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Belgioioso Team Lpr - Cerami, primo Solari su Marcato | Cicloweb

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Belgioioso Team Lpr - Cerami, primo Solari su Marcato

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Ci sono corse di cui senti parlare da anni ma che risultano da sempre praticamente invisibili: solo ultimamente questa meraviglia che è internet sta squarciando qualche velo, dando la possibilità di andare alla scoperta di mondi fino a ieri irraggiungibili. Abbiamo così scoperto l'Het Volk, la Freccia del Brabante, la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il GP di Harelbeke, tutte gare di una bellezza coinvolgente, sicuramente non all'altezza di un Giro delle Fiandre, ma all'altezza del Giro delle Fiandre c'è giusto la Parigi-Roubaix, e dopo di loro il diluvio.
Tra le tante gare che punteggiano la campagna del Nord, prima o poi riusciremo anche a vedere un GP Cerami, che è una corsa che ancora ci manca, anche se da sempre ci incuriosisce, forse per questo nome familiare (la gara è intitolata a Pino Cerami, corridore italiano di nascita e belga per emigrazione, che forse il caso volle istradare a guidare una bici anziché un carrello da minatore), o perché in questa Settimana Santa tra Fiandre e Roubaix, tutto quello che c'è in mezzo gode di particolari attenzioni.
E così se ieri è stato l'orrore a farla da padrone, con le spaventose cadute del Kemmel a oscurare la bella affermazione del giovane tedesco Marcus Burghardt alla Gand-Wevelgem, oggi possiamo respirare, sorridere, esprimere la nostra gioia per una doppietta che francamente non ci aspettavamo: a firmarla sono due esponenti di una squadra di seconda fascia, e siccome da un po' di tempo in qua ci stanno particolarmente simpatici questi team che tra mille sacrifici danno un'ossatura al ciclismo che non frequenta i campi da gioco del Pro Tour (ovvero la stragrande maggioranza di ciò che è questo sport), siamo ben felici di dedicare a Luca Solari e Marco Marcato, targati LPR, tutto lo spazio che meritano.

 

Il comunicato della squadra, giustamente improntato all'entusiasmo (e forse un po' di parte, ma non importa) ci fa sapere che sono stati proprio i due italiani a dar vita all'azione decisiva, con un attacco formato da una dozzina di corridori che si sono mossi (appresso a Solari e Marcato) da un drappello più nutrito, di circa 30 uomini facenti parte di una fuga che aveva ben impressa la data di scadenza.
Nel finale per due volte Solari ha provato la stoccata: nella prima occasione, il rognoso De Waele gli si è portato alle calcagna, ma determinante è stata la sveltezza con cui a sua volta Marcato ha marcato (e vabbè, prima o poi nella vita dovevamo incapparci, perdòno Marco!) il belga. A quel punto, in tre e in superiorità numerica, il buon gioco per il duo del team italo-svizzero era evidente, e infatti alla seconda occasione, ai 2 km, Solari ha fatto definitivamente il vuoto, andandosene solo soletto verso la sua seconda vittoria da professionista.
Poi, siccome quando è festa brindano tutti, Marcato ha completato l'opera battendo De Waele nello sprint per il secondo posto, e regalando alla Lpr una gioia che probabilmente nemmeno nei sogni più erotici del ds Manzoni aveva trovato posto. Bene così, il futuro è un po' più roseo.





Il futuro del Giro dei Paesi Baschi sembrava invece segnato fino ai piedi dell'Alto de Azpiroz, ultima salita della quarta tappa: il copione, Vicioso in maglia di leader e tutti gli altri lontanissimi, resta a dire il vero abbastanza scolpito nella pietra; ma qualche crepetta qua e là è comparsa, allorché l'attacco deciso di Gómez Marchante ha mandato in frantumi la guardia armata della Relax, lasciando il capoclassifica ad annaspare senza compagni che lo sostenessero nel momento del bisogno. Ha perso 20" dai migliori, pochini, e ne conserva 1'46" sullo stesso Gómez, ma almeno s'è dimostrato attaccabile, e quindi le ultime due tappe hanno ancora un senso.
Buonino Cunego, quinto di tappa (battuto da Valverde e dall'ottimo Nocentini nello sprint per il terzo posto), e non ancora il corridorone che tremar il mondo fa, però meno dispersivo di qualche settimana fa (e già, la condizione cresce), e quindi a buon diritto da considerare tra quelli che saranno effettivamente protagonisti dalle Ardenne in poi. Sempre presente Rebellin nelle posizioni di testa, e oggi presente anche Di Luca che fra i nostri tre più attesi era stato il meno brillante. Probabilmente a Danilo manca quella settimana persa per l'influenza, ma se questo significa che sarà meno competitivo all'Amstel ma più forte alla Liegi, e che magari durerà una settimana in più al Giro, non piangiamo su nessun latte versato.
La corsa in generale brilla per attendismo dei big. Solo Gómez Marchante (che però quest'anno aspettiamo supercompetitivo almeno alla Vuelta, visto che è ora che spicchi il volo) ha attaccato non appena ha potuto; gli altri, a partire da Contador (non più stratosferico come qualche tempo fa), a continuare con gli italiani, a finire su Valverde, Schleck, Evans, Samuel Sánchez, non stanno riempiendo gli occhi.
E così ogni giorno va al traguardo una fuga. Oggi è stato il turno di Voigt, partito ai 50 km da un gruppetto di attaccanti della prima ora. L'impresa del tedesco è stata di tutto rispetto, visto che Jens ha resistito bene al veemente ritorno del gruppo. In altri tempi ci saremmo anche potuti entusiasmare (lo facemmo alla Liegi 2005, per dire), ma dopo che Voigt ha fatto un po' troppo il professorino in occasione del coinvolgimento di Basso in OP, non ce la sentiamo di esternare troppo amore nei suoi confronti. Ci limitiamo a condividere lo stesso pianeta, è già qualcosa.

Marco Grassi    

 

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