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Il cronopodio di Sánchez - Samuel scalza Evans. Menchov ok

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Non gli teniamo più dietro, a Samuel Sánchez! Non si fa in tempo ad annunciare che il ragazzo ha messo gli occhi sul podio, che quello ci sale tranquillo tranquillo, accompagnando la scalata alla classifica con un altro (il terzo) successo di tappa. E dopo una vittoria costruita in discesa, e una realizzata in salita, stavolta il capitano della Euskaltel mette la ciliegina con un'affermazione contro il tempo.
Possiamo metterci tutte le specificazioni che vogliamo: che si era al penultimo giorno di gara, quando contano moltissimo le forze residue e un po' meno l'attitudine a un certo tipo di sforzo e di esercizio; che comunque Sánchez proprio fermo a cronometro non è mai stato; che grossi specialisti, in giro per il mondo (per lo meno in grado poi di lottare fino alla fine in una grande gara a tappe) non ne sono rimasti; che alcuni, ormai fuori dai giochi, non si sono dannati l'anima; che Menchov, l'unico possibile rivale, si è limitato a controllare; che Evans è in netto calo di condizione e quindi era plausibile che deludesse; che la prova si sia sviluppata su un chilometraggio troppo breve per far sì che prendessero il sopravvento valori di potenza anziché di freschezza.
Possiamo stare fino a domani mattina a mettere i puntini sulle i, ma quel che resta di questa giornata è che Samuel Sánchez, con una prova gagliarda e intelligente, ha infilato la seconda vittoria in due giorni (terza in totale, come detto), e ha completato la sua lunga marcia verso il podio, centrando alla fine l'obiettivo che si era posto, con un pizzico di narcisismo ma anche con una certa consapevolezza nei propri mezzi.
Partito in maniera regolare e non certo forsennata, Sánchez è venuto fuori nella seconda metà della tappa; anche perché venir fuori nella prima era impossibile, visto che Backstedt ha fatto il tempone al primo intertempo (38" sul secondo, Santos González, e poi 26 uomini nel giro di 20"). Sánchez ha controllato le proprie forze e l'andamento degli avversari. Evans, dopo quei primi 7 km, pagava all'asturiano 4", Sastre ne lasciava 6". Viste le distanze ridotte in classifica (alla vigilia Samuel doveva recuperare 9" su Cadel), sapere di essere già (minimamente) in vantaggio è stato un propellente fondamentale per il capitano della Euskaltel, che ha aperto il gas e si è lanciato al meglio nella seconda parte di gara.
Backstedt finiva il suo clamoroso exploit con una caduta che lo eliminava dalla lotta per il successo parziale; e già al secondo intertempo Sánchez aveva preso in mano la situazione: dopo 15 km Samuel era addirittura primo, Menchov gli rendeva 2", Evans 13" e Sastre (tutto il giorno in difesa) 31". Negli ultimi 5 km non bisognava che rifinire il capolavoretto: difendere il margine su Evans (vantaggio che già garantiva il podio) e, possibilmente, provare a dare un'ultima spallata, in fondo Sastre all'inizio difendeva 52", e ne aveva già persi 31".
Le ultime curve, pennellate alla perfezione da Sánchez, forse gli hanno pure dato l'impressione di poter fare il miracolo, di potersi issare fino al secondo posto, alle spalle dell'irraggiungibile Menchov. Invece Sastre ha tenuto, ha perso alla fine 41", e tanto gli è bastato per salvare la piazza d'onore. Sánchez, da parte sua, ha battuto Menchov di 12", Clement (ottima prova) di 14", Barredo (grande Vuelta, chiusa al decimo posto) di 16" e il redivivo (a questi livelli) Santos González di 18". Evans alla fine sconta un ritardo di 19", che in classifica si tramutano in un gap di 10" dall'asturiano e quindi dal podio.
Menchov, in tutta tranquillità, si porta a casa così la sua seconda Vuelta, e non tutti alla vigilia l'avrebbero pronosticato. Stavolta il russo vincerà sul campo, e non a tavolino come due anni fa (quando venne squalificato Heras). Certo, non possiamo proprio dire che abbia avuto chissà quale concorrenza, e chissà quale percorso accidentato per difendere la sua leadership che già dopo una settimana di gara appariva chiara. Ma vincere è sempre difficile, in qualsiasi situazione, quindi complimenti a lui. Per tutte le altre valutazioni, appuntamento a domani, dopo la passerella madrilena.

Marco Grassi

 

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