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Si va in ritiro, noi ci siamo! - Una giornata in casa Liquigas

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Quando non ci sono gare appena terminate o in programma il giorno successivo, gli animi sono inevitabilmente più rilassati. Si scherza di più, c'è più propensione al dialogo e non potrebbe essere altrimenti. E poi ci si allena, ma senza ritmi forsennati (almeno per qualcuno, visto che Di Luca non perde tempo nel comunicare a Zanatta: «Abbiamo trovato un nuovo Noè: Petito! Pronti-e-via e già fa i 40 km/h...»). Anche i direttori sportivi hanno voglia di parlare, e Zanatta ci fa salire in ammiraglia per seguire l'allenamento di venerdì, tre ore e mezza nei dintorni dell'Agro Pontino, tanto per accumulare chilometri nelle gambe in vista della stagione che verrà.
Ci sono i nuovi arrivati che vestono ancora la maglia del proprio team 2006, come Beltrán, griffato Discovery, e Bertagnolli, targato Cofidis. E poi un paio di ragazzetti che prendono confidenza con l'ambiente Liquigas, magari (glielo auguriamo) servirà loro per il futuro: Stefano Basso, già stagista con Amadio, e Marco Gadici, entrambi della Marchiol, polo dilettantisco del team veneto. Se poi ci aggiungiamo gli immancabili cicloamatori di zona che si accodano ai beniamini della tv, almeno fino alle prime rampe all'insù, ci immergiamo nuovamente nel variopinto mondo del ciclismo che pedala. Una boccata d'aria buona, possiamo dire, in mezzo al marcio dirigenziale che si respira.
Zanatta ci racconta dei nuovi arrivi: «Bertagnolli è un corridore valido che è stato preso per far bene soprattutto nelle brevi corse a tappe e nelle classiche più dure. È un lavoratore, ma sa anche vincere, e gli acquisti Liquigas per il 2007 hanno avuto il denominatore comune di questa doppia qualità». A parte Pozzato: «Ovviamente tralasciando Pozzato, acquistato per dare spessore al team per il Belgio e per le classiche di inizio stagione».
I programmi non sono ancora del tutto stabiliti, e ci mancherebbe, anche perché Zanatta è affaccendato con gli inviti da ottenere nelle corse continentali europee, come ad esempio la Ruta del Sol, in terra andalusa: «Triki [Beltrán] ci ha messo in contatto con gli organizzatori, anche perché nonostante la qualifica di Pro Tour, nelle corse continentali siamo costretti a farci invitare, come le Professional e le Continental. Il viaggio in Spagna, verso Madrid, alla presentazione della Vuelta, è stato utile soprattutto per riallacciare i contatti con qualche organizzatore che ci interessa».




Torniamo a parlare dei nuovi, ripartendo proprio da Manuel Beltrán, ex gregario di Armstrong: «Manuel ci ha dato subito la disponibilità a venire per aiutare i giovani. È stato un contatto nato quasi per caso, durante la scorsa primavera, anche perché Beltrán ha già corso in Italia con la Mapei e sa cosa vuol dire correre da noi. E poi non dimentichiamoci che è entrato spesso nei 10 alla Vuelta e sa piazzarsi benissimo in corse come il Romandia, il Delfinato, il Catalogna. Il suo acquisto va quindi a colmare anche il gap d'esperienza per certe gare che i nostri capitani, ad esempio Di Luca, non hanno mai corso e quindi non sanno magari dare indicazioni ai più giovani. La stessa impostazione ci ha portato ai nomi di Petito e Trenti, anche se per il secondo la richiesta di Pozzato è stata comunque importante, ma l'abbiamo avallata con molto piacere».
Capitolo giovani: «Da quel punto di vista, dei giovani, siamo soddisfatti dei primi test fatti a Kuschynski, un gran bel corridorino da valutare in prove più impegnative, così come il belga Willems, già vincitore di 4 corse nel 2006 e che sarà utilissimo per le gare, magari a partire da quelle minori, in Belgio». Tra i nuovi giovani ci sono anche due italiani mica male. Uno è Chicchi, ex delfino di Petacchi alla Fassa Bortolo che è atteso al definitivo salto di qualità, e l'altro è Dario Cataldo, ultimo vincitore del Giro d'Italia Under 26 ed arrivato con la benedizione di Danilo Di Luca, conterraneo abruzzese: «Cataldo correrà senza particolari aspettative. È giovane, è un neopro' e dovrà innanzitutto capire la categoria ed adattarcisi. Però non lo lasciamo con incertezze, e gli abbiamo stilato un calendario di corse minori già ben definito, con appuntamenti importanti nel mezzo come la Settimana Internazionale. Un segno di fiducia nei suoi confronti, ed anche una maggiore tranquillità per dosare gli sforzi nella stagione. Per Chicchi il discorso è un po' diverso: è il velocista potente e poderoso che può essere utilissimo nelle prime settimane dei grandi giri o per rimpinzare comunque il bottino di vittorie. Forse lo vedremo anche al Giro d'Italia, ma è un discorso ipotetico che andrà fatto dopo aver valutato bene l'inizio di stagione, sperando che abbia messo in cascina già qualche bel risultato, condito magari da qualche vittoria importante».
Si conclude con Vanotti e Fischer: «Vanotti ha delle qualità da passista non indifferenti ed è un bravissimo ragazzo. Fischer ha invece vissuto un 2006 assolutamente incolore anche a causa di problemi familiari, e poi aver già firmato con noi da marzo lo ha portato ad avere delle discussioni con Santoni, suo team manager alla Naturino, non indifferenti. Più o meno quello che è successo a Failli l'anno prima, soltanto che all'italiano è stato possibile correre almeno fino a metà stagione, dato che Santoni seppe verso giugno dell'accordo con noi della Liquigas. Il brasiliano correrà dalla Challenge Maiorca e poi scoprirà il Belgio, con corse che lo affascinano».




Gente che arriva, gente che parte. Importanti anche le cessioni in casa Liquigas, mica solo gli acquisti.
Nel frattempo, però, fora Wegelius. Il meccanico, essendo un allenamento, se la prende comoda. Il britannico si concede alla platea, però, e sfodera un urlo mica male: «Daiiiiii!!! Mi scappa il gruppoooo!!!». Poi si gira verso Zanatta, ed il sottoscritto, e sorride. Gente di spirito.
Continuiamo la chiacchierata, col simpatico Charles che fa un po' di dietro macchina per riportarsi a ruota dei compagni di squadra, e tocchiamo i capitoli Garzelli e Cioni: «Per entrambi è stato un discorso prettamente economico. Erano stati contattati tutti e due per avere qualche chance di buona classifica nelle grandi corse tipo Giro e Tour, ed i loro risultati non sono stati del tutto soddisfacenti. Naturale dunque che a fine contratto la società abbia cercato di ridimensionare un po' il loro ingaggio, comparandolo agli altri elementi della squadra che hanno ottenuto più o meno i loro stessi risultati che erano comunque buoni, ma inferiori alle attese. Tutti e due si sono mostrati però disponibili a restare, ma Acqua&Sapone e Predictor, con Evans a spingere per l'ingaggio, hanno fatto loro delle offerte non facili da rifiutare».
Sui giovani, soprattutto sul "caso" Curtolo: «Lasciare Righetto è stata una scelta abbastanza tosta da prendere, ma d'altronde gli spazi son questi e avergli dato due anni di fiducia è comunque un segnale di interesse da parte nostra. Purtroppo i risultati non sono arrivati, anche se l'impegno da parte del corridore è stato sempre il massimo. Curtolo è tornato alla Marchiol, ma soltanto fino ad agosto, per permettere a lui di tornare a prendere confidenza con la vittoria dopo l'operazione al cuore dell'anno scorso e lasciarlo tranquillo per il discorso pista in vista di Pechino 2008, evento a cui il ragazzo tiene particolarmente. Ad agosto tornerà con noi come stagista, e nel 2008 sarà di nuovo professionista con la Liquigas». Si lascia scappare qualcosa, Zanatta: «A patto che esista ancora la Liquigas...». Evidentemente ci sono dei dubbi.
Continuiamo con le cessioni: «L'altro ragazzo che è andato via è Colli, un ragazzo sfortunatissimo dal punto di vista degli infortuni. Sia il primo, sia il secondo anno è stato bersagliato da piccoli problemi, soprattutto ai tendini ed al ginocchio destro, ma aveva fatto dei risultati ottimi per un neopro'. Anche quest'anno era partito bene, ma da giugno non ha praticamente più corso, anche se i migliori specialisti da noi contattati ci avevano assicurato che, seppur con qualche dolorino, almeno le corse italiane poteva farle. Però lui era convinto di aver male, e non se la sentiva. Gli avevamo anche parlato, e proposto di provare per un altro anno insieme, nel caso non avesse avuto proposte, poi però è arrivato Reverberi e Daniele ha scelto di accasarsi con la Panaria. Ma chissà che con lui non ci si riveda tra qualche tempo».




E i dubbi sulla Liquigas? Era solo una battuta prima? Ci spiega: «Il fatto è che con uno sponsor solo è tosta andare avanti, non si hanno mai certezze per il futuro. La certezza è solo il contratto fino a tutto il 2008, poi chissà. E la situazione dirigenziale del ciclismo, con la guerra continua tra gruppi sportivi, UCI e organizzatori non invoglia di certo altri sponsor ad investire sul ciclismo».
Petito guida la truppa verso le colline di Sezze, e poi di nuovo verso il mare, verso Sabaudia, verso il ritorno all'Hotel Fiordaliso, Terracina ma non troppo, che è proprio di fronte alla salita delle antenne. L'Eyserbosweg? Quasi, è la salita che porta a San Felice Circeo prima, ed alle antenne del promontorio poi. Wegelius stringe i denti a fondo gruppo: «Non mi staccateeeeee!!!».
Qualcuno ha desistito e non ha proprio svoltato a destra: Capecchi (l'unico ad allenarsi col casco: bravo Eros!), Miholjevic, Da Dalto, Basso e Gadici se ne tornano in albergo, gli altri salgono. Eccome se salgono, perché la strada, soprattutto dopo l'abitato di San Felice, si inerpica davvero. «È salita vera, questa», dice con mezzo stupore Zanatta al meccanico seduto sul sedile posteriore.
Ad un tratto la salita spiana, c'è un pezzo in falsopiano che Wegelius e Noè sfruttano per tirare il collo ai compagni di squadra, fino ad allora pilotati in testa da Di Luca e Pellizotti. Il britannico inscena una mezza volata per tirare la fuga al "brontolo" lombardo, che scappa tutto solo verso la vetta. Bertagnolli e Nibali reagiscono subito, gli altri un po' meno. Wegelius, dopo lo sforzo, si stacca, e con lui anche Carlström e Pellizotti. Noè arriva tutto solo in cima allo spiazzo, Bertagnolli si affaccia dalla veranda di piante che occlude un po' la visuale sul mare. Di Luca sbuffa un po'. «Abbiamo fatto più di 100 km, buon allenamento di fondo», gli fa Zanatta. «Ma quale fondo? Oggi ho fatto il primo fuori soglia», ribatte l'abruzzese.




Petito chiede a Nibali se sta bene, il siciliano fa l'indifferente dando i meriti alla Mountain Bike che usa d'inverno «...su pendenze anche più dure di queste». C'è chi mangia banane, chi si apparta per espletare bisogni fisiologici, chi si copre con la mantellina per la discesa, e chi fa cabaret: «Signori e signore, benvenuti alla quinta tappa del Giro di Terracina. Oggi, arrivo in salita che ha visto primeggiare Noè. Ci dica, Carlström, cosa vuol dire l'espressione "sputare sangue"? Ci dica, Di Luca, cosa vuol dire l'espressione "stare al gancio"?»; a parlare, ovviamente, è sempre il funambolico (non in discesa, viste le curve poi prese) Charles Wegelius.
Si torna in albergo, si fa qualche altra foto, Di Luca dà qualche indicazione sulle pedivelle al meccanico, mentre Nibali e Pellizotti sono rapiti, a turno, da un collega per qualche foto con la nuova divisa ufficiale.
Noi ci sediamo a tavola per il pranzo. Entra il massaggiatore, Mugnaini, e fa: «Ragazzi, contiamole adesso sennò poi non ci capiamo più niente». Ed inizia: «Noè 3, Di Luca 2, Capecchi 1, Da Dalto 1...». Qualcuno chiede: «Ma parliamo di milioni di euro?». E Noè, pronto a ribattere: «No, parliamo di sacche di Epo!!».
Si ride, anche perché – per fortuna – erano soltanto sacche di mozzarelle di bufala. Roba buona, da queste parti. Mangiamo, via, ché poi tocca fare le interviste.

Mario Casaldi    



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