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Che bel tris per Rebellix - A Davide la prima tappa del Brixia | Cicloweb

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Che bel tris per Rebellix - A Davide la prima tappa del Brixia

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Davide Rebellin, a fine carriera, quindi tra dieci o quindici anni, probabilmente ci si comprerà una casa da queste parti. Lo scenario è anche splendido, e male non farebbe, anche se sicuramente il peso fiscale sulle spalle del vicentino sarebbe maggiore sul Lago di Garda rispetto al più "morbido" Principato di Monaco. Sicuramente c'è un feeling particolare che lega il capitano della Gerolsteiner a Toscolano Maderno, paese che ospita per la quarta volta consecutiva la tappa d'esordio del Brixia Tour, giunto alla 7a edizione, e che per la terza volta vede festeggiare Davide Rebellin a braccia alzate, lì sul lungolago Zanardelli.
Sulle strade del bresciano ci sono un sacco di bei corridori, soprattutto italiani: tutti quelli, in pratica, che per un motivo o per un altro non sono in corsa al Tour de France. E, visto come vanno le cose oltralpe, forse non è neanche tutto 'sto peccato arrivare sul Passo Maniva piuttosto che sul Col d'Aubisque.
Dicevamo dei corridori: iniziamo da Di Luca, vincitore di Liegi e Giro quest'anno, passando per Visconti, campione italiano che veste per la prima volta in corsa l'effige tricolore conquistata a Genova il 1° luglio, Garzelli, vincitore di due tappe al Giro e di una tappa al Giro del Trentino che citiamo unicamente perché aveva l'arrivo proprio nella sede d'arrivo di oggi: Toscolano Maderno; e poi ancora Damiano Cunego, al rientro dopo il Giro di Svizzera e lo stesso campionato italiano, Davide Rebellin, vincitore della Freccia Vallone, Darren Lapthorne, che il 99% degli italiani non ha mai sentito nominare, ma che è comunque campione australiano in linea, e quindi qualche numero ce l'ha; e poi Matteo Carrara, Mirko Celestino, Raffaele Ferrara e Santo Anzà. Insomma, di presupposti al divertimento se ne sentiva la parvenza sin dalla vigilia.
E la prima tappa non ha deluso le attese, anche se al gruppo dei "big" è andata subito bene la composizione del gruppo dei primi attaccanti: Dietziker, McLachlan, Ignatiev, Santambrogio (al rientro con la Lampre dopo sei mesi di "rodaggio" alla Tenax) e Martens. È proprio il tedesco della Skil-Shimano a promuovere l'attacco al km 20, con gli altri accodatisi appena dopo qualche chilometro.
Nessuno di questi attaccanti è stato ritenuto pericoloso per la tappa, e quindi il vantaggio è salito fino a 5'40" (eravamo al km 50 di corsa)
Dietro è proprio la Gerolsteiner del vincitore uscente a controllare la situazione ed il distacco, ma i fuggitivi praticamente ci rimbalzano, all'indietro; più che venir ripresi, si fermano, anche perché le qualità in montagna son quelle che sono, e sicuramente nel gruppo dietro ci sono corridori ben più in grado di produrre alte velocità quando le pendenze delle strade s'impennano.
Ed è così l'australiano McLachlan il primo a saltare sul primo Gpm di giornata (nel frattempo Santambrogio, vincendo due dei tre sprint intermedi, si andava a guadagnare la prima Maglia gialla di leader della classifica degli sprint), il San Giacomo di Gavardo, vinto da Ignatiev, con i battistrada che mantengono circa 1' di vantaggio sul gruppo tirato da Gerolsteiner e Quick Step, segno che Rebellin sta bene (ed era intuibile), ma sta bene anche Visconti, e la cosa ci fa assolutamente piacere, visto che è sempre bello vedere la Maglia tricolore davanti.
Al km 120 c'è una bella cascatona generale, nella quale rimangono coinvolti Di Luca (che arriverà al traguardo un po' dolorante per via di due tagli all'altezza di entrambi gli stinchi), Cataldo, Jacobs, Mikhailov, Ten Dam, Cadamuro e Kolessov. Questi ultimi due, purtroppo, sono costretti ad abbandonare la corsa, e vengono portati all'ospedale di Gavardo per gli accertamenti del caso (per il primo lussazione al gomito sinistro e forse una frattura al polso destro, rischia l'operazione chirurgica ed uno stop medio lungo, mentre il kazako se l'è cavata con una ferita lacera contusa al ginocchio destro).
All'imbocco della salita di San Bartolomeo di Salò davanti hanno già perso Martens e Dietziker, e in poche pedalate perdono anche Santambrogio. È Fortunato Baliani ad accendere la miccia, dal gruppo, e portare così i fuggitivi ad un tiro di schioppo. Ignatiev è da solo, e ci prova anche a scollinare con del vantaggio, ma Giunti non gli lascia scampo e si va a prendere Gpm e Maglia verde di miglior scalatore.
E così è la discesa, dove la salita non riesce, a far selezione: è Carrara a lanciarsi a spron battuto dal San Bartolomeo, e gli unici a seguirlo sono Bailetti e Kiryienka, mentre dietro il gruppo si spezza ulteriormente per colpa della caduta di un corridore della Unibet.com.
Un lungo in discesa costringe il bielorusso della Tinkoff a tirare i freni, e farsi riassorbire e staccare da chi lo seguiva: Alessandro Bertolini, Rebellin, Osella, Failli, e i già citati Carrara e Bailetti. Anche Bertuola, con Anzà a ruota (passivo per via della presenza davanti di Bertolini), si riporta nel gruppo di testa, candidandosi anche, vista l'attitudine in salita che gli ha permesso di arrivare 2° al Giro Under 26 del 2004, ad un bel piazzamento finale.
La volata, sul lungolago di Toscolano, è indecisa, anche perché gli ultimi 500 metri hanno tutte le caratteristiche di beltà, tranne due: la larghezza della sede stradale, veramente minima, e l'omogeneità dell'asfalto, leggermente in ciottolato sulla parte destra del plotone. E infatti Bailetti, che a ruota di Rebellin sceglie proprio la parte destra della sede stradale, e solo per pochi centimetri (probabilmente il milanese non c'ha creduto, visto che neanche ha dato il colpo di reni) non è riuscito a beffare il ben più esperto Rebellin, relegando al gradino più basso del podio il trentino Alessandro Bertolini, sempre pronto a vender cara la pelle nelle corse italiane.
E così divertimento è stato, come si prevedeva all'inizio, anche se soltanto pochi degli attesi protagonisti si son dimostrati all'altezza della situazione: difatti troviamo Sella a 2'23" dal vicentino-monegasco, Mazzanti a 3'58", Cunego, Garzelli e Ferrara a 6'33" e Pérez Cuapio e Di Luca, seppur l'abruzzese può giustificarsi con tutte le attenuanti della caduta, a 15'08".
Per quelli che son rimasti avanti oggi, o leggermente attardati, già da domani una giornata dura, densa di appuntamenti, viste le due semitappe (una al mattino, una al pomeriggio) che porteranno il gruppo prima a Breno, su un traguardo leggermente vallonato, poi a Borno, con il Gpm posto ad 800 metri dall'arrivo, dopo una scalata di circa 11 km, seppur non impossibile.
Però sarà interessante scoprire come, e se, Rebellin terrà il primato, se Carrara e Anzà vorranno già provare qualcosa, così come Visconti, che oggi ha fatto lavorare la squadra da bravo leader, ma a 28" ci sono anche Cataldo, Possoni, Brutt, Pidgornyy, lo stesso Giunti leader dei Gpm, Pozzovivo, Nose, Golcer, tutta gente che in brevi corse a tappe di cinque giorni ha già vinto, e se non ha vinto, ha sempre fatto parecchio bene.
E poi le tappe di domani saranno fondamentali per scremare ancora un po' di più il gruppo in vista dell'arrivo sul Passo Maniva della terza tappa. Lì i più forti verranno fuori, anche perché su arrivi del genere non ci si può di certo nascondere.

Mario Casaldi

 

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