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Il ritorno del fratellone - Dopo Andy, riecco Frank Schleck | Cicloweb

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Il ritorno del fratellone - Dopo Andy, riecco Frank Schleck

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Mettiamola così: era più che normale che a trovarsi più di tutti a proprio agio in uno stato piccolo come il Liechtenstein, fosse uno proveniente da uno stato (quasi) altrettanto piccolo. Nella fattispecie il Lussemburgo. E non è quindi casuale che due lussemburghesi hanno chiuso la tappa tra i primi cinque, risultato che probabilmente manca da anni e anni nelle gare più importanti (non ci fate fare la fatica di fare una ricerca).
Ma soprattutto, non è casuale che Frank Schleck sia colui il quale ha dato la prima accelerata seria in vetta alla classifica del Giro di Svizzera. E l'ha data, tale accelerata, per mezzo di una notevolissima scalata alla salita di Malbun, nel territorio di Triesenberg, per l'appunto in Liechtenstein, dove il TDS arrivava (proveniente dall'Austria) nella sua seconda giornata di sconfinamenti.
Gli scossoni erano del resto attesi, visto che la qualifica di 2a categoria non rendeva giustizia alla bella rampa di 12 km su cui si sapeva che ci sarebbe stato il più classico dei "fuori i secondi", e su cui si attendeva di vedere quanto Cancellara sia ancora lontano dall'almeno parziale concretizzazione del sogno Tour: se teneva, significava che un grande passo in avanti era stato fatto. Non ha tenuto.
Anzi, Fabian è rimbalzato da praticamente subito, e pagando un minuto a chilometro, ha riportato sul groppone quasi 11'. Un gap incolmabile anche da un missile da crono, quale lui a volte sembra essere. C'è ancora strada da fare, quindi, ma nei prossimi giorni continueremo a tenere d'occhio le prestazioni del bernese in salita.
Uscito quindi di scena subito Cancellara, restava da trovare un nuovo gestore della maglia di leader della classifica. E i nomi non è che fossero più di tanti: Schleck, Cunego, Gómez Marchante, Efimkin, Karpets, Brajkovic. Non Klöden, già più lontano nella generale, il quale ha però confermato il momento non brillantissimo, staccandosi presto anche lui e accusando alla fine un ritardo di quasi 6'.
Coi migliori già tutti davanti, è stato Simoni ad accendere la miccia, a 8 km dalla vetta: che agisse motu proprio, o nell'ottica di un'orchestrata tattica di squadra (Gómez Marchante è suo compagno), l'azione di Gibo ha dato la stura al ficcante contropiede di Schleck. Il quale si è ritrovato ad avere la compagnia del solo Carrara: Matteo sta disputando un Giro di Svizzera eccellente, e poche volte in passato l'avevamo visto così brillante anche su salite dure come quella di Malbun. Alle spalle dei battistrada è stato sulle prime proprio Cunego a guidare il drappello in cui c'erano Gómez e Karpets, Efimkin e Devolder, Kirchen e Simoni. Questi ultimi due, però, respinti dalle pendenze più dure della salita, si sono staccati ai 7 km.
Poco più su anche Cunego ha visto accendersi sul manubrio la spia della riserva, e ha perso qualche metro insieme a Karpets. Ma se il russo ha ritrovato il senso della giornata e si è riportato sugli inseguitori, Damiano non ce l'ha più fatta. E sì che a un certo punto, quando la strada un po' spianava, il veronese ha anche accarezzato l'idea di riagganciarsi al plotoncino. Ma niente da fare, quando le pendenze si sono nuovamente inasprite, nel finale, Cunego ha perso ancora terreno.
Ai 4 km, mentre Schleck, ormai sbarazzatosi della compagnia di Carrara, proseguiva da solo con mezzo minuto di vantaggio, Simoni si riportava su Cunego; quindi era Kirchen, ripresosi dopo 4 km di affanno, a risalire prepotentemente, ma dal gruppetto inseguitore la sparata di Gómez Marchante ai 3 km lasciava pensare che forse il finale del film non fosse quello atteso da tutti: Schleck non era più quello brillante della prima fase dell'attacco, il margine dava segni di flessione, e lo spagnolo sembrava davvero in grado di insidiarlo.
Ma anche Gómez ha finito la birra, e ha pure dovuto subire la rimonta dell'ottimo Efimkin, che nell'ultimo chilometro (mentre Schleck ritrovava il ritmo giusto) ha superato il capitano della Saunier e si è preso un bel secondo posto di giornata.
Terzo Gómez, quindi, quarto un fenomenale Carrara che ha tenuto bene il ritorno di fiamma di Kirchen (quinto, eccolo il secondo lussemburghese a cui facevamo riferimento sopra). Sesto Simoni, ma i distacchi sono già superiori al minuto: settimo Karpets a 1'11", ottavo Cunego a 1'25" da Schleck. Damiano era venuto al Giro di Svizzera con buone prospettive, visto che è uscito benino dal Giro, ma a dire il vero pare in calo, e quel che si è visto oggi conferma che una cosa buona nella stagione (a parte la solita vittoria al Trentino) il veronese l'ha fatta, decidendo di non ascoltare le sirene del Tour per proseguire dalla corsa elvetica, come da programma, prima di un periodo di stacco.
In bella crescita anche Florencio, nei 10 sia nella tappa che in classifica, mentre rivedibile è Brajkovic, sempre a ridosso dei primi, ma con buoni margini: al Tour tra lui e Contador ci sarà un bel giocare giovane in casa Discovery.
In classifica Schleck (che sa benissimo che quello che sta avvenendo sono delle prove generali in chiave Tour de France) ha messo un bel margine nei confronti dei principali pretendenti al successo finale. Che non sono né Efimkin né Kirchen (secondo e terzo a 49"), ma che rispondono ai nomi di Gómez Marchante (quarto a 58") e Karpets (sesto a 1'19"), mentre Carrara rappresenta comunque un'incognita (terrà nel tappone del Grimselpass?), e comunque non pare avere la forza di far meglio del lussemburghese. Tutti gli altri, che pur saranno presenti nelle posizioni di vertice nelle prossime tappe (non domani, visto che a Giubiasco arriverà una fuga di comprimari, oppure si tratterà di volata), faranno bene da qui a Berna a considerare l'ipotesi di lasciare un segno profondo in una frazione, senza troppi pensieri alla classifica.

Marco Grassi    

 

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