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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Mirko Allegrini | Cicloweb

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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Mirko Allegrini

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1981, classe di fenomeni, alcuni già espressi e altri in attesa di maturazione, fra questi Mirko Allegrini della Panaria Navigare. Dopo ben sette successi fra i dilettanti in maglia Zalf, ha disputato nel 2005 la sua prima stagione fra i professionisti, senza, purtroppo per lui, ottenere grosse soddisfazioni.
Come sta procedendo la preparazione invernale in vista del tuo secondo anno professionistico?
«Per fortuna molto bene. Finora non ho riscontrato acciacchi fisici che mi hanno costretto a qualche stop, e quindi mi sono potuto allenare al meglio delle mie possibilità. Ho lavorato molto bene da solo nei lavori specifici, e in compagnia nei giorni di lavoro "lungo". Per fortuna ho compagni di allenamento come Rasmussen, Caucchioli e Bellotti che mi sanno anche consigliare e insegnare al momento opportuno. È molto importante potersi allenare con corridori esperti come loro».
Dove esordirai?
«Anche questo anno dovrò fare i conti con il caldo umido malese; parteciperò infatti per la seconda volta al Tour de Langkawi. Dovrei partire già con una buona condizione che dovrei rifinire proprio con la corsa in Malesia. Speriamo vada tutto per il meglio».
Quale sarà poi il tuo programma stagionale?
«Dopo il primo impegno in Malesia seguiranno due settimane di recupero e poi si correranno la Clasica de Almería e la Vuelta a Murcia in Spagna dove vorrei già ben figurare per conquistare un posto in squadra per Tirreno-Adriatico e Sanremo».
Hai riscontrato grosse differenze tra il mondo professionistico e quello dilettantistico?
«Sì, pensavo di avere meno problemi di adattamento in questa nuova dimensione. Credevo che il problema maggiore fosse l'aumento di chilometraggio, invece la vera difficoltà sono i cambi di ritmo. C'è un modo di correre diverso; ci sono gare in cui una o più squadre controllano la corsa dall'inizio alla fine. Magari tre quarti di gara vengono condotti a quaranta di media per poi non scendere mai al di sotto dei cinquantacinque all'ora nelle ultime fasi. Quando il gruppo accelera, lo fa senza mezze misure, o stai bene, o rischi di staccarti anche in pianura».
Che tipo di corridore ti consideri?
«Mi considero un corridore completo».
Cioé vai piano dappertutto?
«No! [sorride] Quando sto bene riesco ad esprimermi discretamente su qualsiasi terreno, su salite di media lunghezza e anche in arrivi di 40-50 corridori».
Puoi fare un paragone con un big attuale?
«Sinceramente non me la sento di far paragoni con nessun corridore, perché ogni accostamento sarebbe fuori luogo, considerando anche i pochi risultati ottenuti in questo primo anno».
A cosa è dovuta questa tua mancanza di risultati?
«La preparazione invernale abbastanza accelerata per bruciare i tempi di inserimento, in modo da esordire a gennaio, il dazio che si paga nel salto di categoria».
Nel tuo status di corridore "completo" ti consideri più un passista veloce o un passista scalatore?
«Nel finale di stagione mi sono visto più veloce, cominciavo ad andare meglio e rimanevo davanti senza particolari affanni. Generalmente preferisco le corse "mosse", proprio quelle di fine anno, in cui ero in buona condizione, ad esempio Giro del Piemonte e Trofeo Matteotti».
La gara più importante che hai vinto tra i dilettanti?
«Son riuscito ad impormi in due belle ed importanti gare internazionali, il GP Sportivi di Poggiana e il GP Inda, più altre cinque affermazioni a livello nazionale e regionale».
Pensi di partecipare al Giro d'Italia 2006?
«Non lo so ancora, perché nella nostra squadra si vive abbastanza alla giornata. A parte il nostro capitano Sella per la classifica e un velocista, presumibilmente Grillo, gli altri effettivi vengono scelti in base alla condizione fisica che emergerà dalle gare di inizio anno. Ovvio che se durante i primi mesi le cose per me dovessero andare bene, un pensierino a partecipare alla corsa dei sogni lo farei».
Ti piacciono le gare a tappe?
«Il Giro è la corsa che ogni ciclista sogna fin da bambino, però io preferisco le gare in linea. Comunque nelle gare a tappe posso sempre aiutare i miei compagni nelle frazioni più impegnative e cercare il risultato personale in quelle più adatte a me con il consenso della squadra».
C'è una gara in linea che ti piacerebbe vincere?
«In questo mio primo anno ho visto tante belle corse, soprattutto quelle di fine estate e di fine stagione. Però quella che più mi affascina è la Milano-Sanremo, già parteciparvi mi ha emozionato molto e spero un giorno di poter far bene in questa prestigiosa gara».
Come ti è sembrato l'approccio al mondo professionistico, nel tuo caso alla Panaria?
«Mi sento all'interno di una bella famiglia, una piccola squadra ma che ragiona in grande. Mi hanno dato molti consigli su come comportarmi in corsa e anche una volta sceso dalla bicicletta. Ho ricevuto molto al primo anno e spero di mettere presto in pratica gli insegnamenti ricevuti. Inoltre con tutti i membri della società, dai compagni allo staff tecnico, c'è un grosso affiatamento che si è instaurato fin da subito. Del rapporto all'interno della squadra sono molto contento perché il poter contare su qualcuno in grado di ascoltarti ti fa superare anche i momenti più difficili, che per noi giovani all'esordio non sono pochi».
E che cosa ci puoi dire del tuo rapporto con il "duo" Reverberi?
«Non ho avuto molte occasioni in cui conoscere Bruno, ma lo "Zio", come lo chiamano tutti, ha molto carisma all'interno della squadra e quando può si prodiga con consigli per tutti. Con Roberto ho condiviso molte più gare e posso affermare che è un grande Direttore Sportivo. Sa essere "padrone" o "amico" al momento giusto; quando è l'ora di essere serio impartisce ordini con precisione, mentre quando è il momento di scherzare non si tira indietro e queste cose sono molto importanti».
Quale è stato il tuo miglior risultato del 2005?
«Sono arrivato nono al Memorial Cimurri, ma è un piazzamento fortuito in quanto ho tirato la volata la mio compagno Grillo. Comunque il mio picco di forma l'ho raggiunto in agosto quando ho potuto disputare in un breve arco di tempo due belle gare a tappe:il Giro di Danimarca e il Regio Tour. In Germania sono riuscito a tenere per due giorni la maglia bianca di miglior giovane, seppur in una corsa minore è una bella soddisfazione».
La Ceramiche Panaria-Navigare si è sempre contraddistinta nel lanciare giovani emergenti; per la stagione 2006 ha ingaggiato ben cinque neopro', ce li sapresti descrivere brevemente?
Iniziamo da Tiziano Dall'Antonia.

«Eravamo compagni di squadra in Zalf nel 2004. Ottimo cronoman e corridore da corse in linea. Sarà un bell'elemento utile in squadra in molte gare».
Andrea Pagoto.
«L'ho conosciuto poco, ma me lo ricordo in una fuga nella prima tappa del Valle d'Aosta 2004, non mollava mai... ed era solamente al primo anno».
Matteo Priamo.
«Siamo stati compagni per due stagioni alla UC Trevigiani, ma la nostra amicizia si è protratta anche al di fuori dell'attività ciclistica. Ha tanta voglia di dimostrare quanto vale. Molto caparbio e "duro". Anche lui sarà un elemento importante per la squadra vista la sua stazza...».
Maximiliano Richeze.
«Lo definiscono un bravo ragazzo, e per quello che lo conosco io, posso confermare. In bici è molto forte, uno di quei velocisti che sanno tenere le ruote anche nelle gare dure. Secondo me farà bene da subito».
Miguel Angel Chávez Rubiano:
«Non ho ancora avuto modo di conoscerlo personalmente, ma ho visto il suo palmares... interessante!».
Dei neoprofessionisti passati con te nel 2005, chi vedi destinato a fare il salto di qualità già da questo nuovo anno?
«Si continua a fare il nome di Nibali e io penso che sia dotato di un grande "motore", poi Visconti ha già fatto vedere delle belle cose in estate; Grillo è atteso alla conferma dopo avere fatto molto già in questa prima stagione; penso che Colli riuscirà a centrare la sua prima affermazione dopo alcuni mesi un po' travagliati da infortuni. È comunque difficile pronosticare ora chi esploderà l'anno prossimo; mi piacerebbe essere tra i nominati: sarebbe un fortunato augurio».

Andrea Sacconi

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