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Sella e Mori, che sfortuna! - Attaccano, cadono, vince Horrach | Cicloweb

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Sella e Mori, che sfortuna! - Attaccano, cadono, vince Horrach

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La prima cosa che uno sportivo dovrebbe fare dopo una tappa del genere è tributare il più sincero applauso a Emanuele Sella e Manuele Mori. Quasi omonimi, praticamente coetanei (25enni, anche se Mori è classe '80 e Sella '81), e oggi uniti in un destino di fughe e cadute. Partiti, con altri 13 coraggiosi (tra cui lo spagnolo Horrach, che alla fine è stato il vincitore materiale ma non morale della tappa), al km 9 di gara (171 in totale), di diverso avevano solo l'obiettivo: rientrare nelle zone alte di classifica Sella; provare a conquistare la sua prima vittoria da pro' Mori.
L'andamento della tappa è stato quello tipico delle frazioni interlocutorie: schiacciata tra la crono di Basso e Ullrich e la prima durissima montagna dell'ultima settimana, la Livorno-Sestri Levante ha visto gli attaccanti guadagnare molto terreno con il beneplacito della maglia rosa e della sua Csc, che si è limitata a controllare a distanza: «Non possiamo inseguire tutti i corridori con 10' di ritardo che vanno in fuga» dice Ivan, e ha delle ragioni. L'aver fatto riavvicinare uno come Sella (che grazie agli oltre 7' guadagnati oggi, da 11'27" di ritardo si ritrova ad avere un gap di soli 4'21"), però, non sappiamo quanto possa essere salutare, visto che il vicentino è bravo in salita, e da qui a Milano praticamente solo salite ci sono: vale a dire, Basso ha un nemico in più sotto casa.
Oltre a Sella, anche Belli (compagno di Rujano) e Beltrán (gregario di Savoldelli) sono rientrati nei primi dieci; il messaggio di Basso è buono anche per gli altri, però: andate in fuga, non sarete inseguiti. E questa è una chiave tattica che lascerà dei segni, garantito. Chi dalla top ten è uscito, invece, è Serhiy Honchar: caduto dopo 10 km (con Monnerais, Navarro, Cioni e Laiseka, che si è ritirato), ha accusato un dolore alla zona lombare, e nel finale si è staccato, perdendo molto terreno in classifica (era terzo a 3'24") e dirigendosi direttamente in ospedale dopo la fine della frazione, per accertamenti: nulla di grave, ripartirà, ma il podio ora è lontanissimo.
Torniamo alla tappa. I 15, con un margine costante di 6-7' sul gruppo, sono diventati 12 al km 115 (staccati i francesi Bonnet, Delage e Labbe sulla salitella di Volastra); poi sono diventati 6 al km 145, visto che l'azione di Sella sul Valico Guaitarola ha fatto male a Beltrán, Ongarato, Ludewig, Krauss, Calcagni e McCarty. Davanti sono rimasti, con Sella, il suo prezioso compagno Baliani, e poi Mori, Belli, Horrach e, agganciato coi denti, l'olandese Engels.
Intanto, sette minuti più indietro, la salita (non difficile) metteva il peperoncino nei pedali di Di Luca: l'abruzzese è scattato, e subito Bettini (che ha rischiato di essere abbattuto dall'esultanza sconsiderata di uno spettatore), Simoni, Cunego e il suo gregario Tiralongo si sono accodati. Lo stesso Tiralongo ha dato un paio di belle trenate, e anche se il tentativo dei 5 non ha preso quota, ha sortito l'effetto di frantumare il gruppo e di obbligare Basso e i suoi a un supplemento imprevisto di lavoro. Quando la situazione tra gli uomini di classifica si è ricomposta, ciò che era rimasto sul campo era la certezza che se una salitella di seconda categoria viene vissuta in maniera così scoppiettante, allora che accadrà da domani a sabato prossimo sulle montagne vere?
Torniamo ai fuggitivi: dopo lo scollinamento Horrach ed Engels non collaboravano (primo e secondo al traguardo: bravi, bravi, così si fa, proprio corretti), e allora ai 20 km Sella ha preferito far da sé, ed è scattato insieme a Mori, anche per evitare che da dietro rientrassero Ongarato e gli altri. I due attaccanti hanno guadagnato oltre 15", e la loro azione era efficacissima. Ma nella difficile discesa, l'imponderabile: Mori ha preso male una curva, ed ha infilato un burrone (che gli ha paradossalmente permesso di tagliarla, la curva, senza troppi danni), inducendo anche Sella a perdere il controllo del mezzo, col risultato che il veneto s'è sfranto di petto sul guard-rail.
In barba alla botta, ripartire è stato un attimo, ma gli immediati inseguitori erano già arrivati. Come non bastasse, 3 km più giù, nell'ultima curva della discesa, Mori è finito di nuovo lungo, sbattendo sul guard-rail. E chi gli è finito addosso e poi di nuovo sull'asfalto? Sella, proprio così. Di nuovo ripartiti senza batter ciglio pur essendo ampiamente tumefatti, i due hanno ripreso i compagni di fuga proprio nel finale: mentre, dopo un tentativo di Belli ai 2 km, Horrach assestava il colpo del ko andando a vincere ed esultando in maniera pure troppo scomposta.
Domani le famose montagne: si parte dalla Alessandria-La Thuile, 218 km col tremendo San Carlo che svetta a 6 dal traguardo. Chi ha gambe, attaccherà: la selezione è sicura, e Basso, che in discesa non è un fulmine, teme la difficile picchiata che porta all'arrivo, resa ancor più pericolosa dalla pioggia che dovrebbe cadere nel finale.

Marco Grassi

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