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Pidgornyy beffa tutti - Bel numero lungo il Passo Maniva

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Uno si aspetta Anzà e Bertagnolli, ed invece dal cilindro del Passo Maniva esce Ruslan Pidgornyy, ucraino della Tenak-Menikini: che sport stupendo il ciclismo, non ci stancheremo mai di ripeterlo.
Il corridore diretto in ammiraglia dal ds Flavio Miozzo è uscito con una gran gamba del Giro d'Austria, chiuso in 5a posizione (fu 2° l'anno scorso) con il secondo posto conquistato nella cronoscalata. Miozzo lo aspettava tra i primi anche ieri a Borno, ed invece Ruslan ha pagato lo stacco tra le due semitappe: «Avevo le gambe imballate ieri pomeriggio, non sono riuscito affatto a stare davanti con i migliori», ammette candidamente il vincitore di tappa.
Poco male, visto che i minuti presi ieri sono stati il suo lasciapassare per la tappa di oggi, coi ?? km che da Concesio portavano il gruppo del Brixia Tour sul Passo Maniva, località Collio Val Trompia, ad un'altitudine di 1800 metri s.l.m.; salita da scalatori, salita da distacchi, salita adatta alla confezione d'imprese.
Ruslan Pidgornyy ha attaccato a 9 km dall'arrivo, appena terminato il primo km (durissimo, pendenza media del 10%, ma tratti al 18%) del Passo Maniva. Non l'ha seguito nessuno, in fondo a Rebellin non preoccupava, e gli Anzà e i Bertagnolli avevano interesse anche ad attaccare il leader della generale, non soltanto a vincere la tappa.
La Ceramica Panaria perde sin da subito una delle sue tre frecce: Pozzovivo non riesce a tenere il passo dei migliori, ed a Sella e Baliani viene a mancare un bel diversivo tattico. Soprattutto l'umbro, ben messo in classifica e in possesso di un ottimo colpo di pedale, avrebbe potuto giocare il lucano ed il vicentino come teste di ponte per un successivo attacco.
Pidgornyy scava subito un buon margine tra sé ed il gruppo Maglia biancoceleste di Rebellin. Sì, è vero, lo hanno lasciato andare perché non preoccupava il capoclassifica, ma non si scavano 45" in 5 km se non si ha una grande gamba: «La salita è stata dura - confessa Ruslan dopo la premiazione - ed essere fuori classifica m'ha favorito. Ho potuto scattare senza essere controllato, e questa è una bellissima vittoria. L'anno scorso ho fatto 3° nella classifica generale del Brixia Tour, e quest'anno ho sempre fatto belle prestazioni, ma se non vinci se ne accorgono sempre in pochi».
L'ultimo vincitore del Trofeo Matteotti guadagna ad ogni rilevamento cronometrico. Dietro rimangono sempre meno corridori, con Davide Torosantucci, portacolori della Universal Cafè autore quest'oggi della sua migliore prestazione tra i pro', che prova a rinvenire sull'ucraino di Bordonali. Non c'è niente da fare, Ruslan non si ferma, né cede, cosa che invece accade all'abruzzese: viene ripreso dagli altri, e dopo qualche km si stacca.
Ai meno 3 km Pidgornyy ha ancora 23" su Rebellin ed Anzà, che nel frattempo hanno seminato tutti gli altri. A poche centinaia di metri, un gruppetto con Baliani, Bailetti, Carrara e Leonardo Moser, compagno di squadra di Santo Anzà, stamattina 2° in classifica generale a 3" da Rebellin.
Moser ha papà Diego all'arrivo, e la vicinanza col Trentino fa il resto: sfruttando un leggero rallentamento del duo Anzà-Rebellin, il nipote di Francesco Moser (che, nel frattempo, continua a coprirsi di ridicolo lasciando dichiarazioni di un'incoerenza assoluta con le proposte fatte dallo stesso presidente del Cpa appena un anno fa: l'anno scorso voleva liberalizzare il doping, quest'anno vuole radiare i ciclisti alla prima positività; qualcuno gli spieghi che nel mondo non ci sono solo il bianco e il nero) si riporta alla ruota del proprio capitano, ed ovviamente si mette in testa a scandire il ritmo. Il giovane Leonardo dà tutto quello che gli rimane, e dai meno 3 km all'arrivo ai meno 2 km Pidgnoryy perde 7": il vantaggio scende da 23" a 16", che comunque sono ancora tanti.
Anzà vorrebbe riprendere Pidgornyy, ma vorrebbe farlo prima dello sprint, visto che in una a volata a due con Rebellin non avrebbe scampo; e il siciliano, quando capisce che l'ucraino è assolutamente irraggiungibile, sgrava il compagno dal bellissimo lavoro di gregariato svolto sino a quel momento, e lascia che sia Rebellin a completare il lavoro di traino fino all'arrivo.
E difatti sotto il triangolo rosso dell'ultimo km il vantaggio di Pidgornyy torna a 22". A Rebellin va benissimo il successo dell'ucraino, che difatti vince a braccia alzate, con tanto di urlo liberatorio sotto lo striscione d'arrivo.
Rebellin nelle ultime centinaia di metri abbandona la compagnia di Anzà e si va a prendere il 2° posto, addirittura staccando il siciliano della Diquigiovanni-Selle Italia, che ora, sommando i 3" di distacco, più i 2" di abbuono, più i 3" che già aveva stamattina, più i 5" di penalità subiti nella seconda semitappa di ieri (come lui penalizzati Pozzovivo e Baliani, seppur di 3", per aver tratto vantaggio dal taglio di una rotonda a 500 metri dall'arrivo) è a 13" dal vicentino-monegasco. Praticamente, Rebellin ha il Brixia Tour in tasca.
E dire che la tappa di oggi s'era movimentata subito, con un attacco di ben 35 corridori nato al km 36: tra di loro, atleti interessati alla tappa come Cunego, Garzelli, Petrov, Golcer, Tjallingii, già Leonardo Moser e Niemec, ma anche atleti di classifica come Carrara, Alessandro Bertolini, Nose e Marzano.
Il gruppo condotto dalla Gerolsteiner prima e dalla Liquigas poi, lascia ai fuggitivi 2'05" di vantaggio massimo al km 39, un vantaggio che poi si riduce sempre, fino a venir annullato al km 140. Prima del ricongiungimento, quattro corridori, tra cui Cunego, già perdono contatto dai battistrada.
Il resto è già storia del Passo Maniva, con Pidgornyy all'attacco, Rebellin in difesa, ed Anzà impotente difronte alla classe ed alla gamba del capitano della Gerolsteiner; l'altro uomo atteso, Bertagnolli, va in crisi di fame a 5 km dall'arrivo ed arriva con 8'30" dal vincitore, mentre ottima la tenuta di Carrara, nonostante la fuga di oggi e la caduta di ieri (è caduto nella stessa rotonda della penalizzazione dei tre su scritti, a 500 metri dall'arrivo di Borno), che ora è 3° in classifica con 1'12" da Rebellin. Un Carrara che, durante la prima tappa, s'era preso anche gli elogi di Franco Ballerini, Ct italiano che sta seguendo i progressi del completo atleta orobico.
Domani si conclude con l'ultima tappa Pisogne-Darfo Boario Terme di 184,5 km, con i tre passaggi sul Colle Maddalena e l'arrivo a Corso Italia che sancirà il trionfo di Rebellin, primo in generale, primo nella classifica a punti, primo (con Pidgornyy) nella classifica dei Gpm, e la lotta tra Dietziker e Santambrogio, con il primo in vantaggio di 9 punti sul secondo, nella classifica degli sprint.

Mario Casaldi

 

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