemann di 14", ma Voigt migliora quello dell'americano di 11". Bertagnolli è addirittura 5° parziale, a 32" dalla Maglia gialla, ma a soli 6" da Bodrogi. Praticamente, una delle migliori prestazioni negli 8,6 km centrali.
Bertagnolli giunge all'arrivo con 31" di Bodrogi ed a soli 2" da Pinotti (miglior italiano quest'oggi), e lo stesso Leipheimer si deve accontentare del 2° posto parziale, dietro l'ungherese, a 11" dal campione nazionale magiaro contro il tempo.
Arrivano, alla spicciola, anche Sørensen, Gesink e López García, con dei tempi che ricalcano alla perfezione la sensazione che si era avuta già al primo intermedio: il danese chiude a 2'16" da Leipheimer, che già ne scavalca uno; l'olandese chiude a 1'35" dallo statunitense, che dunque ne scavalca un altro. I due, chiudendo lontani anche da Bertagnolli, si fanno scavalcare anche dal trentino, che ora - attendendo David López - può fare anche un piccolo pensiero verso il podio finale.
Lo spagnolo della Caisse però s'amministra bene, e chiude a 1'11" da Leipheimer, ma a soli 51" dal trentino, mantenendo così il podio, seppur venendo scavalcato dal capitano della Discovery Channel sul secondo gradino.
Arriva il turno della Maglia gialla, arriva il turno di Jens Voigt, che è già qualche centinaio di metri dietro lo spagnolo nonostante sia partito 2' dopo il suo più vicino contendente alla vittoria generale: il vincitore in carica del Giro di Germania ferma le lancette sui 39'42", migliorando il tempo di Bodrogi di 14" e dando a Leipheimer 25".
Gli altri italiani di classifica, purtroppo, non vanno bene come Bertagnolli (che in classifica chiude 4° a 3'05" dal tedesco): Rebellin chiude a 2'49" e scende dalla 9a alla 10a posizione; Tonti, che era 12esimo, paga oggi 2'54" e scende in 19a posizione; Cunego fa addirittura peggio di tutti: 8° stamattina, perde oggi 4'50" e finisce in 20a posizione, tutto il contrario di Bruseghin che guadagna, invece, tre posizioni (da 16esimo a 13esimo).
Certo, dopo la tappa di Sonthofen il Giro di Germania di Cunego era tutto in discesa, ma finire 125esimo in una cronometro di 33,1 km significa andare veramente pianissimo. Qualche rammarico anche per Rebellin, soprattutto nella tappa di Sölden, quando ha alzato bandiera bianca troppo presto ed ha così compromesso la possibilità di giocarsi le proprie chance di vittoria finale in questa cronometro conclusiva, potenzialmente adatta anche alle caratteristiche del passista vicentino.
Domani passerella finale per Voigt, Terpstra e Gesink, maglie già certe di questo Giro di Germania 2007, con l'interesse spostato sull'aspra lotta tra Zabel e Rojas Gil per la Maglia biancorossa della classifica a punti, coi soliti Ciolek, Napolitano e Förster (e Bettini che fa, ci prova?) a contedere loro la vittoria di tappa.

Mario Casaldi



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