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Il ventenne regala il bis - Ciolek si conferma velocissimo

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Non era propriamente il giorno ideale, per Paolo Bettini, al fine di provare a testarsi di nuovo in una volatona generale: le tante curve prima dell'arrivo, sommate ad un fondo stradale reso un po' viscido dalla pioggia che ha preceduto il gruppo (e fortuna che non ha piovuto durante la volata, sarebbe stata rischiosa il triplo), avranno sconsigliato al campione del mondo di buttarsi nella mischia, e difatti il distacco di 1'04" patito all'arrivo dal livornese sta lì a testimoniarci la sua volontà di arrivare a Regensburg tranquillo e sereno, rischiando niente più del dovuto. E diciamo che, vista la proverbiale sfiga di quest'anno, è stata una scelta più che saggia da parte dell'olimpionico iridato.
Un arrivo così doveva necessariamente, dunque, sorridere a corridori veloci, sì, ma soprattutto esplosivi. La sfida era principalmente tra Ciolek, Förster e Napolitano, mentre Zabel e Rojas Gil, chi per un motivo (l'età avanzata) chi per un altro (il non essere un "puro"), sembravano destinati a pagare un piccolo dazio nei confronti dei tre dinamitardi sprinter.
Anche se ad un certo punto la corsa è sembrata quasi impazzita, con Terpstra, compagno di squadra di Zabel, collaborare con Den Bakker, ex compagno di squadra di Zabel, ora alla Skil, ad un tentativo di anticipo di volata, e con Ciolek - addirittura - in testa al gruppo a girare coi suoi compagni della T-Mobile, una volta ripresa la coppia olandese, con gli stessi compagni del velocista teutonico a guardarsi, a chiedersi alcuni perché, e giungendo alla conclusione che la soluzione migliore fosse far capire al proprio giovane capitano che era un tantino sbagliato trovarsi lì in quel momento della corsa, e che il vento che stava prendendo frontalmente avrebbe potuto rappresentare un handicap nel momento clou della volata, quando le energie servono tutte (vabbè, magari i gesti saranno stati un po' più marcati e le parole un po' più grevi, ma chi siamo noi per togliervi il gusto di immaginarvi la scena?).
La fuga di oggi è rappresentata da cinque uomini. Niente di trascendentale, per carità, ma rispetto alla solitudine di Terpstra qualche giorno fa, o alla cronocoppie di Martens e Murer ieri, almeno si vedono un po' più di colori: Belohvosciks, Mandri, Pütsep, Leben e Stadler vivacchiano in testa alla corsa senza dare il minimo fastidio al gruppo, anche se l'elvetico del Team Volksbank è 23esimo in classifica generale a 5'27" da Voigt e la Csc non ha assolutamente voglia di dannarsi l'anima nel finale, controllando sin da subito che il vantaggio non lieviti sino a minutaggi preoccupanti.
Ed è infatti lo stesso Stadler l'ultimo ad arrendersi, ad una decina di chilometri dall'arrivo, tentando una sortita solitaria nel momento in cui il gruppo Maglia gialla raggiungeva i suoi ex (ormai) compagni d'avventura. Neanche la buona condizione del passista elvetico, però, poteva fare la differenza, ma comunque questo pedalatore si sta mettendo in luce, tra Svizzera e Germania, con buona regolarità, e chissà che sabato, magari scegliendo un po' meglio i tempi dell'attacco, non riesca a far saltare il banco alle squadre degli sprinter.
Cosa che oggi, a circa 1 km dall'arrivo, ha provato a fare Magnus Backstedt, neocampione svedese su strada, a cui però i tanti infortuni han tolto molta della potenza che ricordavamo esprimesse sui pedali. Lo scatto dello svedese della Liquigas, ovviamente, segue il tentativo e il ricongiungimento con la coppia Den Bakker-Terpstra già descritto qualche rigo sopra, col leader dei Gpm che stasera, in albergo, qualche parolina da quello Zabel che puntava al secondo successo di tappa, se la beccherà sicuramente.
Tante oggi le squadre che si sono alternate in testa al plotone al fine di garantirsi la volata. La solita Lampre, la Quick Step, anche la Caisse d'Epargne di Rojas Gil, la Gerolsteiner, la Crédit Agricole di Renshaw (ci sarebbe Furlan, in effetti, ma il veneto non gode di grande condizione e/o di grande considerazione in squadra), ed ovviamente la T-Mobile e la Milram, con la squadra in maglia magenta spostatasi in massa nelle posizioni d'avanguardia nei chilometri finali, con quella simpatica scenetta (per noi senz'altro, per Ciolek un po' meno) di Bernucci e Klier che guardavano il vincitore della tappa di ieri in testa al gruppo, lì con loro, ed esprimevano tutta la loro incredulità, ed anche un poco il loro disappunto, temendo di veder sfumare, in quel modo, la possibilità di concretizzare col secondo successo di tappa consecutivo il grande lavoro per il velocista principe del team.
E difatti sarebbe stata una mezza comica se poi Ciolek non si fosse espresso con tutta la potenza di cui dispone sul rettilineo finale di Regensburg, saltando Greipel a 200 metri dalla linea bianca, partendo quasi alla pari con Förster e Clerc, ma togliendosi sia il connazionale sia lo svizzero della Boygues Telecom dalla ruota posteriore, trascinandosi con la scia Rojas Gil e Zabel, ma lo spagnolo difetta ancora di qualche fondamentale nel colpo di reni, se è vero che il tedesco, parecchio indietro rispetto a José Joaquin ad un passo dalla linea conclusiva, riesce a scavalcarlo grazie ad un colpo di frusta da maestro degli sprint quale il tedesco, in effetti, è.
E se Bettini non ha disputato la volata per scelta, Napolitano non ce l'ha fatta, a fare la volata che desiderava, per costrizione, visto che s'è trovato intruppato tra le tante ruote che si sono date battaglia sul rettifilo finale e che l'uomo destinato a lanciargli lo sprint, o quantomeno a condurlo sulla ruota migliore, Claudio Corioni, s'è perso il siciliano per strada a 500 metri dall'arrivo.
Gerald Ciolek, dunque, diventa il velocista più vincente di questo Giro di Germania, distanziando Förster (in verità in fase di leggera involuzione rispetto a Saarbrücken) e Zabel (che torna a vestire la Maglia biancorossa di leader della classifica a punti, seppur a parimerito con Rojas Gil; fa la differenza la vittoria del tedesco ad Offenburg), e lasciando di nuovo con un pugno di mosche in mano sia Rojas Gil sia Napolitano, con quest'ultimo che, ci scommettiamo, farà di tutto per vincere la frazione conclusiva di Hannover.
Anche perché domenica c'è la Vattenfall Cyclassics di Amburgo, e se è vero che l'anno scorso Zabel, Ciolek e Napolitano conclusero tutti e tre nelle prime dieci posizioni dell'ordine d'arrivo (rispettivamente 2°, 5° e 9°), è anche vero che tra qualche giorno, a pochi chilometri dal Waseberg, ci saranno anche i Rojas Gil, i Bettini, i Rebellin, per non parlare degli assenti in Germania, con il vincitore uscente Freire, Pozzato (vincitore due anni fa) e Bennati sugli scudi.
Ma di Amburgo avremo modo di parlarne sabato, visto che domani la cronometro di Fürth (33,1 km tutti pianeggianti) assegnerà questo Giro di Germania a Jens Voigt, che ha sfruttato ottimamente la cronosquadre di Bretten e s'è difeso in maniera super sui ghiacciai di Sölden. E forse Jens si prenderà anche la tappa, con Leipheimer, Lang e Bodrogi a rappresentare gli avversari più pericolosi.
A meno di clamorosi imprevisti, ovviamente.

Mario Casaldi



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