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Gioia Basso, rabbia Simoni - Ivan vince, Gibo si sente fregato | Cicloweb

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Gioia Basso, rabbia Simoni - Ivan vince, Gibo si sente fregato

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Basso spietato, Simoni gabbato; oppure, a seconda della vulgata, Simoni ingenuo, Basso legittimo; o ancora, Basso corretto, Simoni capriccioso. Non c'è univocità di vedute sulla giornata di oggi. L'unica cosa su cui tutti concordano è che il Mortirolo ci ha regalato come sempre una tappa memorabile, degna chiusura di un Giro che è stato stravinto da un Basso inarrivabile, che non ha mai seriamente avuto contendenti all'altezza. Domani si sfilerà per le strade lombarde, dal Museo del ciclismo del Ghisallo a corso Sempione a Milano (140 km), una passeggiata ecologica che sarà preambolo per le premiazioni (unica maglia in ballo, quella ciclamino della classifica a punti: riuscirà Bettini a vincere e a strapparla a Basso?), a chiusura di un Giro che in realtà il suo atto conclusivo l'ha vissuto oggi.
Nei 211 km da Trento all'Aprica, attraverso Tonale e soprattutto Gavia e Mortirolo, si sapeva che sarebbe potuto succedere di tutto. La prima asperità è stata affrontata a passo turistico, che già risultava troppo per qualcuno (Di Luca, per esempio), ma si sa che le energie sono quelle che sono al termine di un Giro, in particolare di questo: duro, durissimo, tante salite, tanti trasferimenti, tante fatiche. Per il 90% del gruppo (cioè tutti quelli che non hanno vinto niente) resterà il ricordo di un incubo.
Il risveglio è arrivato, ma l'ultimo tratto di notte è stato davvero tetro: il lunghissimo, interminabile Gavia (domato dall'ottimo Gárate), e poi quel calcio negli stinchi che si chiama Mortirolo. Pendenze diaboliche, una stradina stretta che diresti porta all'inferno, non fosse che sale, sale troppo, sale sempre più. Si parte da un paese che si chiama Mazzo, e il tuo destino è già scritto lì. Sin dal primo chilometro di scalata, e 11 dalla vetta, il gruppo è ridotto a 20 unità, saltati i vari Pellizotti, Sella, Ghisalberti, Bellotti.
Al km 2 ci sono Sastre e Gustov, gregari di lusso, a tirare per Basso. Volano giù Gárate, Caruso, poi anche Savoldelli: guardi il gruppo, e ti rendi conto che non c'è nessun gruppo, ci sono 5 corridori, che si guardano negli occhi e valutano il da farsi. Il primo a darsi una risposta è proprio lui, Devastator: parte, al km 3 di ascesa, parte e gli altri vedono tutto giallo, che trip ragazzi, è un acido sì, l'acido lattico che riempie le gambe e sale fino al cervello, ad offuscare i pensieri.
Il Mortirolo è infame, pendenze costanti oltre il 12%, punte del 18%, si sale a 8 km/h, ci si fa malissimo. E Basso è lì in testa, leggero come sempre, a dettare ritmo e condizioni. Cunego in affanno, Quique Gutiérrez, il pesante Gutiérrez, non ne parliamo: gli si spegne per un attimo la luce, ma è bravo a ritrovare in fretta l'interruttore e a respingere la crisi. Sale bene, con Cunego alle calcagna, non perde troppo terreno, salva il secondo posto in classifica.
Con Devastator, comme d'habitude, restano i gemelli Saunier, Piepoli e Simoni. Gibo ne ha di più, però, e il pugliese infatti stavolta molla l'osso. Solo Simoni resta accanto a Basso, Ivan fende la folla, reagisce stizzito a chi gli versa l'acqua fredda nel collo, questi tifosi irrequieti, corrono intorno, urlano, schiamazzano. Ma vanno capiti, il Mortirolo è il Mortirolo, c'è Pantani in forma di monumento (al km 8) a vegliare sulla corsa, non può succedere niente di male.
Basso e Simoni guadagnano. Scollinano con 1'03" su Gutiérrez, 1'10" su Cunego, 3'40" su Savoldelli. Il Falco recupera qualcosa in discesa ma non basta, Damiano gli soffia il quarto posto, mentre Gibo dà una bella mano a Ivan (negato nelle picchiate). «Non prendiamo rischi inutili», gli urla la maglia rosa, e Simoni aspetta.
La strada che da fondovalle porta su all'Aprica, 15 km complicati, i due battistrada vanno d'amore e d'accordo. Il trentino si aspetta che Basso gli lasci il successo di tappa, gli altri sono tutti lontanissimi. E invece Ivan, a 3 km dal traguardo, impone un ritmo insostenibile, e Gibo molla, ciao sogni. Basso se ne va al traguardo, tira fuori dalla tasca la foto del figlio Santiago, 1 giorni di vita e già una dedica così importante. Tappa e Giro, sin duda.
Gibo arriva dopo 1'17", stravolto e incazzato nero: «Chapeau a Basso, prima mi dice di aspettarlo in discesa e poi mi stacca. Se uno sa che non avrà a che fare con degli uomini, si comporta diversamente. Io l'ho aspettato, avrei potuto guadagnare... gran corridore, complimenti. Voleva dedicarla al figlio? Poteva dirmelo prima». Basso reagisce dicendo che non c'era nessun accordo: potrebbe essere più convincente, però. Pepe sul Giro. Bello anche così, no?
Più di tutto, a Ivan fanno male le insinuazioni vigliacchette che Simoni regala ai cronisti: «Mai visto uno dominare così. È un extraterrestre». Il che non è propriamente un complimento, non in questa accezione perlomeno. Tanto che Basso sente di dover rivendicare i suoi risultati: «Ho fatto due podi al Tour, mi spiace che c'è chi si sorprende tanto di quello che ho fatto al Giro».
Quello che ha fatto: il Giro 2006 ce l'ha in tasca, è cosa sua. Partito coi favori del pronostico, il varesino è andato addirittura oltre ciò che gli si chiedeva: dire che ha vinto è poco. Ha devastato tutti, ha dato distacchi che non si vedevano da decenni, quasi 10' al secondo, il quarto è a quasi 20'. Prove di una superiorità schiacciante, che ora tutti speriamo Ivan possa esportare al Tour de France, dove una moltitudine di avversari specializzati sulla Grande Boucle (e che si sognano di sciropparsi due grandi giri in una stagione) lo aspettano col coltello fra i denti.
Ma guardiamo gli altri, oscurati da tanta potenza. Gutiérrez Cataluña non rivivrà mai più tre settimane come queste, ha imbroccato il mese perfetto, una condizione invidiabile che gli ha permesso di resistere anche nei tapponi dolomitici, nei quali chiunque scommetteva sulla sua debacle. Ha 31 anni, non è mai stato così forte. C'è chi sospetta di tanto improvviso giovanile vigore, noi siamo garantisti e ci limitiamo a riflettere che senza il "guastafeste" spagnolo, avremmo un podio che alla vigilia avremmo sognato. Invece no. Gutiérrez, complimenti, è secondo, davanti a un Simoni che negli ultimi giorni ha dimostrato di essere l'unico in grado di reggere il ritmo di Basso sulle grandi salite: il trentino ha 35 anni, forse a fine anno si ritira, ma inanella il settimo podio nella corsa rosa, come Coppi, Bartali, Gimondi: complimenti, se vorrà tornare per migliorare il record, saremo dalla sua parte.
Cunego, Cunego: si sperava che fosse ai livelli del 2004, invece a tratti è parso il lontano parente di quel Damiano. Però negli ultimi giorni è tornato in sé, ha risposto col carattere e l'orgoglio, è risalito fino alla quarta posizione, gli è sfuggito il podio ma ha ancora 24 anni, e tutta una vita per migliorarsi. Soprattutto di testa, sì: non ha senso che perda il controllo come successo in un paio di occasioni. Ha sofferto in maniera clamorosa il crescente carisma di Basso, ne ha fatto una malattia, ha somatizzato i rovesci sportivi, è stato una profezia autoavverantesi. Infatti quando ha perso le speranze di vincere il Giro, ha scodellato tre tappe ottime, che l'hanno riportato a un passo dal podio. Lavori sulla testa, sulla mentalità; e sulla crono. Ma non facendo chissà quali allenamenti specifici, per carità. L'ultima cosa che gli serve è che si snaturi. No, gli basta migliorare la posizione sulla bici da crono, sarebbe già un grande passo avanti.
Savoldelli ha sofferto per un'allergia, raccoglie un quinto posto che non lo gratifica più di tanto, ma va capito, viene dalla vittoria. Certo questo Basso non si batteva, e questo percorso, irto di salite e difficoltà, non era quello che il Falco aveva sognato. E se gli venisse voglia di Tour? Quella voglia che ha pervaso Delusion de' Delusioni, Danilo Di Luca, mai in gioco, lontanissimo dai migliori. Andrà alla Grande Boucle, alla ricerca di se stesso; forse gli converrà piuttosto tornare a concentrarsi sulle classiche: la prova-Giro era d'obbligo, dopo il quarto posto dell'anno scorso. La retromarcia, visti gli esiti, pure.


Marco Grassi

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