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Ti scatterò una Fothen - Vittoria romanda per il tedesco

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È un momento d'oro per la Gerolsteiner: Schumacher nell'Amstel Gold Race, Rebellin nella Freccia Vallone, ed ora Markus Fothen nel Giro di Romandia. Certo, una tappa nella regione svizzera non è niente in confronto a due classiche tanto prestigiose, ma è anche vero che si fa quel che si può. E se Fothen in BelgiOlanda ha dovuto lavorare per i due capitani designati, in Romandia ha il suo spazio, anche ovvio, se vogliamo, per uno in grado di far bene a Giro d'Italia e Tour de France rispettivamente nel 2005 e nel 2006 e pure perché il capitano per la corsa elvetica è Kohl, mica un fulmine di guerra (poi magari vincerà il Romandia e siamo pronti a ricevere i meritati spernacchiamenti).
Un Romandia che sembra sorridere anche ai colori italiani, se è vero che ieri - nel cronoprologo - è stato Paolo Savoldelli, uno abituato a stare in letargo fino a fine aprile, fin quando - cioè - non annusa l'odore di Giro d'Italia, a mettere tutti i propri avversari in fila; precedendo di pochi secondi il giovanotto ceco di casa Liquigas che risponde al nome (e cognome) di Roman Kreuziger, già beffato di pochi secondi da Millar nel cronoprologo della Parigi-Nizza, un paio di mesi fa. Un'Astana che tiene, per via della dirigenza tecnica svizzera, a questa corsa, e che difatti presenta in blocco corridori come Savoldelli, come Kashechkin, come Colom: tutti in grado di far benissimo.
Savoldelli ha vinto il prologo ed anche dopo la 1a tappa è in maglia di leader, ma ha già dichiarato che non forzerà. Difatti il profilo altimetrico di questo Tour de Romandie non lascia spazio ad interpretazioni. Bisognerà spingere forte per vincere, soprattutto se si correrà all'attacco. In quel caso, il "Falco di Rovetta" tirerà i remi in barca, cercando la migliore condizione in vista della Corsa Rosa, e magari lascerà spazio a Kashechkin, che invece ha il suo appuntamento focale con la Vuelta a España di settembre, corsa che ha già finito sul podio e che, soprattutto, non lo costringerà a lavorare per corridori come Vinokourov e Klöden, come invece accadrà al Tour de France.
La giornata di oggi invece s'è sviluppata in maniera lineare con una bella fuga, nella quale figuravano anche tre italiani: Mauro Facci, Raffaele Ferrara ed Eros Capecchi. E se per Ferrara le riprese televisive in Italia e in Svizzera possono bastare (la Lpr, squadra italiana affiliata in Svizzera che ha ottenuto una wild card dagli organizzatori, sarà difatti già soddisfatta), per Facci e Capecchi la fuga poteva assumere le sembianze di un'ottima opportunità di vittoria. Ma se Facci e Ferrara si sono sfaldati (così come Sorensen e gli altri fuggitivi) sotto i colpi inferti da "nonno" Brochard, il "nipote" - a questo punto - Capecchi (il francese è del '68, il toscano è del 1986) è riuscito a rimanere incollato alla ruota del Campione del Mondo di San Sebastián 1997.
Una fuga che sembrava ben assortita e ben volenterosa, ma che ha dovuto fare i conti col ritorno del gruppo: dapprima Marzano (con Bonnaire, compagno di Brochard, a fare da stopper), poi Zampieri, poi Larsson, poi Van Huffel; una serie di scatti e controscatti che hanno azzerato il vantaggio dei due in testa a 15 km dalla conclusione. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, a 10 km dall'arrivo è Fran Pérez, che su queste strade ha già belle esperienze (nel 2003 vinse due tappe, una delle quali ex aequo con Dufaux: ex aequo perché lo spagnolo sbagliò strada nel finale quando era in fuga solitaria, e fu premiato ugualmente dalla giuria), ad imbroccare il tentativo giusto ed andarsene da solo.
Andy Schleck, giovanotto di belle speranze fratello di Frank, e Wegelius hanno provato a farsi sotto, ma senza fortuna. E invece è Markus Fothen a trovare la ruota dello spagnolo; mancano 4 km e il gruppo è allungato, anche se sono i corridori della Crédit Agricole a provare ad anticipare tutti, senza riuscirvi. Non si studiano i due, ma proseguono di buona lena. La Liquigas sembra inscenare un simil-treno per Gasparotto, ma la strada non consente altissime velocità. Fran Pérez chiede il cambio a Fothen a 500 metri dall'arrivo, il tedeschino passa e tira. Il loro destino sembra in realtà segnato. Il gruppo è lì, a 200 metri. Invece Fothen spinge, Fran Pérez parte lungo per paura di essere riassorbito e così tira la volata al giovane della Gerolsteiner, che lo passa a 100 metri dall'arrivo e va a vincere la corsa.
Il gruppo, giunto dopo pochissimi secondi, è regolato da Rodríguez Oliver su Lorenzetto, che si conferma su buoni livelli.

Mario Casaldi        

 

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