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Piepoli inizia a crederci - Podio non lontano. Menchov in oro | Cicloweb

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Piepoli inizia a crederci - Podio non lontano. Menchov in oro

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Beviamoci un cordialino ed esultiamo perché in questa Vuelta che non riusciamo a incamerare dal Paleozoico, comunque siamo sempre in grado di lasciare dei bei segni. Non solo coi velocisti, che negli ultimi anni si sono abituati a razziare un bel po' di tappe, non solo coi finisseur alla Bettini o coi fuggitivi occasionali. In Spagna riusciamo a vincere anche nelle tappe più importanti, quelle di montagna. E dopo le affermazioni dei Simoni e dei Di Luca negli anni scorsi, riecco all'opera Leonardo Piepoli, ed ora non dite che non ve l'avevamo detto.
Il pugliese ha dominato con Menchov la tappa di Cerler, e alla fine ha portato a casa un gran bel successo, meritato e voluto. Già ai Lagos de Covadonga, Leonardo si è dimostrato il migliore in salita, arrivando secondo e rinunciando al successo solo perché c'era Efimkin in fuga. Stavolta, nella seconda frazione di montagna della Vuelta 2007, il pugliese era anche svincolato da discorsi di gregariato, perché il suo capitano sulla carta, Gómez Marchante, in ritardo in classifica (ma più o meno come lo stesso Piepoli), aveva tentato la carta della fuga da lontano, autoeliminandosi di fatto dai giochi nel finale e lasciando campo libero all'esperto compagno.
Massimo rispetto, comunque, per la scelta di Gómez, perché è giusto che qualcuno tenti di far saltare il banco: aspettando l'ultima salita, il ragazzo sapeva che al limite poteva sperare di avvicinarsi al podio, ma non alla vittoria finale. E allora, perso per perso, è partito intorno al km 20 con altri 12 (tra cui molti bei nomi: Antón, López García, Vandevelde, Szmyd, Van Huffel, Goubert, Kern, García Acosta, Martínez Acevedo e i nostri Vanotti, Possoni e Rebellin, con quest'ultimo che sta avvicinando una condizione buona per il Mondiale).
Ovvio che a un gruppo così assortito, da dietro non si potesse pensare di lasciare troppo spazio: mai più di 2'-2'10", e attaccanti a tiro per essere ripresi nel corso dell'ultima scalata. Malgrado la non trascendentalità dei Puertos che precedevano la salita di Cerler, Pereiro è andato in crisi da subito, dalla prima salita, e a metà tappa è risalito in ammiraglia, ritirandosi e lasciando la Caisse d'Epargne a stringersi intorno a Efimkin, diventato ufficialmente capitano sul campo.
Ripresi i fuggitivi (grazie al lavoro - tra le altre - della Lampre, lavoro che lasciava presagire uno squillo di Cunego), si è entrati direttamente, a 10 dalla fine, nel clima da giornata decisiva. E lo si è capito allorquando il primo a mollare la presa è stato proprio Devolder, che ha evidentemente pagati cari gli sforzi profusi ieri per vincere la cronometro. La salita non era di quelle impossibili, nulla a che vedere con le pendenze di Covadonga, per intenderci, ma nonostante ciò il belga ha pagato quasi 5'. È ancora lì, non lontanissimo in classifica, ma a questo punto non si vede come possa rientrare nella lotta per le posizioni che contano: se non ha saputo difendersi oggi, è impossibile che trovi il modo di fare la differenza (non gli basta più correre di rimessa) nelle prossime tappe di montagna.
Archiviato Devo, archiviati anche Gómez Marchante (presto staccato anche lui) e Cunego (malgrado la gran visibilità Lampre appena citata), e preso atto di un tentativo in testa di Castaño, poi rilevato da Daniel Moreno, non restava che aspettare il palesarsi dei più forti.
E puntualmente, a 6 dalla vetta, Piepoli ha fatto la sua sparata. Il gruppetto di testa era già ridotto all'osso, con Menchov bravo a tenere, Pérez Rodríguez solito diesel, Samuel Sánchez finalmente a livelli più accettabili, Sastre che non ha perso colpi, e Zaugg e Mosquera sorprendenti presenze tra gli altri. Sorprendente l'assenza, invece, di Evans, staccato di qualche centinaio di metri e intento a salire insieme ad un Efimkin che si sta gestendo molto bene.
Lo scatto di Piepoli ha rimescolato le carte, e il solo Menchov è stato in grado di tenere il ritmo dell'italiano. Pur senza scavare solchi (il terreno non lo permetteva), la coppia di testa ha trovato in fretta un accordo, e ha mantenuto il margine fino al traguardo, dove come nei più classici dei film western, è avvenuta la spartizione della posta: Menchov, già appagato per la conquista della maglia oro, non si è scannato per fare la volata, lasciando la gioia del successo parziale a Leonardo, che così bissa la tappa di Genova vinta al Giro.
A 17", danni limitatissimi per Mosquera e Sastre. Quest'ultimo resta sempre tra i favoriti, ma bisogna dire che se perde un po' qua e un po' là, questa Vuelta non la conquisterà mai, e non si vede all'orizzonte un'inversione di tendenza relativamente alle sue abitudini. Nel gruppetto dei più accreditati inseguitori, il più bravo è stato proprio Efimkin, che ha saputo salire col ritmo giusto, tanto che nel finale ha recuperato su Sánchez, Pérez, ed Evans, e in classifica si conferma il principale antagonista del suo connazionale Menchov, visto che è lì a 2'01" e ha dimostrato una discreta solidità: forse non vincerà, ma il podio è alla sua portata.
Così come è alla portata di Evans e Sastre, che sono lì al terzo e quarto posto; o di Sánchez (settimo), o di Karpets (ottavo); oppure (e qui torniamo al nostro tasto preferito) di Piepoli, che intanto è risalito dal 18esimo al 13esimo posto, e vede la distanza che lo separa dalla terza piazza ridottasi a meno di 3'40". Se non fa bravate, domani ad Andorra - dove troverà un arrivo abbastanza più selettivo rispetto a quello di Cerler - potrà assestare agli avversari una botta decisiva, e rientrare alla grande in gioco per il discorso podio: poi non avrà più grandi salite su cui fare la differenza, ma se resta concentrato e riesce a stare davanti nelle tappe di Granada, Ávila e Alto de Abantos, non è detto che non possa ritrovarsi, nella breve crono di Villalba, a difendere il suo più prestigioso piazzamento in un grande giro.

Marco Grassi

 

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