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Chicchi chic sigillo finale - A Davide Rebellin il 7° Brixia Tour

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Dopo le tappe vallonate, gli arrivi mossi, gli scollinamenti a 500 metri dall'arrivo e l'arrivo in salita, gioiscono anche i velocisti, gioisce anche Chicchi. Il ventisettenne atleta della Liquigas s'è imposto sull'arrivo pianeggiante di Darfo Boario Terme con una volata imperiosa su Mattia Gavazzi e Mirco Lorenzetto, anche se per decidere la terza posizione s'è dovuto ricorrere al fotofinish, vista la vicinanza tra il corridore della Milram e il velocista della Cinelli, Ivan Fanelli.
Volata di assoluta potenza, quella del toscano, che ha potuto contare sulla tranquillità dettata dall'avere in testa alla corsa un compagno di squadra, quel Leonardo Bertagnolli rimbalzato all'indietro a 5 km dalla vetta del Passo Maniva, e desideroso oggi di mettersi in mostra anche per ripagare il lavoro svolto a suo favore dalla Liquigas in questi giorni.
La fuga buona di oggi parte quasi subito, al km 27, grazie all'azione di Stangelj, Kiryienka, Bertagnolli, D'Aniello ed Alessandro Bertolini, anche se il trentino della Serramenti Diquigiovanni ha preferito lasciare la compagnia degli altri quattro compagni d'avventura dopo pochi chilometri. Per qualche chilometro il bielorusso Kiryienka della Tinkoff, invece, è stato addirittura leader virtuale della corsa, essendo partito stamattina con uno svantaggio dai 5'49" da Rebellin ed essendo riuscito a scavare tra sé e il vicentino un gap massimo di 6'05".
Ma ovviamente alla Gerolsteiner non poteva andar bene l'andazzo della corsa, e s'è messa in testa al gruppo per tentare di ridurre il distacco dai battistrada: missione compiuta alla grande, anche se alla fine ci ha rimesso la volata con Oscar Gatto: «Se ci sarà da lavorare per chiudere qualche fuga lavorerò senza problemi - ci ha detto Oscar alla partenza da Pisogne - mentre se si andrà tranquilli e si arriverà allo sprint potrei anche giocarmi le mie carte allo sprint».
Uno alla volta, poi, visti anche le tre scalate sul Colle Maddalena (il terzo passaggio dava i punti Gpm) e gli altrettanti passaggi sullo strappetto di Boario Terme (qui invece i punti Gpm li davano soltanto i primi due passaggi), i quattro battistrada si sono sgretolati: è toccato prima a Stangelj, lungo la discesa dall'ultima scalata del Colle Maddalena, poi a Kiryienka, demotivato dalla leadership nuovamente persa e dal fiato del collo del gruppo che sentiva sempre più vicino, a 15 km dall'arrivo, incentivato dal tentativo di allungo solitario di D'Aniello che, essendo il più veloce tra gli uomini in fuga, non aveva più la collaborazione dell'uomo Liquigas e del portacolori della Tinkoff.
Il tratto finale è controvento, e i fuggitivi faticano sempre più del gruppo in casi simili: il napoletano della Ceramica Flaminia paga il tentativo solitario, e Bertagnolli lo stacca. Mancano 8 km all'arrivo.
E inizia la solita storia della lepre e dei cani. In quella storia, però, la lepre è elettronica, e i cani rimangono al palo. In questi casi, invece, la lepre è spesso stanca, mentre i cani sono sempre feroci, agguerriti, freschi e vogliosi di andarsi a giocare la vittoria. E il finale neanche serve specificarlo, seppur Bertagnolli resista eroicamente fino a 2.5 km dall'arrivo, col gruppo tirato dalla Universal Cafè, dalla Lpr e dalla Ceramica Panaria, che evidentemente vogliono far provare la volata a Domenico Loria, a Samuele Marzoli e a Paride Grillo.
La Liquigas è serena, con Bertagnolli davanti, ed anche quando il trentino viene riacciuffato, e il lavoro delle squadre dei velocisti è più marcato, Chicchi è bello coperto, a ruota di Grillo, e può anche sfruttare il lavoro degli altri team. La concitazione è tanta, gli uomini veloci in gara pure, e sono in molti a risalire il gruppo cercando di trovare la posizione migliore.
Grillo parte lungo ai 300 metri, e praticamente tira la volata a Francesco Chicchi, che lo smarca sulla sinistra a 150 metri dal traguardo e vince a braccia alzate, con una bici di vantaggio, su Mattia Gavazzi, bresciano della Kio-Ene che era particolarmente desideroso di mettersi in luce: «Nel finale avevamo il vento contrario, e disputare volate con queste condizioni è sempre pericoloso - confessa Chicchi dopo la premiazione - Fortunatamente la sede stradale era larga e bella dritta, così abbiamo evitato cadute o disordini maggiori. Sono felicissimo - continua sorridendo il toscano - perché questa è la mia prima vittoria in Italia, prima avevo vinto soltanto all'estero. E difatti la mia ultima vittoria è al Tour of Britain, praticamente un anno fa».
Una vittoria che salva un po' anche la spedizione bresciana della Liquigas: «Eravamo tutti stretti intorno a Bertagnolli che puntava al risultato pieno, ma purtroppo Leo ieri è andato in crisi. C'è anche da capirlo, visto che rientrava dopo qualche problema di salute. Io sono al settimo cielo, comunque, questa vittoria mi farà proprio bene».
La classifica della corsa è appannaggio di Davide Rebellin, tornato alle competizioni dopo il 3° posto ai Campionati italiani di Genova del 1° luglio: «Il Brixia Tour è una corsa dura, forse in alcune tappe anche un po' troppo, ma io me la sono cavata bene perché in questi quindici giorni a casa mi sono allenato veramente bene. Certo, mi manca ancora qualcosa per essere al top, ma in vista di San Sebastián, Deutschland Tour e Cyclassics di Amburgo devo per forza ritenermi soddisfatto della mia condizione attuale», ci dice il vicentino.
Alle sue spalle, sul podio, Santo Anzà a 13" e Matteo Carrara a 1'12", mentre gli altri vincitori sono Andreas Dietziker (Lpr) nella classifica degli sprint e Ruslan Pidgornyy (Tenax) in quella dei punti Gpm, seppur a parità di punteggio con Rebellin (la discriminante, qui al Brixia, erano i passaggi in prima posizione sotto i vari Gpm durante le tappe), che comunque si porta a casa, oltre la classifica generale, anche la classifica a punti.
«Tecnicamente questa è una corsa meravigliosa, soprattutto per i percorsi e per il clima: veramente non si può andare altrove per preparare gli appuntamenti più importanti dell'estate e del finale di stagione - continua Rebellin che si complimenta davvero con tutti i suoi avversari - Adesso vediamo come procede l'annata, devo decidere se andare alla Vuelta a España o al Tour de Pologne, anche perché un pensierino a Stoccarda ce lo faccio più che volentieri».
Da segnalare, nell'ultima tappa, la premiazione a John Lee Augustyn della Barloworld, vincitore dello speciale premio Franco Siccardi, istituito dal Comitato Organizzatore dopo la scomparsa del commissario Uci nella notte tra giovedì e venerdì, e destinato al miglior Under 21 piazzatosi in cima al Passo Maniva (il sudafricano è giunto 25esimo a 4'46" da Pidgornyy), mentre Visconti non ha preso il via e Di Luca s'è ritirato al km 95; infine, alla Tenax-Menikini sono state rubate, nella notte tra ieri ed oggi, ben 12 biciclette all'interno dell'Hotel Castellino a Darfo Boario Terme.

Mario Casaldi



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