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Cancellara cronofulmine - Iride a Fabian, poi Zabriskie e Vino

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Ad aprile l'avevamo paragonato a un treno, perché Fabian Cancellara aveva vinto la Parigi-Roubaix nel giorno del celebre passaggio a livello chiuso a 10 km dal traguardo (che rallentò i suoi inseguitori, anche se in maniera non determinante); stavolta, se dobbiamo proseguire su quella strada, non possiamo cavarcela con meno di un jet supersonico.
Infatti lo svizzero di Berna (ma con genitori lucani) ha sbaragliato il campo nella cronometro dei Mondiali, conquistando a Salisburgo l'oro e la maglia iridata della specialità. In una prova di ben 50 chilometri (la più lunga di sempre nella rassegna mondiale da quando questa gara è stata istituita, nel 1994), Cancellara ha devastato il campo dei concorrenti (che, come vedremo, non era trascurabile) facendo segnare la quasi impensabile media (su questa distanza e su un percorso con diverse salitelle) di 50,6 km/h.
Che Fabian avesse una marcia in più si evince dal fatto che sia stato in testa dall'inizio alla fine, e poi dai distacchi che ha dato a tutti: simili scarti eravamo abituati a vederli con Indurain al Tour, questo per dire dell'impresa dello svizzero. 1'29" al secondo, Zabriskie (peraltro suo compagno di squadra in una Csc che si conferma habitat d'eccezione per cronoman), 1'49" al terzo, quel Vinokourov che è appena uscito da trionfatore dalla Vuelta e che domenica punta al titolo grosso. Tra l'altro il kazako ha perso del tempo a causa di un guaio meccanico in salita, altrimenti avrebbe potuto lucrare l'argento, fatto che comunque difficilmente gli avrebbe cambiato la vita.
Il tricampione uscente Michael Rogers è solo ottavo a 2'31". E a questo punto iniziamo a credere che questa scoppola possa risultargli salutare, visto che gli cade il più grosso alibi della carriera, quello che lo vuole corridore valido per questa precipua corsa, il Mondiale a cronometro. Ora che gli è andata male anche nella prova iridata, forse l'australiano sentirà lo stimolo di migliorarsi altrove, di cercare vie alternative, di provare a dare un altro senso ad una carriera che pare aver imboccato una secca paurosa, nel sogno (quanto possibile?) di vincere il Tour de France.
Tra gli altri, male Klöden, che sembra già in vacanza (uno come lui non può chiudere al 27esimo posto), bene Vandborg (quarto, un altro Csc), Lang (quinto, sempre su livelli decenti in queste prove), Kiriyenka (sorprendente sesto, ha iniziato l'anno nella OTC Doors Lauretana, ora è alla Rietumu, e Baldini - team manager della squadra toscana - si starà mangiando le mani). Benino Hoste, Grivko, Gusev, Kashechkin e Devolder, tutti intorno al decimo posto, con menzione d'onore per Belohvosciks dodicesimo, mentre delude Gutiérrez Palacios, secondo l'anno scorso e solo 14esimo oggi.
Millar è solo 15esimo, ma se ciò significa quello che speriamo significhi, e cioè che i suoi limiti non vanno oltre una vittoria (già preziosissima!) in una crono della Vuelta, siamo contenti lo stesso, e fa bene ad esserlo anche lui.
E veniamo ai nostri: secondo le attese le loro prestazioni: addirittura Nibali, appena 22 anni, in avvio ci aveva regalato una piccola illusione, col suo ottavo posto al primo intertempo, dopo 10 km. Poi per il siciliano è stato un lento declinare, fino al 16esimo posto finale, a 3'27" da Cancellara. Ma è normale che Vincenzino abbia finito in calando, se consideriamo che non si era mai cimentato in una crono così lunga, ed era praticamente scritto in partenza che la sua prova sarebbe stata esattamente questa. Anzi, il piazzamento al 16esimo posto è anche un po' (poco, ma un po') superiore alle nostre attese.
Più indietro, 20esimo, Pinotti a 3'52" da Cancellara, lontano dal Pinotti di Pontedera, ma vicino comunque alla sua consuetudine di discreto specialista pur senza essere un fuoriclasse.

Marco Grassi    

 

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