Smettere? Proprio no! - Piepoli pronto a un'altra stagione
Versione stampabileTredicesimo anno da Pro, l'ottavo in un team iberico, ventinove vittorie costruite quando la strada s'impenna e culminate nel doppio trionfo al Giro 2006, a 34 anni suonati, quando era partito per fare il gregario, seppur di lusso, a Simoni.
E un entusiasmo contagioso verso una stagione in cui è proiettato, in una Saunier votata ai Grandi Giri, come una delle pedine fondamentali del team. Leonardo Piepoli.
Parlaci di questo clima di allegria che s'è creato all'interno del gruppo: innanzi tutto, confermi la nostra impressione? E, in caso, da cosa dipende secondo te?
«Sì, assolutamente sì. Va a vantaggio di questo il fatto che la nostra è una squadra che ha avuto pochi cambi rispetto all'anno scorso, c'è già un gruppo consolidato da esperienze insieme, belle o brutte che siano, il che rende più facile che ci sia buona armonia».
T'abbiamo visto parlare con Gilberto, prima, in allenamento. Che rapporto si è creato tra di voi, anche alla luce del Giro 2006?
«È chiaro che le corse creano sempre più unione. Di certo siamo più amici quest'anno che l'anno scorso e questo è anche il bello di gareggiare insieme: sicuramente al momento di faticare per un'altra persona, se c'è anche un certo feeling, lo si fa più volentieri».
Dopo tanti anni di ciclismo ai massimi livelli, si riesce ancora a godere dei paesaggi che si vedono in allenamento, a sentire il gusto della competizione, oppure sembra tutto un film già visto?
«Io penso che chi ama lo sport e l'agonismo vi trova sempre momenti di allegria, di curiositá. Anche qui a Malaga sono stato due anni fa e poi prima sei anni fa, sempre per quindici giorni: alla fine son bei posti e fa sempre piacere tornarci».
Ma cos'è che spinge a prolungare una carriera, anno dopo anno? C'è qualcosa in particolare, per te?
«È questione di passione per lo sport in generale. Io sono una persona che guarda anche tanto sport in televisione: ho la possibilità di essere dall'altra parte dello schermo, di essere protagonista invece che spettatore, è ovvio che questo sia sempre un piacere e un grande stimolo. Io continuo a fare del mio meglio e finchè il fisico regge andrò avanti».
Obiettivi 2007: al di là di un Giro da correre in supporto a Simoni, ma con la libertà, nella giornata giusta, di puntare alla vittoria di tappa, c'è qualche altro sfizio che vorresti toglierti nella stagione che sta per iniziare?
«Sì, mi piacerebbe riuscire a vincere magari una tappa alla Vuelta, visto che è un'altra corsa su cui il team punta molto. L'obiettivo è sempre quello di andar bene, poi se spunta anche la vittoria non può che essere benvenuta».
Ambizioni di classifica generale alla Vuelta?
«No, perchè in fondo ambire a una buona generale, che può anche significare un quinto posto, non dà poi la soddisfazione di arrivare a braccia alzate sul traguardo di una tappa».