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Settimana di scuola - I giovani imparano alla Lombarda

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Vigilia della corsa, presentazione in centro a Bergamo. Sole cocente, pare primavera inoltrata. Pubblico notevole, miss intriganti, aria di novità. In effetti, oltre ai visi noti della Domus (società organizzatrice, capeggiata da Gianni Sommariva) c'è qualche debuttante. In primis, Stefano Civettini, neopresidente. Giovane imprenditore, ha accettato la sfida: rinnovare, migliorare una corsa a tappe profondamente radicata nel territorio che per andare avanti ha bisogno di slancio (l'obiettivo è innalzare la corsa al livello 2.1 nel 2007, aprendola così alle squadre Pro Tour).
Mercoledì mattina, in viaggio per Brignano Gera d'Adda: cielo minaccioso, freddo polare, sui monti la neve. La tappa non fa in tempo a partire che la pioggia inizia a scendere, battente, ma i centoquarantaquattro concorrenti volano come se il problema non esistesse, raggiungendo una media oraria superiore ai 45 km/h. Sono ore combattute, in un circuito interamente pianeggiante che la difficoltà rende poco adatto ai velocisti puri. Nei km conclusivi, l'ultimo attacco va in porto. Nessuno raggiunge più il trio in fuga. Imboccato il viale d'arrivo, Tom Stamsnijder vede il traguardo e fa una sparata che mette fuori gioco Stefan Cohnen e Drasutis Stundzia. Il ventenne olandese si aggiudica la prima tappa iscrivendo il suo nome nell'albo d'oro e mettendosi nella lista dei futuri campioncini. Frazione inaugurale combattuta ed emozionante nonostante il terreno privo di qualsivoglia asperità.
Tappa numero due, Brusaporto. Condizioni meteorologiche simili alle precedenti, solo un poco più miti. Questa volta la frazione si risolve con una volata pura in cui la spunta il favorito Gabriele Balducci sull'esperto Zoran Klemencic e su Evgeny Popov, giovane russo che ha ottenuto il bronzo a Madrid. Ricapitolando, la Rabobank Continental fino ad ora ottiene un successo di tappa, un terzo posto, e la leadership nella classifica generale. Non male per un team di dilettanti a confronto con i professionisti.
Si giunge al giovedì, prima tappa movimentata, i numerosi strappi faranno la differenza e inizierà la selezione vera. Finalmente un pallido sole sbuca dalle nuvole accompagnando gli atleti nelle fasi conclusive. La bagarre si scatena presto, in occasione dei traguardi volanti. Sono i ragazzi della Glud & Marstrand a fare man bassa di punti, oggi come nelle frazioni precedenti. Graziano Gasparre, quest'anno all'Amore & Vita, è uno dei più attivi, protagonista di diversi attacchi. La Vertova-Vertova si decide sull'ascesa del Casnigo, da ripetersi tre volte. Le prime due tornate consentono una notevole selezione. La terza e finale scalata porta via un drappello formato da tre atleti che non verranno più riagguantati dal gruppo. Si tratta di Eddy Ratti, Devis Miorin e Robert Gesink. Quest'ultimo allunga nel corso della discesa e nessuno lo raggiunge. Non è nuovo a queste azioni, nonostante sia appena diciannovenne. Ottiene tappa e maglia. Egemonia Rabobank, e siamo solo a metà strada.
Il tempo vola ed ecco che già si parte per la temuta tappa del venerdì, quella con due strappi brevi ma duri prima di scalare la storica Maddalena. I primi 100 km sono caratterizzati da una fuga composta fra gli altri dal campione australiano William Walker e da Nicola Scattolin. Una volta iniziata l'ascesa finale, il Muratello, il gruppo si fraziona enormemente. Nel drappello di testa ci sono tutti i migliori, Kairelis, Kuchynski, Ratti, Agnoli, Gesink, Svab, Gasparre, Osella. Gli otto atleti arriveranno da soli sul traguardo di Roncadelle, dove un ritrovato Graziano Gasparre regola in volata Marco Osella e Miha Svab. La Rabobank di Gesink conserva il primato in classifica generale.
Finalmente prende il via la quinta ed ultima tappa, che comprende la salita del Colle Gallo e del Selvino, infine lo strappo della Boccola che condurrà la corsa nel centro di Bergamo. Ancora una volta Nicola Scattolin si rende protagonista della fuga di giornata, in compagnia di altri cinque atleti: Michael Skelde (molto probabilmente al suo ultimo anno da pro'), Martin Mares, Domenico Loria, Adam Wadecki e Tomasz Marczynski. Sul Selvino però il gruppo di testa si sfalda, Eddy Ratti balza al comando insieme al compagno di squadra Mares. Il duo è inseguito da Scattolin, Kai Reus e Gesink. Il plotone riassorbe lungo la discesa gli immediati inseguitori, mentre la coppia della Naturino si invola verso il traguardo. Sulla Boccola Mares dà segni di cedimento, così Ratti allunga e si avvia tutto solo verso la prima vittoria stagionale. L'ottimo lavoro dei compagni tulipani consente a Gesink di aggiudicarsi la 36esima edizione della Settimana Lombarda, vinta per la prima volta da un atleta neanche ventenne.
D'accordo, nomi eclatanti non se ne trovano nell'elenco dei partecipanti, ma il valore di questa corsa è ugualmente alto. Lontano dagli echi delle grandi folle, dai soldi e dagli sponsor delle formazioni Pro Tour, abbiamo vissuto cinque giorni di ciclismo puro, in cui piccoli grandi atleti hanno avuto una rara opportunità di confrontarsi con squadre quotate lungo cinque tappe che nei decenni precedenti hanno sempre portato alla ribalta corridori consacratisi col tempo, oppure confermatisi, grandi campioni. Due soli esempi: Lance Armstrong e Pavel Tonkov. La corsa ha permesso a tanti ragazzi di testare i propri mezzi, di buttarsi nella mischia e prendere fiducia in se stessi, opportunità negata nelle corse di rilevanza maggiore in cui entrano in gioco interessi e team più forti. È insomma stata una scuola la Settimana Lombarda, in grado di insegnare davvero, a tutti. A coloro che hanno voluto andare allo scoperto per vedere più in là, e hanno trovato nuova luce per il prosieguo della carriera, a chi aspettava il riscatto dopo annate sfortunate, a chi invece è alle prime armi nelle competizioni al fianco dei pro' - ci sarebbe da scrivere un romanzo, sui giovanissimi che, giunti a Bergamo senza staff al seguito, accontentandosi del minimo indispensabile, non avendo neppure uomini appostati ai rifornimenti, hanno "bagnato il naso" agli esperti pro' presenti. Storie di varia umanità e dintorni che è impossibile trovare nelle competizioni più importanti, ma che costituiscono la linfa del nostro amato sport.

Enula Bassanelli



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