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Tom sceicco del deserto - Boonen già incontenibile in Qatar

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Tour de Qatar, uno dei primi appuntamenti dell'anno per gli amanti del ciclismo, eppure la piccola corsa a tappe ha già consegnato dei dati indiscutibili sulla condizione di alcuni degli atleti che in questo 2006 saranno da tenere d'occhio nei grandi appuntamenti. Uno su tutti: il belga Tom Boonen, fasciato dell'iride di Madrid, che si è imposto in quattro tappe su cinque, conquistando così anche la classifica generale della corsa.
A sentire lui, si direbbe che è capitato là davanti per caso, e che la vittoria non l'ha nemmeno cercata, ma se l'è trovata tra le ruote. Soprattutto, Tom sta testando il suo treno, l'unico, forse, in grado di contendere seriamente il posto a quello di Petacchi. E la cosa che più di tutte lascia a bocca aperta è il parterre de roi degli sconfitti. A partire da quell'Erik Zabel che con la maglia della Milram sta cercando qualche soddisfazione negli spazi lasciati da AleJet. Secondo, terzo, secondo, di nuovo secondo: sembra che il tedesco nulla possa, per ora, contro la potenza del belga.
Dietro al vincitore si è fatto notare anche Robert Hunter, che ha già visto le spalle iridate nel corso della prima gara disputata da Boonen, il GP Doha. Mentre fa davvero piacere notare tra le prime posizioni anche la maglia arancione di Paride Grillo, che dopo la lavata di capo da parte di Reverberi in seguito alla invisibile prestazione nel corso della prima tappa, si rifà alla grande collezionando un secondo e quarto posto in due giorni. Un segnale molto positivo per il giovane di Como, ancora a caccia di una vittoria prestigiosa che sarebbe meritata dopo una serie di piazzamenti importanti alle spalle di alcuni giganti della volata, non ultimo proprio il Campione del Mondo in carica. Che sia la stagione della consacrazione? Di certo le occasioni da afferrare non saranno poche.
L'unico che sia riuscito (nella quarta tappa) a battere Boonen è Bernhard Eisel, austriaco ancora molto giovane, che all'età di 25 anni non può sperare di avere la continuità di corridori più affermati, ma che sa farsi trovare pronto in qualche occasione che conta: al suo attivo lo scorso anno 4 successi (tre in corse minori portoghesi e uno, di prestigio, al Giro di Svizzera) e alcuni piazzamenti importanti, come un secondo posto alla Tirreno e un terzo al Tour e al Giro di Germania. Eisel ha dimostrato anche di gradire le corse fiamminghe, infatti nel 2005 disputò una buona Tre Giorni di La Panne e poi ottenne un promettente tredicesimo posto al Giro delle Fiandre: fossimo in Boonen lo terremmo d'occhio.
Altri giovani che lasciano ben sperare: Fabian Cancellara, quarto nella terza tappa, che fa sentire che c'è in vista degli appuntamenti caldi della stagione, a cominciare dalle Classiche del Nord, dove, specialmente sul pavè della Roubaix, potrebbe essere uno degli avversari più tenaci di Boonen; Matti Breschel, che ha messo spesso il naso nelle primissime posizioni e che è una delle poche ruote veloci della Csc di Riis e Basso; Aurélien Clerc, che dopo qualche stagione in chiaroscuro ha dimostrato di poter cercare il riscatto.
Ma torniamo ad analizzare il "fenomeno Boonen". Cinque vittorie in sei gare disputate, più la classifica finale del Tour de Qatar, è un bellissimo inizio di stagione, tanto più che il ragazzone di Mol non sembra soffrire il peso che la maglia iridata conferisce a chi la indossa. Una serie di successi così non può non impensierire gli aspiranti alla conquista della Milano-Sanremo, dal momento che lo stesso Boonen ha dichiarato più volte di aver posto la Classicissima di Primavera tra i propri principali obbiettivi stagionali.
Una cosa però è chiara, ossia che per qualunque previsione sensata è troppo presto. Siamo solo a inizio febbraio, e nulla può portare a dire con certezza se Boonen stia sprecando energie, oppure se sia stato in grado di vincere una corsa a tappe come il Tour de Qatar anche con una condizione lontana dal 100%. Si dovrà pazientare ancora un po', qualche settimana almeno, e di certo il traguardo di Via Roma saprà darci qualche conferma su Tom, sarà in grado di dirci se siamo di fronte a un nuovo Cannibale, oppure se le vittorie in oriente non sono state altro che un "falso allarme".
 

Elisa Marchesan


Nel segno di Cooke e Willems parte anche la stagione francese
Nel frattempo la stagione è iniziata anche in Francia, dove altri personaggi si stanno facendo notare. Il belga Frederik Willems, rappresentante della Chocolade Jacques, ha vinto la prima tappa dell'Etoile de Besseges, dopo aver preso una ventina di secondi di vantaggio su alcuni compagni di fuga, giunti poi al traguardo sparpagliati. Tra questi, da notare il terzo posto del francese Thomas Voeckler, campione nazionale due anni fa, alla ricerca di importanti conferme in questa seconda stagione con la maglia della Bouygues Telecom dopo il Tour 2004 che fece sognare i francesi.
Willems dovrebbe essere in grado di difendere la sua leadership, in una corsa che di solito premia i velocisti, e in cui quindi non sarà facile vedere altri distacchi. Per esempio, l'anno scorso Bichot vinse la prima frazione e nessuno seppe più spodestarlo. E, giusto per confermare la tesi, in quest'edizione la seconda tappa ha visto l'affermazione in volata di Kirsipuu, vecchio volpone che qualche zampata la lascia sempre.

Martedì 31 gennaio, invece, al termine di una volata di gruppo, Baden Cooke ha conquistato la vittoria nella prima gara del calendario europeo, il GP d'Ouverture La Marsellaise, che aveva già vinto nel 2004; l'australiano deve scrollarsi di dosso l'etichetta di incompiuto: non sappiamo se riuscirà a farlo quest'anno, ma di certo ha iniziato bene. Secondo posto, a Marsiglia, per il belga Philippe Gilbert, che inizia bene la stagione, e potrebbe risultare insidioso in qualche volata importante, prima fra tutte quella della prossima Sanremo. Sul gradino più basso del podio, infine, si è piazzato la medaglia di bronzo dei mondiali di Madrid, Anthony Geslin: un buon segnale di continuità per lui.

E.M.

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