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Ballan(do) con le stelle - Ad Amburgo c'è solo la forza di Ale

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Alessandro Ballan lo avevamo lasciato sul rettilineo finale del Giro delle Fiandre, con la lingua di fuori, e con l'anima in deliquio dopo aver conquistato la più importante corsa fiamminga, all'inizio di aprile. Nell'ennesima primavera del ciclismo (a cui sarebbe seguita l'ennesima lunga estate calda), il veneto rappresentava uno dei volti nuovi e belli su cui puntare per un rilancio di questo sport. E la sua volata allo spasimo con Hoste, rimasta stampata nella mente di tutti, era una diapositiva di affascinante bellezza sportiva.
È perciò proprio un caso che, dopo le tempeste del Tour, noi ci si riallacci al ciclismo ancora una volta con un'impresa di Ballan? No, forse non è proprio un caso. L'uomo della Lampre ha vinto la Classica di Amburgo (che ora si chiama Vattenfall Cyclassics) con un colpo di mano che la dice lunga sulla sua sagacia e sulla sua prontezza di riflessi in corsa.
La gara, vissuta su una lunga fuga a tre (Roberts, Goesinnen e Löwik), si è animata nel finale quando, ripresi gli attaccanti e superato di slancio il Waseberg, il gruppo si è ritrovato senza Boonen (caduto prima della salita) e lanciato verso la volata che avrebbe premiato uno tra Freire e il rampante Ciolek, ovvero il campione uscente e il più in forma tra i velocisti.
Senza Boonen, la Quick Step ha provato a più riprese un break che mandasse in confusione i piani di T-Mobile e Rabobank: e quando hai in squadra un Bettini, inevitabilmente ti conquisti il centro della scena. Il Campione del Mondo, a turno spalleggiato e spalleggiatore nell'appassionante gioco a due col delfino Visconti, ci ha provato subito dopo il Waseberg (con tra gli altri Millar), dopo che un forcing di Wegmann aveva messo in fila il gruppo; ripreso lì, Paolino si è mosso ancora a 8 km dal traguardo, stavolta in quintetto con Riccò (tra lui e il cecinese ci sembrava di essere tornati alla Sanremo), Veikkanen, Lastras e Voigt, che in qualità di dominatore del Deutschland Tour si sentiva in dovere di lasciare un segnetto anche ad Amburgo.
Ma anche il Bettini-bis è stato un governo balneare, e stessa sorte è toccata al tentativo a due operato da Gerrans e Gusev, che sono stati allo scoperto dai 5 km fin praticamente al triangolo rosso.
Tutto sembrava a quel punto parlare di volatone, ma la Lampre avrebbe scombinato i piani, con due eventi apparentemente negativi: Corioni caduto ai 2 km, e impossibilitato così a svolgere un ruolo nel treno che avrebbe lanciato Bennati; e lo stesso Bennati che perde un pedale all'ultimo km, e si trova così nelle peste. Restavano Napolitano per la volata, e Ballan per tirargliela, se solo lo avesse trovato nel marasma del finale.
A quel punto ci sono pochi secondi per decidere, e nove volte su dieci si prende la decisione sbagliata. Ballan decide. E centra l'uno su dieci che sorride al coraggioso: quando capisce che non potrà più lanciare alcun compagno allo sprint, il trevigiano parte di suo, ai 600 metri: una sparata fulminante, simile a quella che gli avevamo visto fare a Salisburgo l'anno scorso, o al Fiandre quest'anno, o in altre bellissime corse del Belgio. I velocisti se lo vedono partire davanti agli occhi, ma nessuno trova un altro pezzetto di treno da immolare nell'inseguimento decisivo.
Ballan se ne va come il vento, mentre alle sue spalle si scatena lo stesso la volata. Esulta forse con un paio di pedalate d'anticipo, tanto che per un secondo ci fa temere la beffa clamorosa ai suoi danni. Ma l'uomo sa il fatto suo, e sa che Freire, che pure batte Ciolek e Napolitano e si troverebbe in tasca un gran bel bis dopo la Cyclassics del 2006, non riuscirà a superarlo.
Fiandre e Amburgo: ovviamente la seconda vittoria non può oscurare la prima, ma la completa, in una stagione che sarebbe stata già magnifica senza questa nuova perla, ma che così diventa veramente clamorosa.


Marco Grassi

 

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