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Quelli che... sgomiteranno - Grillo&Napo contro i re dello sprint | Cicloweb

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Quelli che... sgomiteranno - Grillo&Napo contro i re dello sprint

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Gli ultimi chilometri ai sessanta all'ora, le lotte tra i treni per prendere il controllo della situazione, le spallate per "succhiare" la ruota buona, le pedalate possenti di chi cerca di resistere alla rimonta degli altri, lo scatto di chi cerca lo spunto a pochi metri dalla linea, il colpo di reni, le braccia al cielo. Le volate di un grande giro regalano sempre emozioni particolari e noi, a pochi giorni dal via, abbiamo raccolto le considerazioni di due dei sicuri protagonisti degli sprint in rosa: Danilo Napolitano e Paride Grillo.
E... Hushovd, McEwen e Petacchi (in rigoroso ordine alfabetico) sono avvisati: in volata ci sarà da fare i conti con loro, pronti a spodestare i re designati dello sprint alla prima loro piccola incertezza o sbavatura.

Danilo, per la prima volta sulle strade del Giro d'Italia: che effetto fa?
«Beh, per un italiano è un appuntamento unico, senza dubbio. L'entusiasmo è parecchio e ammetto di essere anche un po' teso: il primo Giro è qualcosa di speciale».
Peraltro la tua partecipazione ha un significato particolare, visto che l'anno scorso la Lampre optò per una formazione interamente in appoggio a Cunego: è una testimonianza di grande fiducia e quindi sicuramente un motivo di grande orgoglio per te.
«Sì, certamente è qualcosa che mi dà grande orgoglio, ma si tratta anche di una responsabilità niente male, visto che per questo motivo ancor più mi dispiacerebbe deludere la squadra».
Arrivi all'appuntamento rosa dopo una prima parte di stagione forse non scoppiettante come nel 2006...
«Ma no, in realtà va considerato che ho avuto meno possibilità rispetto all'anno scorso, ci sono stati poche corse realmente adatte a me e, in relazione a questo, giudico i miei risultati assolutamente soddisfacenti. Anzi, definirei la mia forma anche migliore rispetto alla stagione passata».
Abbiamo accennato a Cunego, che è da più parti considerato, se non il principale favorito per la vittoria finale, almeno uno dei più seri pretendenti. Chi vedi come suoi principali avversari?
«Simoni, senz'ombra di dubbio. Senza Basso, il più forte in salita dovrebbe essere lui, visto che né Garzelli né Savoldelli mi sembrano adatti a certe ascese previste nel percorso di quest'anno, salite dove uno scalatore puro è destinato a fare veramente la differenza».
E invece i tuoi colleghi sprinter, in che ordine di "pericolosità" li metteresti?
«Petacchi, McEwen, Hushovd».

 

Paride, il Giro è senza dubbio l'obiettivo più importante della tua squadra, la vetrina più prestigiosa: qual è stata la tua preparazione in vista di quest'impegno?
«Fino alla settimana scorsa ho corso in Germania, prima in Bassa Sassonia, alla corsa a tappe vinta da Petacchi, poi a Francoforte; nell'ultimissimo periodo invece ho proseguito con allenamenti specifici, come le cinque ore odierne. Ora mi trovo per l'appunto in aeroporto, pronto ad imbarcarmi alla volta della Sardegna; lì il programma sarà solo di scarico, fino al prologo di sabato».
Come valuti la tua forma?
«Buona, decisamente buona, anche se non voglio espormi troppo, con il rischio poi di deludere tutti. Nella cronosquadre un team come il nostro non può poi far molto, anzi, rischiamo di beccare già dei minuti (ride), ma già dal secondo giorno spero di poter essere protagonista e di rompere il ghiaccio».
I nomi dei più forti tra i velocisti presenti al Giro sono noti a tutti; tu in che ordine metteresti i tuoi avversari?
«Petacchi innanzi tutto: per come l'ho visto in Germania, si può senza dubbio considerare recuperato. Poi McEwen e Hushovd, ma senza dimenticare Haedo, visto che l'argentino della CSC ha fatto molto bene in questa prima parte di stagione. Comunque sia, più sprinter ci sono e meglio è: se la volata è incerta, le possibilità di sorprendere tutti sono maggiori».
A proposito, hai in serbo qualche idea o tattica particolare, magari anticipando un poco la volata?
«Beh, in fondo dipende tutto dalle gambe: se sto bene, qualcosa mi posso inventare in questo senso, altrimenti più di prendere la ruota di qualcuno dei big non potrò fare».
In casa Panaria c'è peraltro un altro ragazzo che nelle volate di gruppo non scherza, l'argentino Richeze: partite con una gerarchia ben definita?
«Anche lui ha dimostrato un'ottima condizione ultimamente. Di base parte per dare una mano a me, ma poi decideremo in corsa e, a seconda delle rispettive sensazioni, potremo fare entrambi lo sprint, o potrei essere io a lavorare per lui. C'è un bel rapporto tra me e Richeze: è un ragazzo sveglio e leale e mi fa piacere che sia con noi al Giro».

Stefano Rizzato    

 

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