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Spauracchio di Cantabria - Freire, altro colpo in chiave iridata

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Se il ciclismo fosse stato negli ultimi 10 anni uno sport sereno e non la palude che conosciamo, per le strade, nei negozi di alimentari, la sera al bar, si parlerebbe molto di Franco Ballerini e del suo tormento esistenziale di queste settimane: come fermare Oscar Freire?
E se ne parlerebbe ancora di più oggi, in ragione dello splendido arrivo di Reinosa, dove lo spauracchio cantabro ha trafitto i suoi due rivali del momento: Paolo Bettini e Daniele Bennati, in una volata che ha visto i tre quasi allineati a 20 metri dal traguardo, e ben gerarchizzati 20 metri dopo, con Freire che esultava per la sua seconda vittoria nella Vuelta 2007. In effetti si trattava di sparigliare, visto che tutti e tre avevano in tasca un successo. Il primo a varcare la soglia è proprio quello che si prospetta all'orizzonte come il favorito numero uno per l'appuntamento iridato di Stoccarda.
L'esperienza insegna però che gli ordini d'arrivo di oggi non devono essere presi come vangelo, visto che fra 25 giorni a Stoccarda l'aria potrebbe essere del tutto diversa, e quelli che al momento paiono quasi imbattibili, potrebbero perdere nel corso dei giorni smalto e freschezza. Certo, per Freire qualcosa bisogna inventarsi, e Ballerini lo sa bene, lui che da Oscarito è stato malamente infilzato a Verona tre anni fa. Perché, malgrado il percorso accidentato, questo Freire qui è capace di tenere e fare la differenza.
E questo Freire qui è quello che, in una tappa parecchio mossa, quasi di montagna (anzi, senza quasi), ti mette la squadra a tirare sulla salita di prima categoria che scollina a 21 dal traguardo, perché ci crede, vuol riprendere i fuggitivi e andare a intascare il premio-produzione. E in coda a tutto ciò, ovviamente, centra l'obiettivo, mettendo in fila un velocista di classe come Bennati e un corridore per cui abbiamo terminato da molto tempo gli aggettivi come Paolino.
Il che la dice tutta sulla condizione del corridore della Rabobank, ma pone anche qualche quesito sul futuro prossimo: non è che Oscar è davvero troppo avanti con la preparazione, e non riuscirà a tenere questi ritmi per altre tre settimane e passa? Il dubbio è lecito, visto che parliamo non di una macchinetta, ma di un uomo con tutti i suoi limiti fisici e i suoi acciacchi (che ha sempre avuto, figurarsi ora che non è più un giovanotto).
Certo, le possibilità che Freire ottenga la quaterna dei sogni (record dei record, sarebbe) c'è tutta, ma in prospettiva pare più promettente la tenaglia azzurra alle sue costole, che non la sua scintillante forma del momento. Perché, se Oscarito ha messo i suoi a tirare sul Puerto de la Palombera, c'è da dire che Bettini e Bennati non hanno ceduto di un metro. E se del Grillo conoscevamo già le capacità in salita, Bennati ce ne ha dato un saggio anche all'ultimo Tour de France, sulla Colombière (quando dici la forza dell'orografia!).
Insomma, di carne al fuoco per discutere ce ne sarebbe d'avanzo, se il ciclismo eccetera eccetera. Allo stato delle cose, ci accontentiamo di anticipare tattiche e risvolti di Stoccarda tra di noi "fissati", e possiamo passare ad esaminare una frazione che, del tanto che avrebbe in teoria potuto dire, ha detto pochissimo. Perché se è vero che la volata è stata appassionante, con i primi tre a battagliare fino all'ultimo metro e gli altri a fungere da ottimi sparring partner (quarto Gilbert, che lo sprint l'ha lanciato, pur tenendosi a ruota Bettini, quinto Zabel che a Stoccarda, in casa sua, vorrebbe lasciare un segno indelebile, tantopiù ora che i suoi rigidissimi connazionali l'hanno riabilitato), bisogna anche dire che ai fini della classifica ci aspettavamo qualche rivolgimento che non c'è stato.
Perché, a parte la fuga dalla distanza, che ha coinvolto anche i nostri Rebellin (altro squillo per Ballerini!) e Marzano, si è visto poco. E se Kroon, sulla Palombera, ha deciso di giocare il tutto per tutto andando via da solo e provando ad anticipare il quasi inevitabile ritorno del gruppo, dal plotone è venuto un solo segnale forte, e quel segnale l'ha lanciato Gómez Marchante.
Il capitano della Saunier Duval, inopinatamente in difficoltà sulla strada per i Lagos de Covadonga ieri, ha provato a risalire un po' in classifica, ed è scattato da solo a circa 20 km dal traguardo. La sua azione è stata bella, e per un certo periodo è anche sembrata efficace, col gap da Kroon che si assottigliava, e col margine sul plotone dei migliori che andava a sfiorare il minuto.
Ma poi la discesa e il piano tra la vetta e il traguardo sono risultati effettivamente un ostacolo insormontabile per l'uomo solo al (quasi) comando, sicché il ragazzo si è fermato, facendosi reinglobare da un gruppo lanciatissimo (una volta scollinati, Lampre e Milram e Quick Step si sono aggiunte alla Rabobank già scatenata all'inseguimento di Kroon).
Quando poi anche l'olandese ha alzato bandiera bianca, a 6 dall'arrivo, ci si è potuti concentrare sullo sprint, rinviando ogni discorso di classifica al prossimo fine settimana montagnoso. Lo sprint, come detto, è stato velocissimo, e dal fronteggiarsi di tre treni ha avuto la meglio il Furetto di Torrelavega. Bettini e Bennati, prima del ritiro tattico, avranno altre occasioni per rilanciare la sfida: siamo certi che non si lasceranno sfuggire l'occasione.

Marco Grassi

 

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