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Ale risponde a Boonen - Petacchi, bel debutto a Donoratico | Cicloweb

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Ale risponde a Boonen - Petacchi, bel debutto a Donoratico

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È partita. Stamattina alle 10.45 è iniziata la stagione italiana di ciclismo: 144 i corridori al via, rappresentanti di squadre Pro Tour, Professional e Continental; come il ciclismo di una volta, come il ciclismo di appena un anno fa.
Da San Vincenzo, pochi chilometri a sud di Donoratico sulla via Aurelia, lo starter ha dato il la alle prime pedalate che contano sul suolo italiano: al via Alessandro Petacchi, Daniele Bennati, Danilo Napolitano. Tre tra i corridori più vincenti dell'anno passato, tre tra i protagonisti più attesi per il probabile arrivo in volata.
Con loro, uno stuolo di outsider: Andrus Aug, che dopo l'apprendistato tra Cipollini e Petacchi prova a far valere le sue ragioni; Luciano Pagliarini, secondo l'anno scorso su queste stesse strade toscane; Daniele Colli, ragazzo che tra Romandia e Svizzera nel 2005 ha dimostrato di poter competere con le ruote più veloci; Krzysztof Szczawinski, 3° l'anno scorso al Giro del Lazio; Emanuele Rizza, neoprofessionista che correrà con l'appoggio di tutta la Naturino-Sapore di Mare; per finire con la coppia del Team Barloworld formata da Enrico Degano e Giosuè Bonomi, che non partono certo con il favore dei pronostici, ma proveranno - ci scommettiamo - a rovinare i piani più o meno dichiarati dei presunti big.
Di carne al fuoco, insomma, Donoratico e il suo G.P. ne offre tanta: bisogna solo saper cuocerla bene, e sperare che non si raffreddi. Le volate di inizio stagione sono ormai un abitudine, visti i corridori che si preparano specificatamente per la Milano-Sanremo, e Petacchi è atteso alla risposta - seppur a distanza - al Campione del Mondo Tom Boonen già parecchio (troppo?) in evidenza in Qatar, diviso tra G.P. Doha e Tour dello stesso paese asiatico, con 5 vittorie su 6 volate disputate. Si troverà contro una bella armata di giovani, ad iniziare dal duo Lampre Bennati-Napolitano, anche se presumibilmente il corridore siciliano lavorerà per il corridore "di casa" (anche se aretino). Il clima al ritrovo di partenza è sereno, Bennati scherza e ride con Napolitano e con Davide Cassani (anche lui, con Bulbarelli all'esordio stagionale ed alle prese con un "dispensatore di complimenti" che si rivolge ai due ringraziandoli - citiamo testualmente - «perché dalla radio sembra come di vederla, la corsa» e proseguendo - ancora testualmente - con gli "immancabili" «complimenti per la trasmissione», per poi terminare con la "chicca" della giornata: «siete all'altezza del telecronista del passato... com'è che si chiama...?! Ah sì, Nicolò Carosio!!»), Nocentini si intrattiene con alcuni suoi tifosi e Daniele Colli riceve le visite di parenti e fidanzata.
Petacchi è un poco più ombroso, e "sfrutta" il gregario Velo nel veicolare le informazioni ai due telecronisti Rai. Poi, l'incolonnamento, la bandierina dello starter che dall'alto si porta verso l'asfalto, così come - con un gesto uguale e contrario - gli scarpini dei ciclisti si staccano da terra per raggiungere il pedale. È il segno, tangibile ed inconfondibile, che si sta partendo, che la stagione è davvero iniziata, anche in Italia.
I corridori pedalano già lungo le strade della Toscana, è mezzogiorno, e radiocorsa parla di attacchi e di gruppo che si ricompatta e previene le fughe. Niemiec, il polacco del Team Miche, è il primo a muoversi più o meno convintamente al km 33, e la Liquigas subito si adopera per sedare il tentativo: evidentemente il milanese Daniele Colli offre ampie garanzie di ottima salute.
Non ci resta che aspettare il plotone al circuito finale, da cui passeranno per ben sette volte prima dell'ottava, l'ultima, con l'arrivo definitivo. Sarà volata come previsto? Accantoniamo l'impazienza, e gustiamoci lo spettacolo...

Alessandro Petacchi, e ti pareva che non fosse così
Uno degli epiloghi più scontati da tre anni a questa parte per le corse che si concludono in volata, e nonostante questo velo di consapevolezza che è presente nell'aria quando c'è odore di sprint di gruppo ed AleJet è in gara, il G.P. ha mantenuto vivo il suo interesse fino all'ultimo giro.
Merito di Sergio Cuesta (Team Endeka), Hubert Krys (Ceramica Flaminia), e soprattutto Daniele Pietropolli (Tenax-Salmilano), che ha resistito fino al penultimo giro al ritorno veemente del gruppone tirato dal Team Milram di Alessandro Petacchi e dalla Lampre di Daniele Bennati, due dei favoriti della corsa.
Alessandro Petacchi è stato perfetto, anche se ad inizio corsa - come ormai sua consuetudine - aveva dichiarato di non aver la condizione dello scorso anno nello stesso periodo, ma AleJet (tranne Madrid, purtroppo) ci ha abituati a confezionare dolci prelibati e saporiti di vittoria quando dichiara di non essere al massimo e di non avere il pallino per il risultato pieno.
Ai piedi del podio, negli unici due posti che restano disponibili quando c'è Petacchi in corsa, il duo Lampre formato dall'aretino Daniele Bennati e dal ragusano Danilo Napolitano, con quest'ultimo che doveva tirare la volata al compagno e che si è ritrovato - in ogni modo - a finire sul podio della corsa.
Era importante questo successo per Petacchi, e non tanto per il prestigio della comunque onorevole 11° edizione della prova toscana che si sviluppa tra Donoratico e Cecina, bensì per testimoniare agli avversari, a quel Tom Boonen che miete successi come fosse niente dall'altra parte del globo o giù di lì, che anche nel 2006 Alessandro Petacchi sarà presente. E ci sarà da fare i conti con lui.
Strani, in realtà, i punti di vista della vicenda: un corridore come lo spezzino, che tra il 2003 ed il 2005 ha collezionato più di 30 successi in volata tra Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta a Espana, il ruolo del favorito, in occasione degli sprint compatti, dovrebbe averlo di diritto. Ed in realtà spesso questo processo mentale si verifica.
Ma ultimamente - e non senza motivi validi - càpita che la rivalità con Boonen, anche alla luce delle 4 tappe al Tour de France vinte dal ragazzone di Mol negli ultimi due anni, venga posta come se fosse il belga a partire avvantaggiato. Come è possibile? Beh, innanzitutto grazie alla carta d'identità; Petacchi va per i 30 anni, Boonen per i 25: lo spezzino, all'età del belga, non sognava neanche i risultati ottenuti sinora dal Campione del Mondo in carica, e Boonen dimostra una potenza nelle volate che impressiona (in uno sprint del Tour de France gli capitò di spezzare la catena, tanto fu potente la sua pedalata dopo aver messo l'11).
Ragionamenti figli di qualche classica mancata da Petacchi, come la Parigi-Tours del 2003 e la Milano-Sanremo del 2004, e parente di molte classiche indovinate (alcune addirittura "dipinte") da Boonen. La Classicissima del 2005 aveva riportato in netto vantaggio la disputa in favore del ciclista italiano, ma poi sono arrivati aprile, e settembre, e con loro il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix, ed il Campionato del Mondo: le tre perle del Tom Boonen targato 2005. Parità? Dipende. Da cosa? Dai, già citati, punti di vista; nelle volate di gruppo, anche per esperienza - soprattutto con i propri compagni/gregari/amici - Alessandro Petacchi è di "qualche metro" avanti a Boonen, che a volte pecca di intraprendenza e commette leggerezze che anche corridori meno veloci o talentuosi di lui (non è il caso di McEwen al Tour, ma di Eisel in Svizzera o Hushovd in Spagna senz'altro) gli fanno pagare.
D'altro canto, in una corsa meno schematizzata e "prevedibile", Tom Boonen è attualmente il numero uno al mondo (ovviamente considerando Bettini e Vinokourov come corridori dalle caratteristiche dissimili), ed in alcuni tipi di gare, con particolari svolgimenti o arrivi in leggerissima ascesa, può seriamente impensierire AleJet ed arrogarsi la palma di favorito principe.
Per ora, nel 2006, Boonen comanda 5 a 1, ma è anche vero che oggi Alessandro Petacchi esordiva, ed ha esordito vincendo... bene. Perché battere un treno formato da Bennati e Napolitano non è semplice, e seppur lo spezzino abbia passato l'aretino soltanto negli ultimi 50 metri, è l'ennesima dimostrazione di una capacità non indifferente.
Probabilmente alcuni discorsi sono anche prematuri, la strada sarà senz'altro ottimo giudice e imparziale bilancia di paragone, ma le corse di preparazione servono anche a stilare progetti, a delineare sogni e preparare i tifosi e gli appassionati a ciò che sarà.
E, se queste sono le premesse, abbiamo la certezza che il prosieguo della stagione, sarà molto, molto veloce.

Mario Casaldi    




Le parole dei protagonisti

È disteso sul volto l'Alessandro Petacchi che chiacchiera sul palco premiazioni con Auro Bulbarelli, e non potrebbe essere altrimenti. Ha appena passato la linea del traguardo per primo, ha esultato a suo modo portandosi gli indici verso il petto, a mostrare lo sponsor (nuovo, in questo caso) e, soprattutto, ad indicare che è stato ancora lui, ancora una volta, ad essere più veloce degli altri.
«Oggi - commenta AleJet - ho superato un test importante. Ho provato ottime sensazioni dopo circa 200 chilometri di corsa. Ora lavorerò per trovare maggior brillantezza in salita. Oggi Bennati e Napolitano hanno cercato di anticiparmi, costringendomi ad uscire "al vento" già ai 250 metri. In quel momento, per un attimo, ho temuto di perdere ma sono riuscito a spuntarla in progressione».
Il duo Bennati-Napolitano ha provato ad inventare qualcosa anticipando un po' la volata dello spezzino, ma - come ci spiega Alessandro Ballan - «non c'è stato niente da fare. Quando Petacchi fa certe volate si può provare a batterlo, certo, ma è molto difficile se lui non sbaglia niente. È stata comunque una prova positiva della squadra, perché piazzare sul podio due corridori non è mai impresa semplice. Dispiace perché ci tenevamo, Bennati su tutti, al risultato pieno, ma la stagione è lunga e le corse son tante». Anche Fabrizio Bontempi è dello stesso avviso, e pare che anche il ragusano Napolitano, all'esordio assoluto in maglia Lampre, sia d'accordo con il compagno e col direttore sportivo.
Più raggiante e più disteso appare Szczawinski: «Mi sono difeso bene - dice il polacco della Ceramica Flaminia - anche perché io velocista puro non lo sono. Ero a ruota dei due Lampre quando è partita la volata, ma loro sono partiti davvero molto, molto forte. Ero quarto fino a pochi metri dalla linea d'arrivo, però purtroppo Aug in rimonta mi ha passato e sono finito al quinto posto. È comunque un buon risultato, se pensiamo che l'anno scorso sono arrivato 7°; spero di non avere intoppi e di proseguire con un buon inizio stagione: punto a far bene al Trofeo Laigueglia ed alla Classic Haribo, e spero di riuscire a cogliere il primo successo in maglia Flaminia».
In casa Liquigas, il giovane Colli non è riuscito a mantenere appieno le aspettative del pre-gara, ma il suo 8° posto finale - ci spiega - «è dovuto anche a quella caduta all'ultima curva che mi ha quasi tirato giù. Sono caduti in tanti, credo in una ventina, e si sono affrontati gli ultimi metri in assoluta precarietà. Ci tenevo a far bene, ma ci tengo anche a non finire qui la stagione. L'8° posto non è certo ciò che mi aspettavo, ma non posso lamentarmi».
Un altro tra i semidelusi è Giosuè Bonomi, all'esordio con il Team Barloworld, che doveva tirare la volata ad Enrico Degano, il quale però - ci spiega Bonomi - «ad un tratto non si è più visto e non so che fine abbia fatto. Mi spiace, ma comunque nell'impeto della volata sono riuscito a restare attaccato ai più veloci e staccare il piazzamento come 10°. Piano piano - prosegue Giosuè - la condizione sta crescendo, e spero proprio di arrivare preparato a puntino per la Milano-Sanremo; sarebbe splendido».
Da segnalare, nell'ordine d'arrivo, la sorpresa assoluta dettata dal 6° posto di Domenico Loria della Universal Caffè-CB Immobiliare, ed anche le ottime prestazioni di neoprofessionisti come Daniele Di Nucci (11°, Universal Caffè-CB Immobiliare anche lui), che già da dilettante ha dimostrato di apprezzare particolarmente le corse di inizio stagione; di Eros Capecchi (15°, Liquigas), che ha pilotato il compagno Colli in testa al gruppo; e di Emanuele Rizza (17°, Naturino-Sapore di Mare), che ha ripagato con un discreto piazzamento la fiducia di Antonio Salutini.
Il premio come squadra più combattiva (non c'era "ufficialmente", ma glielo riconosciamo per manifesta superiorità) spetta alla Tenax-Salmilano di Flavio Miozzo che, con Pietropolli prima e Paolo Bossoni e Christian Murro poi, ha provato ad anticipare la volata di gruppo, ed infine con lo stesso Bossoni e con Gabriele Bosisio è riuscita a piazzare - con il 7° ed il 9° posto - due uomini tra i primi 10. Un applauso per il coraggio ed il merito di averci provato, in ogni modo, ed il prestigio di un risultato importante.
Come ogni corsa, facce contente, visi soddisfatti, altri delusi e un poco affranti: ma è lo sport, e per fortuna che ci accompagna.

M.C.



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