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E Bennati fa suo il Piemonte - «La mia stagione da 8, malgrado tutto»

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La moglie è lì che lo aspetta, pochi metri dopo l'arrivo, e sin dalla partenza s'erano scambiati qualche parola, magari una promessa di una dedica. E pensare che un attimo di distrazione gli stava anche negando la gioia di fare la volata: «Una volta ripreso il tentativo effettuato con Carrara ed altri atleti a 10 km dall'arrivo - spiega l'aretino che brinda alla nona vittoria stagionale - mi sono un attimo distratto e sono stato ingannato da qualche segnalazione stradale non proprio chiarissima: fatto sta che mi sono trovato a 1000 metri dall'arrivo intorno alla quindicesima posizione. Non è stato facile risalire, anche perché Corioni, l'uomo che mi avrebbe dovuto lanciare, è rimasto invischiato in una caduta ad 8 km dall'arrivo ed ha speso molto per rientrare nel gruppo di testa, e quindi stavo rischiando di vanificare l'ottimo lavoro della mia squadra. Fortunatamente ho trovato uno spiraglio sulla sinistra, sono riuscito ad infilarmi lungo le transenne e lanciare la mia volata. C'è di buono che nessun altro velocista aveva la squadra davanti e non c'è stata molta organizzazione per lo sprint, quindi anche da solo sono riuscito a farmi valere».
La vittoria è sontuosa, prepotente, Bennati si lascia indietro di una bici abbondante il campione elvetico Rast e la sorpresa di giornata, il folletto australiano Gene Bates del Team L.P.R..
Una giornata resa scintillante sin dalle prime battute, con un Nardello ritrovato (occhio per il Lombardia) che ha provato ad avvantaggiarsi con Peña e Mertens, ma il gruppo non ha lasciato fare. E allora è toccato alla coppia di giovanotti Moinard ed Agnoli animare la corsa con la classica fuga da lontano, una fuga che è arrivata a toccare vantaggi importanti (8' il distacco massimo del gruppo) ed ha visto un contrattacco di quelli decisivi, o quasi, promosso da Joaquín Rodríguez per il proprio compagno Valverde, mica uno qualsiasi, evidentemente intenzionato a testare la gamba per il Lombardia di sabato, giorno in cui festeggerà la vittoria finale del circuito Pro Tour del 2006. Molto bravo di nuovo Nardello ad infilarsi nel tentativo, così come importante la presenza di Eddy Ratti, autore di un ottimo finale di stagione (al Beghelli era indiavolato), compagno di squadra di quell'Agnoli in fuga sin dalla mattina.
La Lampre e la Csc però, non avevano uomini, ed una fuga con così grossi nomi al proprio interno non poteva lasciare indifferenti tali squadre. Ratti ha provato il contrattacco al momento del ricongiungimento, e per poco non riusciva una grande impresa alla coppia targata Naturino, visto che anche Agnoli è stato in grado di inserirsi, di nuovo, in un altro tentativo, quello di Sella, Moreni, Leukemans e - udite udite - la coppia Lampre composta da Carrara e Bennati, evidentemente in forma strepitosa.
Poi, come detto, il ricongiungimento ai 10 dal traguardo, e la volata finale che ha premiato ugualmente Daniele.
«Mi ero preposto tanti obiettivi quest'anno, a partire dalla Sanremo, passando per il Fiandre e la Gand fino ad arrivare a Tour, Amburgo, Mondiale e Tours. Purtroppo quella maledetta malattia m'ha fatto saltare l'inizio di stagione con le classiche, poi la caduta al Tour m'ha messo out per Amburgo, infine l'esclusione dagli 11 di Salisburgo che m'è pesata, non lo nascondo mica, anche se poi la vittoria di Bettini ha messo tutti d'accordo, e poi quella scellerata Parigi-Tours, quando con la squadra s'è evidentemente sbagliato qualcosa, anche se va detto che il "drittone" all'ultima curva, dietro a Pozzato, è mio e tutto mio, e me ne prendo le responsabilità. Però nove vittorie sono sempre nove vittorie, e io alla mia stagione do un bell'8 in pagella; il 10 me lo tengo per quando verrà la vittoria in qualche grossa classica», confessa Bennati all'arrivo.
C'è anche il momento delle dediche, come ogni vittoria, e il pensiero dell'aretino si divide in tre: «In primis a mia moglie Chiara, che m'è sempre stata vicina nei periodacci, poi a Michele Gobbi: incidenti così fanno sempre riflettere. In ultimo ad Ivan Basso: ho saputo del suo proscioglimento, ho fiducia nella procura antidoping del Coni e il suo ritorno è una buona notizia per tutto il movimento. Ivan è il vincitore in carica del Giro, non ce lo scordiamo, e i campioni servono sempre».
Gli si fa notare che il proscioglimento di Ivan metterà quasi sicuramente la sua vittoria in secondo piano, nel ciclismo, come "notizia di giornata", e il Benna (il soprannome del gruppo) fa un po' la faccia strana: «Vabbè, dài, visto che al Lombardia non vado, anche perché è un po' duretta come corsa, al massimo si può pensare di fare il replay della volata domani, che dite?», e scappa verso il pullman sorridendo.

Mario Casaldi    

 

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