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Sul filo di Svetlana - Bubnenkova ok, Giro a Edita

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Forse il destino esiste veramente; forse è tutto scritto e noi siamo solo esecutori materiali di una sceneggiatura già decisa. O forse no, perché Svetlana avrebbe vinto comunque questa tappa, e l'avrebbe festeggiata, a Seregno, in albergo, e per tutto l'anno, insieme a Liane. Abbracciandola, intendiamo, perché è certo che la Bahler fosse lì, oggi, a vedere esultare la propria capitana.
Si corre l'ultima tappa del Giro d'Italia, e l'altimetria è tutto fuorché di semplice interpretazione. Niente di sconvolgente, nessun Gpm di categoria impossibile per le atlete in corsa, ma un bel sali&scendi tra Colle Brianza e Lissolo, a una venticinquina di km dall'arrivo, che avrà tolto un po' di sonno, o comunque gliel'avrà un po' disturbato, alla Maglia rosa in carica, quell'Edita Pucinskaite che ha ottenuto la vittoria a Crocetta del Montello nel prologo e poi, a parte la parentesi di Correggio, con la Rosa ceduta alla Ziliute e ripresa il giorno dopo, è stata la padrona incontrastata di questa 18esima edizione del Giro Donne, leadership che ha visto il proprio punto più alto al termine della cronoscalata del Monte Serra.
Ma Nicole Brändli, la stessa Brändli che nel 2001 sfilò la Rosa alla Pucinskaite al termine dell'ultima cronometro e che ha ricevuto lo stesso trattamento, uguale e contrario, dalla lituana di Monsummano Terme, sul Santuario della Madonna del Ghisallo, tappa conclusiva del Giro 2006, le ha fatto toccare il punto più basso, con quel drittone lungo la discesa dell'Arcumeggia nella tappa di Cittiglio ed i brividi per la Maglia rosa virtuale della capitana di Puttini fino a 4000 metri dal traguardo, poi trasformatisi in 18" di distacco dalla capoclassifica. E quei 18 secondi, quei miseri 18 secondi che separavano Edita e Nicole, erano lì, pronti per farci divertire.
La corsa si accende subito, anche perché tempo da perdere non ce n'è. Da un'azione di nove atlete partita al km 51 di corsa ne rimangono davanti quattro: Luisa Tamanini (Safi-Pasta Zara), Sigrid Corneo (Menikini-Selle Italia), Chantal Beltman (T-Mobile) e Noemi Cantele (Bigla Cycling Team). La presenza della varesina è significativa, essendo Noemi la miglior compagna di squadra di quella Nicole Brändli seconda in classifica generale.
Il Colle Brianza non fa sconquassi nel gruppo delle migliori, anche perché la Pucinskaite, scortata dalla Lutz, dalla Häusler e dalla Becker, non mostra segni di cedimento. Soltanto allo scollinamento prova un timido tentativo la Maglia bianca, Linda Villlumsen (T-Mobile), ma pare più un segno di prudenza in vista della discesa che non un allungo vero e proprio.
La corsa, come prevedibile, si accende sul Lissolo, erta abbastanza breve, ma decisamente dura, con alcuni tratti al 14% e che non scende mai sotto il 5% di pendenza.
Edita controlla, nonostante davanti Noemi Cantele si danni l'anima (e un po' si finisca, visto il rapportone spinto) per aumentare il gap tra le fuggitive e le inseguitrici. Fabiana Luperini, con poca salita a disposizione, non riesce ad organizzare granché, e s'accontenta di uno scattino dimostrativo, comunque subito rintuzzato dalla Pucinskaite. Il vero fatto di cronaca, dunque, sul Lissolo, è il mancato sorpasso nella classifica dei Gp della montagna da parte della Tamanini, ai danni della Bubnenkova: passando in prima o seconda posizione sull'ultimo Gpm del Giro e non al terzo posto come avvenuto (dietro Cantele e Corneo), difatti, la trentina avrebbe strappato via il simbolo di migliore scalatrice alla russa di Andrea Carlesi. Tant'è.
Le montagne hanno partorito un topolino, insomma, e le varie Brändli e Moreno non se la sono sentita di attaccare un'inattaccabile Edita Pucinskaite. Lo spettacolo ci rimette, senz'altro, ma a volte bisogna anche avere il realismo di comprendere le forze sulla strada.
C'è sempre una tappa da vincere, però, e se le quattro fuggitive vengono riassorbite nel primo tratto di continui sali&scendi che portano a Seregno, ecco che a 14 km dall'arrivo si forma un gruppetto di sedici atlete al comando, tra cui tutte le migliori, tranne Marianne Vos, la campionessa del mondo in carica e Maglia ciclamino di questo Giro Donne.
Il gruppetto s'assottiglia con un nuovo scatto di Svetlana Bubnenkova (Fenixs), determinatissima nel far bene nella frazione odierna. Le più leste a seguire la russa sono la campionessa estone Grete Treier (Michela Fanini), ancora Noemi Cantele (Bigla) e Chantal Beltman (T-Mobile), la vivacissima Marta Bastianelli (Safi-Pasta Zara) e, finalmente, Tatiana Guderzo (AA Drink), che punta la tappa, sì, ma anche la Maglia bianca della Villumsen, lontana soltanto pochi secondi.
C'è subito accordo tra le sei davanti, che non preoccupano la Pucinskaite nella lotta per la Rosa, né le altre per i piazzamenti sul podio. Dietro, difatti, è proprio Edita a tirare il gruppo delle inseguitrici, con la Moreno che l'aiuta e la Arndt che alterna momenti di collaborazione a scatti secchi che però non trovano la stessa fortuna di Cornaredo.
L'accordo in testa termina nel momento del tentativo di Tatiana Guderzo a 5 km dall'arrivo; azione vanificata dal rientro delle altre fuggitive, con la Treier sugli scudi. L'ennesimo allungo della Bubnenkova, a 4 km dall'arrivo, fa male; ci vuole qualche km per riprenderla, stavolta con la Guderzo in prima fila per ricucire lo svantaggio.
In volata sarebbe una lotta tra Treier e Bastianelli, visti gli arrivi fino ad oggi e le caratteristiche delle fuggitive, ed intanto da dietro Judith Arndt (più volte), Nicole Brändli (una sola volta, e neanche troppo decisa) e poi anche Fabiana Luperini, che s'arrabbia quando si rende conto del poco spazio a disposizione, tentano la sortita che può valere qualche secondo rosicchiato alla Pucinskaite, che però funge perfettamente da vigile e stoppa i tentativi di tutte.
Davanti è la Bubnenkova a riprovare, e stavolta Noemi Cantele alza bandiera bianca. Al momento del ricongiungimento, contropiede di Chantal Beltman, che cerca il poker per la T-Mobile; poker che non riesce perché Svetlana Bubnenkova, ancora lei, chiude il buco e poi riparte di slancio.
A questo punto mancano 350 metri all'arrivo, "Bouba" è lanciata, la Beltman è stanca e Cantele è già staccata da un po'. Rimangono Guderzo, Treier e Bastianelli, ma non è facile contentere l'indiavolata vincitrice del Giro Donne 2002. E infatti non c'è niente da fare, perché Svetlana mantiene un margine esiguo sino alla fine, e Treier, Bastianelli e Guderzo si devono accontentare delle posizioni di rincalzo, anche se alla veronese trapiantata in Olanda rimane la soddisfazione della Maglia bianca finale e della risalita fino al 5° posto della classifica generale.
Dietro Edita Pucinskaite già giosce da parecchie centinaia di metri, e neanche l'allungo nel finale di Fabiana Luperini (che rosicchia 1" a tutte, niente di trascendentale) le toglie il sorriso, l'esultanza e la contentezza nel ringraziare tutte le compagne di squadra: «Sono felicissima per aver vinto questo Giro - è un fiume in piena Edita all'arrivo - È stata veramente una vittoria soffertissima. Per questo, devo anche ringraziare la mia squadra: mi sono state sempre vicine, anche se eravamo solo in cinque. Nicole Brändli anche quest'anno, come in altre edizioni, è stata una grande avversaria; ho davvero molto stima per lei. Come dicevo - aggiunge - è stato un Giro molto duro. C'erano veramente tantissime forti avversarie, ancora di più rispetto all'anno scorso. Sono inoltre gratissima, così come tutte le mie altre colleghe, a Giuseppe Rivolta per aver salvato questo Giro che fino all'ultimo è stato in dubbio».
Eh già, è vero. Il Giro Donne quest'anno è stato salvato per i capelli dalla Federciclismo italiana e da Giuseppe Rivolta e dalla sua Associazione Ciclistica Sovico, ma le belle battaglie di quest'anno, la partecipazione di quasi tutte le atlete più rappresentative del panorama internazionale, il numeroso pubblico presente lungo le tappe, così come alle partenze ed agli arrivi, sono dei segnali forti, tangibili, di quanto il Giro Donne sia amato e tenuto in considerazione dagli appassionati di ciclismo.
Che la doppietta della Pucinskaite possa essere il miglior modo per far tenere gli occhi aperti su questo angolo di meraviglie.

Mario Casaldi
(dichiarazione raccolta da Davide Ronconi)



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